I sovranisti non sanno più cosa inventarsi per negare la cittadinanza italiana agli immigrati e ai loro figli che in Italia magari ci sono pure nati, perché "la cittadinanza non è un regalo, bisogna meritarsela" (ma chissà cosa avranno mai fatto loro, per meritarla). Se di ius soli proprio non se ne parla, guarda nell'immagine qua sopra quali emendamenti ha tirato fuori il centrodestra – compresa Giorgia Meloni, la quale evidentemente ha dimenticato cosa disse anni fa a favore dello ius culturae – per ostacolare l'iter dello ius scholae, che passa attraverso il sistema scolastico italiano e
In pratica stabilisce che un bambino nato in Italia o arrivato prima di avere compiuto 12 anni possa fare richiesta di cittadinanza dopo aver fatto un ciclo scolastico di 5 anni, che può essere composto solo dalle elementari o da alcuni anni di elementari e altri di medie o superiori.
Io stessa, che secondo gli standard sovranisti sono italianissima al 100%, non sono mica tanto sicura che riuscirei a superare tutte le prove elencate nello screenshot.
Galatea Vaglio, che di scuola se ne intende in quanto insegnante, non gliele ha mandate a dire.
Ora, questi sono gli emendamenti presentati dal centro destra e dalla Lega per bloccare il cosiddetto Ius Schoale, ovvero la legge che concederebbe in automatico la cittadinanza italiana ai bambini stranieri che abbiano fatto le scuole nel nostro paese.
Ora, guardate, io ve li approvo pure, però a queste condizioni:
- che l’esame lo facciano anche tutti quelli che la cittadinanza italiana ce l’hanno già, qualsiasi sia la loro età, compresi i deputati leghisti, e che chi non lo passa si veda immediatamente revocata la cittadinanza (e ovviamente il seggio in Parlamento, laddove lo abbia);
- che l’esame per quelli già in possesso di cittadinanza (quindi siamo a livello pro) glielo faccia una commissione di esperti filologi, linguisti, archeologi, antropologi e storici, con le seguenti modalità:
- presentazione di una tesina scritta in italiano corretto di almeno 100 pagine (con controllo incrociato di AI per evitare plagi) che elenchi la genesi storica delle suddette tradizioni popolari di tutte le regioni italiane, con approfondimenti archeologici e storici e bibliografia (anche straniera) di riferimento. La commissione si riserva di poter chiedere a campione al candidato di tradurre all’impronta passi di saggi citati in bibliografia per controllare il suo grado di preparazione e comprensione del testo;
- tesi scritta con le medesime modalità della precedente che illustri la genesi e la storia delle principali sagre italiane, corredata da fonti storiche in latino e/o documentazione in volgare medievale, con traduzione ed esegesi critico filologica dei testi.
- esame di storia del cristianesimo con particolare attenzione alle differenze teologiche nel cristianesimo delle origini e ai movimenti ereticali medievali. In particolare sarà richiesta conoscenza approfondita del movimento francescano e delle sue frange ereticali nonché una corposa conoscenza relativa ad arianesimo, monofisimo, scisma dei Tre Capitoli, Scisma d’Occidente, iconoclastia e movimenti ereticali sociali del Basso medioevo.
- chiosa filologico storica del testo del “Canto degli Italiani” (per chi non lo sa: Fratelli d’Italia), con particolare attenzione ai richiami alla storia e alla civiltà romana, e approfondimento su vita di Goffredo Mameli, problematiche relative ai movimenti politici rivoluzionari del Risorgimento e i loro contatti con i movimenti nazionalisti e socialisti rivoluzionari a livello internazionale.
- colloquio su usi e costumi dei romani con relativa bibliografia da Mommsen in poi. È obbligatoria la lettura dell’opera omnia di detto studioso, gradita quella in originale tedesco.
Qualsiasi errore grammaticale, ortografico o sintattico nella stesura delle tesi o nel corso del colloquio orale comporterà in automatico la perdita della cittadinanza da parte del candidato.
È concesso invocare i santi protettori, ma evitando accostamenti blasfemi, soprattutto se si viene bocciati.
Degno di nota fin dal titolo l'articolo satirico di Lercio: Salvini attacca ancora lo Ius Scholae: “I veri italiani sono analfabeti”.
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