sabato 16 aprile 2022

Riflessioni sulla pandemia

Stasera condivido i passaggi salienti di due articoli riguardanti la pandemia usciti negli ultimi giorni sul quotidiano Il Foglio.

  • Perché con il Covid e la guerra si è rotta pure qualche amicizia
    «Siamo più intolleranti, per fortuna, perché negli ultimi due anni una vecchia e storica e formidabile frase di Piero Calamandrei, “la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”, è divenuta parte delle nostre vite e ci ha portato a vivere senza troppi sensi di colpa all’interno di una bolla dove le nostre amicizie si sono ritrovate a fare i conti con una scelta simile a quella degli stati descritti da Obama: scegliere cosa difendere, scegliere cosa non tollerare, scegliere da che parte stare e scegliere semplicemente di mettere la nostra quotidianità al riparo da chi ha scelto di mettere a rischio la nostra libertà.»
  • Finita l’emergenza, non la pandemia
    «Ed è bene continuare a porre l’accento sull’importanza dei vaccini che rischiano oggi di diventare vittime del loro stesso successo. La riduzione delle ospedalizzazioni e dei decessi, in concomitanza con la fine dello stato d’emergenza, sta infatti portando a un generale rilassamento e a percepirli come qualcosa di non più essenziale. Lo notiamo dalle basse adesioni per la campagna dei più piccoli così come dai dati deludenti per la somministrazione della dose booster agli immunodepressi. È invece importante insistere sul punto, non solo per sollecitare oggi la somministrazione della quarta dose per over 80, residenti delle Rsa e fragili della fascia 60-79 anni, ma anche in vista della nuova campagna vaccinale di massa del prossimo autunno. Perché è finita l’emergenza, non la pandemia. E abbassare la guardia ci metterebbe tutti nuovamente a rischio.»

P.S.: In teoria la lettura dei due articoli è riservata agli abbonati, ma... pssst, un modo per aggirare il paywall esiste, finché dura! ;-) (Avevo installato un'estensione analoga per Repubblica, ma a un certo punto ha smesso di funzionare. E mi sembra pure giusto)

2 commenti:

  1. No, a me non sembra giusto. Considerando il livello qualitativo generale del giornalismo italiano, che si debba anche pagare per leggere mi sembra assurdo.
    (Sì, lo so, il discorso è più articolato e complesso, ma riassumendo...) :-)

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    Risposte
    1. Beh, a privarmi delle notizie di Libero o della Verità non faccio nessun sacrificio. ;-) Ma nel momento in cui leggo un articolo che mi interessa, cioè lo faccio per informarmi e non per semplice curiosità, vuol dire che gli attribuisco un sia pur minimo valore, e "scroccare" nel suo piccolo per me equivale a un furto. Il problema è che sarebbe impensabile abbonarmi a tutte le testate online che consulto più o meno sporadicamente. L'unica per cui ho aperto il portafoglio è stata Il Post, che ha un approccio che mi va molto a genio, sebbene non offra una copertura completa di tutto ciò che accade nel mondo.
      [Per non parlare del fatto che, se il sostentamento dei giornali dovesse basarsi sui soli inserzionisti pubblicitari, allora l'approccio sensazionalistico e i titoli acchiappaclick dilagherebbero molto più di quanto già non facciano]

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