Su RaiPlay Radio sono stati pubblicati alcuni video brevi ma istruttivi (in effetti un testo scritto richiederebbe ancor meno tempo per essere letto, ma magari non rimane altrettanto impresso rispetto al multimediale).
- Valeria Della Valle (Università di Roma La Sapienza – Treccani) si occupa del famigerato piuttosto che usato erroneamente con valore disgiuntivo anziché comparativo/eccettuativo, del duplice significato della congiunzione ovvero, e del pronome e aggettivo dimostrativo codesto, usato quasi esclusivamente in Toscana e nel linguaggio burocratico.
- Alessio Ricci (Università di Siena – Sede di Arezzo) illustra la funzione di tipo comunicativo che nell'italiano moderno ha acquisito la virgola, nonché i molteplici significati dell'aggettivo importante.
- Vincenzo D'Angelo (Università della Calabria) spiega come si scrive il plurale di parole come valigia e provincia, e si occupa inoltre del sostantivo internet.
- Altri argomenti trattati: la punteggiatura e in particolare i due punti (Luca Serianni, Università di Roma La Sapienza – Lincei), l'apostrofo (Matteo Motolese, Università di Roma La Sapienza), i migratismi (Laura Ricci, Università per Stranieri di Siena), la prassi di usare l'asterisco come forma di rispetto antisessista, es. car* collegh* (Silverio Novelli, Portale Treccani.it).
Per quanto mi riguarda, dal momento che lavoro in una multinazionale dove l'inglese è fondamentale, devo fare i conti tutti i giorni con obbrobri come fittare (dal verbo fit), mandatorio (da mandatory, perché dire tassativo è così out!) e deploiare (qualunque traduzione italiana del verbo deploy non sarebbe così brutta).
Sullo stesso argomento, ecco un video che fa sorridere ma anche riflettere.
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