[Clicca per ingrandire]
È stato l'autentico coraggio degli oltre 160mila soldati alleati che presero d'assalto una striscia di 80 chilometri di spiagge fortificate della Normandia, in Francia, a rendere possibile la vittoria nel D-Day. Ma senza il consiglio sensato di meteorologi e geologi che lavoravano dietro le quinte, una delle battaglie più importanti della storia umana sarebbe potuta andare molto diversamente.
Il 4 giugno 1944 le armate delle forze alleate erano ammassate nel porto di Portsmouth o dirette verso la Francia. Il comandante supremo alleato Dwight Eisenhower aveva fissato la prima mattina del 5 giugno come data per la massiccia invasione anfibia: una data che i pianificatori militari avevano accuratamente selezionato. Era uno dei soli tre giorni del giugno 1944 in cui la Luna sarebbe stata abbastanza luminosa da consentire a paracadutisti e piloti di operare in modo efficace e le maree sarebbero state abbastanza basse da permettere ai primi gruppi sbarcati di eliminare le mine, il filo spinato e altre difese sulle spiagge.
Ma c'era bisogno anche di cieli relativamente limpidi e mari calmi. Il compito di prevedere il meteo notoriamente instabile del Canale della Manica ricadde su squadre di meteorologi dell'Air Corps dell'Esercito USA, della Royal Navy britannica e dell'Ufficio Meteorologico Britannico. All'epoca le previsioni del tempo erano una scienza giovane; non c'erano satelliti, nessun modello di previsione al computer e nessun radar meteorologico.
Leggi la storia completa.
Crediti: immagini del NASA Earth Observatory di Joshua Stevens, ottenute utilizzando dati Landsat dell'U.S. Geological Survey. Storia di Adam Voiland.
Nessun commento:
Posta un commento