lunedì 30 novembre 2020

Oltre al tampone, cosa può esserci di "positivo" nel coronavirus?

Cercare il lato positivo nelle situazioni negative non è proprio il mio forte, anzi direi piuttosto che tendo a fare l'esatto contrario... ma la situazione che stiamo vivendo a causa della pandemia è talmente inimmaginabile da indurmi, per reazione, ad apprezzare la serie di vignette nella quale il mio "facciamico" Stefano Tartarotti illustra otto aspetti positivi del coronavirus.

(Cliccaci sopra per ingrandirle)

1. I saluti buffi

2. Ma certo che mi depilo lo stesso [ehmmm...]

3. Asociali, è il vostro momento [oui, c'est moi!]

4. Lo starnuto anticoda

5. Il sesso a distanza senza sbattimenti

6. Scuse a prova di fidanzate/i ossessionate/i dalla propria famiglia

7. Pigrizia smodata anche quando devi uscire

8. Cucina creativa [non che io sia una gran cuoca... ma non sono mai arrivata a tanto!]

P.S.: A proposito di carta igienica... ieri, essendo andata a far spesa nel mio supermercato di fiducia una volta tanto di domenica, ho scoperto che tra i prodotti che non si possono vendere nel weekend ci sono tutti gli articoli per l'igiene della persona. Carta igienica compresa, appunto. Proprio quella di cui la gente faceva incetta in occasione del primo lockdown. Io non ci vedo una logica... e tu?

domenica 29 novembre 2020

Sarà vero che la mela non cade mai lontano dall'albero?

Riassunto delle puntate precedenti del caso Feltri-Boldrini.

  1. Qualche giorno fa sul quotidiano Libero (di spararne di ogni) viene pubblicato un articolo di Vittorio Feltri sul caso Genovese. Una roba di una volgarità e un sessismo imbarazzanti. In sostanza l'autore dà a intendere che la diciottenne che accusa l'imprenditore di stupro se la sia cercata, anzi magari sotto sotto le sarà pure piaciuto.
  2. Giovedì l'onorevole Laura Boldrini racconta su Facebook che aveva scritto un intervento per il blog dell'HuffPost in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, ma che il direttore della testata, Mattia Feltri, non ne ha autorizzato la pubblicazione, perché chiamava in causa Vittorio Feltri, suo padre, in merito all'articolo summenzionato.
  3. Il giorno stesso Mattia Feltri risponde alla Boldrini rivendicando la sua scelta; le aveva chiesto di omettere il riferimento a suo padre, ma lei ha rifiutato, e così lui ha deciso di esercitare le sue prerogative di direttore cestinando il testo.
  4. Laura Boldrini condivide su Facebook l'intervento incriminato. Cosa avrà mai scritto di così "spiacevole" su Feltri senior? Ecco il paragrafo in questione: «Ed è parte, grande, del problema, rispetto a cui il ruolo dell’informazione è centrale. E mi riferisco polemicamente a quei giornali che fanno di misoginia e sessismo la propria cifra. Cosa dire del resto dell’intervento di ieri di Feltri su Libero, in cui si attribuiva la responsabilità dello stupro non all’imprenditore Genovese ma alla ragazza diciottenne vittima?».
  5. Mattia Feltri ritorna sulla faccenda più diffusamente... ma è inutile, non mi convince.
  6. Carlo Verna, presidente dell'Ordine dei Giornalisti, pubblica una presa di posizione contro Mattia Feltri scritta talmente male che quasi quasi verrebbe voglia di parteggiare per Feltri junior... se solo non avessi letto le parole della Boldrini riportate al punto 4, trovandole giuste e sacrosante nonché assolutamente equilibrate.
  7. Laura Boldrini replica all'ultimo intervento di Mattia Feltri.
Questo è tutto, almeno finora. Indipendentemente da se e quanto possa ancora andare avanti la diatriba, per quanto mi riguarda sono senza esitazioni dalla parte di Laura Boldrini. Ed ho perduto ogni stima residua nei confronti di Mattia Feltri, che finora reputavo un giornalista serio, tanto che ogni volta che suo padre ne combinava una delle sue pensavo «Perché non ci pensa il figlio a ricondurlo nei ranghi?». Adesso un'idea del perché ce l'ho...

sabato 28 novembre 2020

Essere donne nel 2020

Uno degli argomenti più discussi in questi giorni sui social è stato il "tutorial" su come fare la spesa in modo sexy sui tacchi tenuto da una ballerina di pole dance, e andato in onda su Rai 2 nel corso del programma Detto fatto condotto da Bianca Guaccero. Le polemiche sono state tali da portare alla (temporanea?) sospensione del programma. Io non dico nulla... Giudica tu stesso.

Forse il miglior commento possibile è la parodia girata dalla Sora Cesira...

... ma pure l'illustratore Fabio Magnasciutti ne ha preso spunto per declinare ironicamente il tutorial al maschile, anche se solo per iscritto.

Per giunta l'episodio si è verificato proprio alla vigilia della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, in occasione della quale ARCI ADUA Rho ha pubblicato un video per denunciare la violenza degli stereotipi che fin da piccole ci vogliono costringere ad essere come la società maschilista e patriarcale vuole.

venerdì 27 novembre 2020

Dal lato sbagliato della storia

Quest'oggi condivido la vignetta pubblicata da John Atkinson nel suo blog Wrong Hands con il titolo the wrong side of history (il lato sbagliato della storia).

  1. Chi ha bisogno di una macchina da stampa? Tanto nessuno sa leggere!
  2. Sei pazzo se pensi che quell'assurdo marchingegno sostituirà mai un buon cavallo. [Ovviamente allude all'automobile]
  3. È solo un complotto per toglierci le nostre libertà personali.

Nel terzo riquadro è chiaro il riferimento ai negazionisti del COVID. E mentre i primi due personaggi sono stati smentiti dalla storia solo in seguito, il terzo si smentisce da sé nel momento stesso in cui parla, dal momento che lo fa da una tomba...

giovedì 26 novembre 2020

You may say I'm a boomer

Quest'oggi condivido un paio memi in circolazione sui social; il loro scopo (semiserio) è invitare le persone che conoscono almeno uno degli oggetti mostrati nella prima o comprendono la relazione tra i due oggetti mostrati nella seconda a stare a casa, in quanto più a rischio per via dell'età avanzata.

 

Io le ho "indovinate" tutte, eppure non sono mica ultrasessantenne! Non sono una baby boomer – da cui il modo di dire OK boomer diffusosi viralmente sui social in tempi recenti – ma faccio parte della cosiddetta generazione X. Comunque a casa ci resto ben volentieri, perché beccarmi il COVID è una delle poche cose che potrebbero rendere il mio 2020 ancora peggiore di quello che è stato, e sto facendo il possibile per evitarlo...

mercoledì 25 novembre 2020

A Natale NON puoi

Manca un mese esatto a Natale, ma a giudicare dalla mia timeline di Facebook sono in tanti ad aver già fatto l'albero, in netto anticipo rispetto alla tradizione che vorrebbe che lo si preparasse il 7 dicembre (secondo il rito ambrosiano) oppure l'8 (Immacolata Concezione). Immagino che si tratti di un tentativo di alleggerire e rendere più gioiosa l'atmosfera domestica, per reazione al clima cupo che stiamo vivendo: quelle che ci aspettano saranno con ogni probabilità delle feste natalizie sottotono, per usare un eufemismo.

Ammesso e non concesso che tra un mese sia consentito attraversare l'Italia per incontrare i parenti, comunque, a me i dibattiti sui raduni familiari a "numero chiuso" non interessano affatto: l'anno scorso per Natale sono scesa a Pescara da mamma, che per quanto non stesse bene era ancora tra noi, mentre quest'anno non c'è più. E così le Feste le passerò da sola con il mio amore, l'unica persona su cui posso contare, e metterò in tavola un cenone della Vigilia e un pranzo di Natale prevalentemente a base di pietanze pronte, perché a me il lockdown non è servito nemmeno da stimolo per imparare a cucinare meglio...

Ecco una piccola selezione di foto che possono fornire a chi ne avesse voglia qualche spunto per decorare la casa in stile natalizio.


Il soggiorno...

... la tavola (e i centritavola)...



... una camera da letto veramente WOW!!!...

... senza dimenticare il bagno...



... e gli spazi all'aperto.

Concludo in tono dolceamaro, dove è chiaro cosa sia dolce e cosa sia amaro, con una foto dei biscotti perfetti per il Natale 2020.

P.S.: Quando ho scelto il titolo del post non intendevo alludere al jingle della Bauli i cui remix assortiti ci rallegrano le Feste ormai da anni – scherzo, nun lo reggo proprio – bensì a questo spassoso medley dei Gemelli di Guidonia.

martedì 24 novembre 2020

Che coss'è l'amor


«Amore non è guardarci l'un l'altro, ma guardare insieme nella stessa direzione», recita un aforisma di Antoine de Saint-Exupéry al quale ho accennato in un post di qualche mese fa. Questa citazione mi è tornata in mente quando ho letto questo post pubblicato su Facebook da una signora non più giovanissima.

Stiamo camminando lungo il sentiero in un bosco, G. è più indietro.
Mi raggiunge un gruppetto di ragazzi; una di loro:
“Quel signore laggiù (e indica G che si  vede in lontananza) le manda a dire che va piano ma poi la raggiungerà”
“Grazie… come non lo conoscessi il suo passo, dopo più di cinquant’anni!
“Più di cinquant’anni? Ma come si fa a restare assieme per così tanto tempo?
Sono presa alla sprovvista anche io dalla mia risposta:
“Avere passi diversi aiuta”
Può essere vero: andare ognuno con il suo passo, nella stessa direzione.

Notevole, nevvero? <3

P.S.: La "colonna sonora" di questo post non poteva non essere Che coss'è l'amor di Vinicio Capossela...

lunedì 23 novembre 2020

Tutta la verità sul vaccino


Quando si parla di argomenti seri come la pandemia mi guardo bene dal condividere i post che circolano sui social e che non provengono da fonti assolutamente autorevoli... ma quest'oggi farò un'eccezione, e ben presto capirai il perché. Leggi bene, fino in fondo, mi raccomando!

LA VERITÀ CHE NON SAPETE SUL VACCINO PFIZER/BIONTECH
Per chi non lo sapesse la Pfizer è una multinazionale con ramificazioni in parecchi settori. Non ultima una sinergia con Elon Musk e il suo progetto spaziale. La BioNTech da parte sua porta avanti da anni studi più o meno segreti sulla rigenerazione cellulare mediante impianti appositamente creati per stimolare i centri nervosi.
La Pfizer inoltre nel 2018 è entrata con una società satellite nel gruppo che controlla Huawei.
Tutto questo per farvi aprire gli occhi: un vaccino creato velocemente, annunciato il giorno dopo l'elezione di Joe Biden, a capo di un piano del Nuovo Ordine Mondiale. Il vaccino interagirà col nostro organismo e attiverà il controllo remoto mediante i satelliti in orbita del padrone di Tesla.
Huawei sta testando gli ultimi ritocchi per inserire nei propri apparecchi un aggiornamento per attivare il controllo.
Ci stanno riuscendo...
Siamo quasi alla fine di questo piano che ci condannerà tutti.
Svegliamoci!
C'è solo un modo per uscirne...
...
...
...
QUELLO DI NON CREDERE ALLE PUTTANATE!
Ci ho messo cinque minuti a scrivere questa cavolata, ma se non lo specificavo qua in fondo, in quanti avrebbero avuto un dubbio?!
Non oso immaginarlo...
Ci vuole poco a tentare di manipolare la gente, purtroppo.
Usiamo la testa che forse ne usciremo davvero.
P.S.: A forza di "copia&incolla" invece di "condividi" si sono perse le tracce della fonte originaria... ma vorrei tanto sapere chi l'ha scritto, per stringergli/le la mano, davvero!

domenica 22 novembre 2020

Le sneakers che hanno fatto impazzire il web

È capitato anche a me di recarmi presso un punto vendita Lidl prima dell'orario di apertura per essere pronta ad accaparrarmi uno dei prodotti che vengono resi disponibili di solito il giovedì a prezzi imbattibili ma in quantità limitata. Però si trattava di un elettrodomestico piuttosto utile: per le scarpe di cui tanto si è parlato in questi giorni non l'avrei mai fatto! ;-) (anche se sinceramente non le trovo così orrende per essere delle sneakers, e se fossero pure comode ci farei un pensierino. Ovviamente purché sia possibile acquistarle senza sbattimenti e ad un prezzo paragonabile a quello dell'offerta iniziale, ossia 12,99 euro)

La creatività del web si è scatenata: riporto qui di seguito un paio di video...

 ... e una piccola selezione di memi.












 

Concludo condividendo la battuta di un mio "facciamico".

sabato 21 novembre 2020

Il regalo più prezioso

La Coca-Cola è nota (anche) per il fatto di realizzare ogni anno degli spot natalizi all'insegna dei buoni sentimenti che commuoverebbero persino il Grinch... forse! ;-) E quello di quest'anno non fa eccezione: eccolo qui sotto.

Sulla pagina Colorz by Spinoza.it ne è stata pubblicata una parodia sotto forma di singoli fotogrammi rielaborati in chiave satirica, il cui scopo non è esattamente quello di commuovere, anzi... :-D

(Le quaranta immagini le ho "incollate" l'una all'altra verticalmente mediante questo servizio online e poi ho ridimensionato il tutto con Paint, ma mi sa che qua sotto non si vedono granché bene, quindi ti rimando alla fonte originaria)

venerdì 20 novembre 2020

Povera Calabria!

 

Sulla situazione del sistema sanitario calabrese ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere. Tre commissari alla Sanità caduti come birilli uno di seguito all'altro:

  • Saverio Cotticelli è stato costretto a dimettersi per aver candidamente ammesso davanti alle telecamere di non sapere che fosse compito suo predisporre il piano COVID;
  • il suo successore Giuseppe Zuccatelli si è dimesso a sua volta dopo che è diventato virale un video compromettente nel quale affermava che le mascherine non servono a un c***o, e che per prendere il COVID bisogna baciarsi per quindici minuti con la lingua (già, deve essere così che si sono ammalati tanti anziani nelle RSA);
  • il successore designato Eugenio Gaudio, ex rettore dell'Università La Sapienza di Roma, ha rinunciato all'incarico perché «mia moglie non vuole trasferirsi a Catanzaro».

Il fondatore di Emergency Gino Strada sarebbe la persona ideale per ricoprire quel ruolo, in virtù delle sue indiscusse competenze mediche e organizzative... ma Antonino Spirlì, presidente facente funzioni della Regione in seguito all'improvvisa scomparsa di Jole Santelli, non ce lo vuole. Sulla pagina Facebook Ancora una volta la realtà supera i meme è stato pubblicato lo screenshot qui sotto, relativo a un articolo di Fanpage.

«Siamo la terza Regione in ordine alfabetico», è sottolineato. E l'Abruzzo è la prima, e con questo?

Lì per lì ci si aggrappa alla speranza che non possa averlo detto davvero. E invece sì, l'ha detto: puoi sentirlo al minuto 8:12 circa del podcast della puntata di ieri di Radio anch'io, che ho riprodotto a doppia velocità per individuare più in fretta il frammento incriminato. Chissà quante altre ridicolaggini avrà sparato... ma sinceramente non avevo proprio voglia di ascoltare oltre!

giovedì 19 novembre 2020

Eroi pigri come procioni

Qualche giorno fa sul canale YouTube del governo federale tedesco è stato pubblicato un geniale spot dal titolo Zusammen gegen Corona #besonderehelden (Insieme contro il Corona #eroispeciali). È ambientato nel futuro, e il protagonista è un signore anziano che racconta cosa fecero lui e i suoi amici poco più che ventenni nel 2020 per combattere la diffusione del coronavirus: niente, rimasero semplicemente a casa! :-)

Per fortuna c'è anche la versione sottotitolata in italiano...

 ... e quella doppiata in napoletano! :-D

A quel primo spot ne è seguìto un secondo – tradotto in parte qui – e poi anche un terzo. Ci sono i sottotitoli in tedesco, per chi si volesse cimentare... ;-)

mercoledì 18 novembre 2020

L'insegnamento di Don Milani


L'aforisma del giorno di Wikiquote...

Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l'obbedienza non è ormai più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l'unico responsabile di tutto.
... è il primo della pagina dedicata a Don Lorenzo Milani, presbitero, scrittore, docente ed educatore. Eccone qualche altra degna di nota.
In quanto alla loro vita di giovani di domani, non posso dire ai miei ragazzi che l'unico modo di amare la legge è di obbedirla. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando non sanzionano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate.
Se voi però avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro.
Gli uni son la mia Patria, gli altri miei stranieri. Su una parete della nostra scuola c'è scritto grande: I CARE. È il motto intraducibile dei giovani americani migliori. Me ne importa, mi sta a cuore. È il contrario esatto del motto fascista -Me ne frego-.
Ed ecco alcune citazioni tratte da Lettera a una professoressa, libro del 1967 scritto da alcuni ragazzi della scuola di Barbiana sotto la supervisione di Don Milani.
Insegnando imparavo molte cose. Per esempio ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l'avarizia.
Del resto bisognerebbe intendersi su cosa sia la lingua corretta. Le lingue le creano i poveri e poi seguitano a rinnovarle all'infinito. I ricchi le cristallizzano per poter sfottere chi non parla come loro. O per bocciarlo.
Così è stato il nostro primo incontro con voi. Attraverso i ragazzi che non volete. L'abbiamo visto anche noi che con loro la scuola diventa più difficile. Qualche volta viene la tentazione di levarseli di torno. Ma se si perde loro, la scuola non è più scuola. È un ospedale che cura i sani e respinge i malati.
Non c'è nulla che sia ingiusto quanto far le parti eguali fra disuguali.
Solo i figlioli degli altri qualche volta paiono cretini. I nostri no. E neppure svogliati. O per lo meno sentiamo che sarà un momento, che gli passerà, che ci deve essere un rimedio. Allora è più onesto dire che tutti i ragazzi nascono eguali e se in seguito non lo sono più, è colpa nostra e dobbiamo rimediare.
Conoscere i ragazzi dei poveri e amare la politica è tutt'uno. Non si può amare creature segnate da leggi ingiuste e non volere leggi migliori.
Una scuola che seleziona distrugge la cultura. Ai poveri toglie il mezzo d'espressione. Ai ricchi toglie la conoscenza delle cose.
Ogni popolo ha la sua cultura e nessun popolo ce n'ha meno di un altro. La nostra è un dono che vi portiamo. Un po' di vita nell'arido dei vostri libri scritti da gente che ha letto solo libri. 
Anche sugli uomini sapete meno di noi. L'ascensore è una macchina per ignorare i coinquilini. L'automobile per ignorare la gente che va in tram. Il telefono per non vedere in faccia e non entrare in casa.
Mi piacerebbe sapere cosa direbbe della scuola e della società di oggi se fosse ancora vivo; avrebbe ben novantasette anni... mentre si è spento nel 1967 a soli quarantaquattro anni, la mia età!

martedì 17 novembre 2020

Era tanto mejo quanno ce facevi ride...

Negli ultimi mesi sono venuti a mancare svariati personaggi famosi, a causa del COVID e non solo, ma quello la cui dipartita – avvenuta per una tragica ironia della sorte proprio il "giorno dei morti", che era anche il giorno del suo ottantesimo compleanno – mi ha addolorata di più è stato Gigi Proietti. Lo consideravo, e ovviamente continuo a considerarlo, non solo un artista dai molteplici straordinari talenti, ma anche una persona dalla simpatia innata e travolgente (poi non lo so, magari qualcuno nun lo poteva vede', ma a me me piaceva, e pure tanto).

La diretta del suo funerale non ho potuto seguirla perché a quell'ora lavoravo, ma ho visto numerosi estratti nei vari notiziari. Mi è rimasta particolarmente impressa l'evidente commozione del comico Enrico Brignano, uno dei tanti allievi che Proietti ha lanciato nel mondo dello spettacolo. Ma soltanto ieri sono riuscita a recuperare il video del discorso tenuto da Brignano al Globe Theatre, il teatro elisabettiano voluto dallo stesso Proietti, prima della cerimonia religiosa celebrata nella Chiesa degli Artisti in piazza del Popolo a Roma.

Quando l'ho cercato su YouTube mi è stato suggerito quest'altro video, che mostra lo stesso Gigi Proietti nel 2003 al funerale di un altro mostro sacro della romanità, Alberto Sordi, e mi è stato chiaro che Brignano avesse voluto umilmente ispirarsi al suo inimitabile maestro.

Un altro bravissimo attore romano che ha voluto rendere omaggio a Gigi Proietti in forma di sonetto, in questo caso soltanto per iscritto, è stato Pierfrancesco Favino.

lunedì 16 novembre 2020

Gli obiettivi di una vita degna di essere vissuta

Capita a molti, in un certo momento della propria esistenza, di porsi degli obiettivi legati alla ricchezza e al successo... ma poi andando avanti ci si rende conto che le cose davvero importanti nella vita sono altre. Io certe aspirazioni esageratamente materialistiche non le ho mai avute, del resto lo dico sempre che sono vecchia dentro. ;-) Perciò oggi condivido volentieri questa lista tratta dall'account Instagram @letstalk.mentalhealth (parliamo di salute mentale) che ho aggiunto senza esitazioni a quelli da seguire... anche se ammetto di frequentarlo poco, Instagram, perché è troppo dispersivo (il fatto che gli account che seguo siano dei generi più disparati non aiuta di certo!). 

Come sono cambiati i miei obiettivi
  1. Sposarsi prima dei 30 anni quando sarò pronto/a.
  2. Andare in pensione con un sacco di soldi con dei bei ricordi.
  3. Trovare un lavoro ben pagato che mi appassioni.
  4. Essere il/la migliore presente.
  5. Rendere orgogliosi i miei genitori perché ho successo perché sono felice.
  6. Trovare un partner attraente qualcuno con cui mi connetto profondamente.
  7. Vivere una vita lunga soddisfacente.
In questo difficile momento di transizione della mia carriera – come mi fa strano chiamarla così – sono determinata a raggiungere l'obiettivo numero 3 (non che il mio attuale impiego non mi appassioni, ma per certi versi non è adatto a me). E mi perseguiterà sempre il rimpianto di non aver fatto in tempo a realizzare appieno l'obiettivo numero 5... :'-(

domenica 15 novembre 2020

Lo strazio di una mamma

Tre giorni fa l'ONG spagnola Open Arms ha pubblicato su Twitter un video che mostra il pianto disperato di una madre migrante per aver perduto il suo bambino in mare in seguito a un naufragio. Il piccolo Joseph, di soli sei mesi, è stato recuperato in arresto respiratorio, e purtroppo i medici non sono riusciti a salvargli la vita.

Credevo che quelle grida strazianti potessero toccare il cuore di chiunque... ma evidentemente non quello di una certa giornalista di Libero – oh, o loro oppure quelli de Il Giornale, si fanno sempre riconoscere – la quale ha avuto il coraggio di twittare quanto segue.

Come se quella povera donna fosse in viaggio di piacere, e non in fuga da un destino di sofferenza inimmaginabile per chi, come noi occidentali, è ben più fortunato.

Il professor Guido Saraceni, nel post che ha scritto al riguardo, ha deciso di occultare l'identità dell'autrice per non esporla alla gogna mediatica... ma io non lo ritengo necessario né opportuno, per due ragioni:

  • il mio blog è assai meno seguito rispetto a quello del prof, e tanto l'identità della "signora" si può reperire con estrema facilità;
  • non si tratta di un messaggio tratto una chat privata, ma di un tweet pubblico in un profilo con migliaia e migliaia di follower. E l'autrice non sembra affatto pentita di averlo scritto, ma anzi insiste nel ribadire il concetto.

La miglior replica a simili meschinità è quest'altro tweet.

Colgo l'occasione per consigliarti di dare un'occhiata al sito Conversations From Calais (e relativi account social), che documenta le conversazioni tra volontari e migranti incontratisi nella città portuale di Calais, in Francia. I visitatori del sito sono invitati a condividere tali scambi di vedute stampandoli e attaccandoli sui muri – il PDF tradotto in italiano si può scaricare da qui – per contribuire a ridare un senso di umanità alla crisi dei rifugiati.

sabato 14 novembre 2020

Tranquilli, bambini, ci pensa lo zio Beppe!

 

L'altroieri sera è diventato trending topic sui social questo post pubblicato su Facebook dal presidente del consiglio Giuseppe Conte.

Qualche giorno fa ho ricevuto questa lettera da parte di Tommaso, un bimbo di 5 anni di Cesano Maderno, il quale mi ha rivolto una richiesta molto particolare.
Ecco la mia risposta:
Caro Tommaso, 
ho letto il tuo messaggio e voglio rassicurarti. Babbo Natale mi ha garantito che già possiede un’autocertificazione internazionale: può viaggiare dappertutto e distribuire regali a tutti i bambini del mondo. Senza nessuna limitazione. Mi ha poi confermato che usa sempre la mascherina e mantiene la giusta distanza per proteggere se stesso e tutte le persone che incontra. L’idea di fargli trovare sotto l’albero, oltre al latte caldo e ai biscotti, anche del liquido igienizzante mi sembra ottima. Una buona strofinata gli permetterà di disinfettare ben bene le mani e di ripartire in piena sicurezza. Sono contento di sapere che tu e i tuoi compagni rispettate con scrupolo tutte le regole, in modo da proteggere anche mamma e papà, i nonni, e le persone più care. Per questo motivo ti annuncio che non sarà necessario precisare nella letterina a Babbo Natale che sei stato bravo: gliel’ho detto io. Gli ho raccontato che quest’anno in Italia è stato un anno molto difficile e tu e tutti i bambini siete stati adorabili. Ho saputo anche che vuoi chiedere a Babbo Natale di mandare via il coronavirus. Non sprecare l’occasione di chiedere un regalo in più. A cacciare via il coronavirus ci riusciremo noi adulti, tutti insieme. Così tu e i tuoi compagni potrete tornare presto a giocare liberi e felici e ad abbracciarvi tutti. Spensierati come sempre.
Un forte abbraccio,
Giuseppe Conte

La mia "bolla" si è divisa tra quelli (in prevalenza donne, a dire il vero) che si sono inteneriti e quelli (la maggioranza) che hanno fatto commenti del tipo «Ma dai, l'avrà scritta Rocco Casalino, che trovata squallida e ridicola per raccogliere consensi».

Premesso che è del tutto improbabile che un bambino di cinque anni scriva in quel modo, e che non poteva non esserci lo zampino di un adulto, a quanto pare la lettera è autentica: lo conferma la mamma di Tommaso, che com'è ovvio si è occupata di scriverla e spedirla materialmente (io ci vedo una punta di desiderio di protagonismo da parte sua, ma questa è solo una mia opinione personale).

Azael ha scritto una parodia della lettera di Tommaso, immaginandolo come un vecchio nel corpo di un bambino, e Fabrizio Delprete ha pubblicato quello che secondo me è il tweet definitivo! :-D

venerdì 13 novembre 2020

Non lo dico io, lo dice la scienza

Col dilagare della pandemia – nella sola giornata di oggi si è superata quota 40mila nuovi casi, per la precisione 40902, con 550 decessi – sembra impossibile che ci sia ancora chi nega l'esistenza del coronavirus... e invece i negazionisti esistono eccome. Non solo: se fino a ieri credevo che l'unica cosa che potesse indurli a "rinsavire" fosse ammalarsi di COVID, dopo aver letto questo articolo ho capito che questi so' proprio de coccio!!!

La biologa Barbara Gallavotti, ospite al talk show politico di LA7 Dimartedì, ha espresso lo stesso concetto in termini "un pochettino" più rigorosi: «Credo che il negazionista sia quasi sempre in buona fede. Il neuroscienziato Miller ha provato a spiegare il meccanismo mentale: forse interviene un processo mentale che non è tanto dissimile da quello che accade in certe forme di demenza».

Infine, un'ora fa Selvaggia Lucarelli ha pubblicato un post per catalogare alcune tipologie di negazionisti.

giovedì 12 novembre 2020

L'arancinə della discordia

[Nel titolo del post ho utilizzato lo schwa, che alcuni propongono al posto dell'asterisco o della desinenza "o/a" per definire un gruppo misto di persone ed evitare il predominio del maschile]

Il DPCM del 3 novembre per la gestione dell'emergenza coronavirus ha introdotto una suddivisione delle regioni italiane in tre gruppi, contrassegnati da colori differenti, in base allo scenario di gravità e al livello di rischio da contagio COVID. La zona rossa, nella quale (a differenza di certi politici lombardi) non mi sembra affatto strano essere stata relegata, è quella nella quale la situazione è praticamente fuori controllo e quindi si applicano le misure più restrittive. La zona gialla è quella dove i contagi sono sotto controllo e quindi le misure di contenimento sono meno restrittive. C'è poi una zona intermedia, quella arancione, della quale facevano parte inizialmente Sicilia e Puglia, alle quali si sono aggiunte in seguito Abruzzo, Basilicata, Liguria, Toscana e Umbria, precedentemente in zona gialla.

A proposito della Sicilia, qualche simpaticone ha ben pensato di disegnarne la cartina colorandola di arancione e suddividendola in due zone, a seconda di come venga chiamata la specialità culinaria che consiste in «una palla o di un cono di riso impanato e fritto, del diametro di 8–10 cm, farcito generalmente con ragù, piselli e caciocavallo, oppure dadini di prosciutto cotto e mozzarella» (che fame che mi è venuta!).

Io li ho sempre chiamati arancini, non soltanto perché sono originaria di Messina che più ad est non si può, ma anche perché mi sono uniformata al lessico camilleriano... comunque conosco gente di Palermo che è disposta ad attaccar briga con chiunque osi parlare di arancini («L'arancio è l'albero! Si chiama arancina perché somiglia al frutto!»), mentre un mio collega di Catania, assai più mite, ha risolto draconianamente la questione come segue: «Basta che non li chiamate supplì!». :-)

Concludo lasciando l'ultima parola all'Accademia della Crusca che ha dedicato una trattazione abbastanza approfondita a questo dualismo lessicale.