L'altroieri, appena poche ore dopo che sono partita da Pescara, nella zona sud della mia città d'origine sono scoppiati numerosi incendi, con ogni probabilità di origine dolosa, che hanno causato danni incalcolabili e devastato irreparabilmente buona parte di uno dei luoghi a me più cari (ricordo che fu lì che mi vennero scattate le foto dopo la prima comunione): la Riserva Naturale Pineta Dannunziana, un'oasi di (relativa) pace e frescura nonché il vero e proprio polmone verde della città, adesso è ridotta così.
La foto è tratta dal profilo Facebook di Giovanni Di Iacovo, vicesindaco con delega alla Crescita Culturale di Pescara, del quale mi onoro di essere "facciamica".
Nella foto della città vista dall'alto (via IlPescara, clicca per ingrandire) è fin troppo evidente la devastazione operata dal fuoco.
Concludo postando alcuni link sull'argomento:
- Questa estate di incendi e grandine è per voi, che ci chiamavate Gretini di Francesco Cancellato, direttore responsabile del giornale online Fanpage.it.
- Il video Salmoni cotti vivi dal caldo estremo in un fiume americano, che dimostra in maniera lampante gli effetti deleteri del cambiamento climatico sull'ecosistema.
- Abruzzo, Sicilia, Sardegna e Molise: perché l’Italia brucia e chi c’è dietro gli incendi d’estate su Open, che comunque mi ha fatto aggrottare entrambi i sopraccigli (il maschile è corretto) quando sono arrivata a leggere «quello che non è ancora chiaro è perché l’Italia brucia proprio d’estate». Già, chissà come mai?! Sarà mica che a Pescara non cadeva una goccia di pioggia da settimane, era tutto arido e secco e proprio lo scorso weekend tirava un vento caldo insostenibile? Anche dando per scontata la natura dolosa degli incendi – il solo pensiero mi fa uscire pazza – in assenza di queste condizioni le fiamme non avrebbero potuto dilagare tanto quanto hanno fatto.
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