Per la prima volta dopo diversi anni la
festa del lavoro – ma sarebbe meglio dire
dei lavoratori, come osservato acutamente da
Massimo – la trascorro da
disoccupata. Ho la relativa fortuna di esserlo
per mia scelta: ho dato le dimissioni dal mio impiego precedente per poter traslocare (a dire il vero il 90% delle mie mansioni avrei potuto svolgerlo anche da casa, ma l'azienda non era così avanti da concedermi il telelavoro) e costruirmi una famiglia e un futuro. Sono tuttora
alla ricerca di un nuovo impiego... e stamattina, aprendo Facebook, ho provato un certo fastidio leggendo le lamentele di svariati miei contatti per il fatto di dover lavorare anche il primo maggio. Ma ringraziate il cielo di avercelo, un lavoro! OK, mi rendo conto che questa mia affermazione ricorda fin troppo il
consiglio della dott.ssa Grazia Arcazzo che puoi vedere qui sotto...
Qui di seguito riporto qualche altro spunto che ho raccolto oggi su Facebook, a cominciare da una vignetta di
Sergio Staino (via
INFORMAZIONE LIBERA).
Non sono mancati i giochi di parole basati sul
significato fisico del lavoro, da
Se i Social network fossero sempre esistiti...
... a
Il Superuovo...
... ma la migliore a mio avviso è quella pubblicata su
Fare Serata Con Galileo.
L'immagine che apre il post, invece, è tratta da
Ferrafilm Produzioni.
[Il titolo del post, estrapolato da
Ti amo di Umberto Tozzi che quest'anno compie quarant'anni (la canzone, non il cantante), è anche l'incoraggiamento che non smetto di rivolgere a me stessa...]
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