Se non avesse lasciato questo mondo il 14 marzo 2018, ben al di là delle più ottimistiche aspettative considerata la gravissima malattia neurodegenerativa che gli era stata diagnosticata negli anni '60 del secolo scorso, oggi il celebre cosmologo e astrofisico Stephen Hawking avrebbe compiuto ottant'anni. Google lo ha celebrato con un video Doodle: eccolo qui sotto.
Col passare del tempo, la progressione della malattia inibì a Hawking i movimenti e l'uso della parola. A tal proposito, sui social ho trovato questa immagine che a quanto pare riporta informazioni veritiere.
Questo è il dottor Dennis H. Klatt.
Probabilmente non ne hai mai sentito parlare.
È l'informatico americano che ha dato a Stephen Hawking la sua voce artificiale nell'inverno del 1987, almeno 5 anni prima che fosse disponibile.
Oltre 300 singole clip registrate della voce reale del dottor Klatt sono ciò che sentivamo quando Stephen Hawking "parlava".
Il dottor Klatt sapeva che l'aspettativa di vita di Stephen Hawking era breve, così completò la programmazione a tempo di record. Stephen Hawking fu estremamente grato e inviò al dottor Klatt una lettera personale di ringraziamento e un invito a fargli visita.
Non era destino che accadesse. Il dottor Klatt morì di cancro meno di un anno dopo. Aveva lavorato al programma vocale durante la chemioterapia, e (ironicamente) anche dopo che il cancro gli aveva tolto la sua stessa voce.
Nel corso degli anni, ogni volta che la tecnologia vocale del professor Hawking veniva aggiornata, gli venivano offerte voci "migliori", dal suono più naturale, anche una che era stata personalizzata per suonare come la sua voce originale, compreso l'accento britannico.
Lui rifiutò sempre, dicendo «Grazie, no, la voce del mio defunto amico Dennis È la mia voce».
A questo proposito, leggendo questo articolo de Il Post ho scoperto che anche la voce di Val Kilmer, famoso per film come Top Gun, The Doors e Batman Forever, è stata ricostruita artificialmente su richiesta dell'attore, che dopo un intervento chirurgico del 2015 dovuto a un cancro alla gola non riesce più a parlare come prima. Le tecnologie di cui si parla sono tanto affascinanti – non so cosa darei per poter riascoltare le voci dei miei genitori, che rimpiango amaramente di non aver registrato quando avrei potuto – quanto inquietanti per le possibili implicazioni.
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