Nelle ultime ventiquattr'ore o giù di lì, nella mia "bolla social" si è parecchio discusso circa la disavventura a dir poco spiacevole occorsa a Matteo Stagi: ieri sera l'uomo era sceso nella strada deserta per portare fuori il cane e buttare l'immondizia a poche decine di metri da casa in compagnia di suo figlio sedicenne, quando i due sono stati fermati da carabinieri fin troppo zelanti che hanno denunciato il capofamiglia per violazione dell'articolo 650 del Codice Penale (Inosservanza dei provvedimenti dell'Autorità, e nella fattispecie delle misure previste dal governo in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica). Ripeto: Matteo si trovava insieme al figlio che vive sotto il suo stesso tetto – dubito che in casa mantengano la distanza minima di un metro che in questi giorni tutti quanti badiamo bene ad osservare quando incrociamo degli estranei – e in giro non c'era nessun altro. La ratio del decreto è quella di evitare gli assembramenti ed i contatti a rischio ai fini del contenimento del contagio, ma mi sembra evidente che in questo caso il problema non sussistesse. Eppure, forti di una formulazione non abbastanza chiara e fin troppo suscettibile delle interpretazioni più disparate, i "caramba" hanno voluto divertirsi a fare i duri: spero per Matteo che, a parte la comprensibile inc***atura, questa vicenda non abbia per lui altre conseguenze e tutto si risolva in un nulla di fatto.
Prima accennavo alla mia "bolla social", nella quale quasi tutti hanno preso le parti di Matteo, tranne un "facciamico" che gli dà torto perché "ormai sappiamo bene che si esce solo in caso di necessità e tenendosi alla larga da chiunque".
Una persona estremamente ligia alle regole, penserai. Se così fosse, lo apprezzerei perfino, del resto anch'io lo sono... sia pur senza rinunciare a valutare se siano giuste o meno; peraltro sono convinta che in generale i cittadini siano più propensi a cercare di aggirare un'imposizione che reputano ingiusta. Invece il tizio ha dimostrato inequivocabilmente di avere l'elasticità mentale (nonché il buonsenso) di un blocco di granito. Non molto tempo fa, quando l'emergenza coronavirus era già una realtà, costui pubblicò sui social un selfie sorridente sulle piste da sci. È vero che all'epoca gli impianti sciistici erano ancora aperti e frequentarli non era di certo vietato – come lui ripeteva a pappagallo a tutti quelli che lo criticavano – ma era già in vigore la raccomandazione di tenersi a un metro di distanza dalle altre persone: un'accortezza che, stando in coda per accedere agli impianti di risalita, sarebbe stato impossibile rispettare. Quindi il buonsenso avrebbe consigliato una gita meno "assembrante". Chissà quanta gente si è ammalata a causa di imprudenze simili. È anche per colpa di covidioti di questo genere che il governo si vede costretto ad applicare restrizioni sempre più rigide, delle quali stanno facendo le spese tutti quanti, pure noi che ce ne staremmo abbastanza tranquilli in ogni caso...
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