Per il professor Guido Saraceni, titolare del blog Due Minuti di Lucidità che seguo da tempo con interesse, questi primi mesi del 2021 sono stati particolarmente densi: come se non bastassero i suoi impegni consueti – tra l'altro è presidente del Corso di Laurea Magistrale in Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Teramo e professore associato di filosofia del diritto – di recente ha conseguito una seconda laurea con lode (dopo quella in Giurisprudenza) in Scienze e Tecniche Psicologiche, e il 25 maggio uscirà, ma è già disponibile in pre-order, il suo secondo romanzo dopo Fuoco è tutto ciò che siamo, intitolato L'oceano in una goccia. Ecco un accenno di trama.
Roma, quartiere Tor di Mezzavia. Clizia ha poco più di vent'anni, frequenta l'università online e lavora come web master. Fan sfegatata di Vasco, ama suonare Ottavia, la sua chitarra elettrica, e cucinare dolci seguendo maniacalmente le video ricette dello chef D'Onghia. Potrebbe sembrare una ragazza come tante, se non fosse per un dettaglio: non esce di casa da un anno.
Tra le quattro mura dell'appartamento in cui vive da sola ha costruito la sua confortante routine: ogni mattina osserva Pel di Carota che aspetta lo scuolabus nel vialetto; nel pomeriggio prende il tè con la sua migliore amica Lucrezia; ogni settimana riceve la visita di Marco, il ragazzo che le porta a casa la spesa, al quale è legata da una relazione sopra le righe.
Nulla potrebbe scalfire le sue rassicuranti abitudini, finché un giorno viene a sapere che l'amata nonna sta morendo e realizza che non potrà dirle addio, se non troverà il modo di superare le sue paure. È per questo che sua madre contatta Giorgio, il terapeuta che con pazienza e tenacia cercherà di aiutarla a non sentirsi più una goccia insignificante nell'oceano.
Anche se non viene usata esplicitamente la parola "pandemia", mi è venuto spontaneo ricollegare le vicende di Clizia a quello che è stato il vissuto di molti di noi negli ultimi 14-15 mesi, ma soprattutto nel periodo del lockdown: vivere confinati dentro casa, non poter stare vicini alle persone care neppure nel momento del trapasso, aver bisogno di supporto psicologico. Vale la pena di leggere quest'articolo de L'Espresso dedicato all'impatto che le restrizioni causate dal COVID hanno avuto sull'equilibrio psichico di tanti giovanissimi.
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