Sono rimasta un giorno indietro coi feed, oltre che con la mia attività bloggatoria... ed è così che mi era sfuggita l'Astronomy Picture of the Day pubblicata l'altroieri con il titolo Game: Super Planet Crash. In effetti non di un'immagine si tratta, bensì di un gioco, chiamato appunto Super Planet Crash, sviluppato da Stefano Meschiari dell'Università del Texas ad Austin e dal team SAVE/Point.
[Quello qui sopra è solo uno screenshot: il codice per incorporare il gioco, un semplicissimo <iframe src="https://stefanom.org/spc/game.php" width="1080" height="1080"></iframe>
, non si adatta al layout del mio blog che è troppo stretto per poter ospitare un oggetto largo (e alto) 1080 pixel, per cui se vuoi provare va' direttamente su APOD]
Ed ecco la traduzione della relativa spiegazione.
Riesci a creare un sistema planetario che duri 1000 anni? Super Planet Crash, il gioco proposto, ti permette di provarci. Per creare fino a dieci pianeti, fai clic in un punto qualsiasi vicino alla stella centrale. I tipi di pianeti possono essere selezionati sulla sinistra in ordine di massa crescente: Terra, Super Terra, Gigante ghiacciato, Pianeta gigante, Nana bruna o Stella nana. Ciascun pianeta è attratto gravitazionalmente non solo dalla stella centrale simile al Sole, ma anche da altri pianeti. Vengono assegnati dei punti, con applicazione di fattori bonus per sistemi sempre più affollati e abitabili. Il gioco termina dopo 1000 anni o quando un pianeta viene espulso gravitazionalmente. Negli ultimi anni sono stati scoperti molti sistemi esoplanetari e Super Planet Crash dimostra perché alcuni rimangono stabili. Come potresti sospettare dopo aver giocato a Super Planet Crash un po' di volte, c'è motivo di credere che il nostro Sistema Solare abbia perso dei pianeti nel corso della sua formazione.
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