Questa settimana sono già andata al cinema due volte: martedì ho visto La corrispondenza di Giuseppe Tornatore – che recensirò non appena avrò messo ordine nel tumulto di emozioni che mi ha suscitato, ossia probabilmente MAI ;-) – e ieri Dio esiste e vive a Bruxelles (qui il trailer). Mercoledì in effetti è il giorno il cui al Multiplex Arca vengono proiettate pellicole in qualche modo di nicchia – questa espressione mi fa venire in mente la storpiatura che ne ha fatto Checco Zalone ;-) – come appunto questa coproduzione belgo-franco-lussemburghese diretta da Jaco Van Dormael. Per far capire subito quanto mi sia piaciuto questo film, dirò che è un vero peccato che in Italia un così bizzarro ma geniale concentrato di divertimento e commozione sia stato distribuito in maniera tanto inadeguata... comunque man mano che andavo avanti nella visione la cosa mi stupiva sempre meno, purtroppo, dal momento che l'Italia è il Paese in cui l'influsso del Vaticano si fa sentire maggiormente. Il fatto è che il Dio impersonato dall'attore Benoît Poelvoorde è un Dio malvagio, sadico e violento, accecato dalla smania di potere... perché di poteri veri e propri lui non ne ha, ma si limita a governare il mondo tramite il suo PC, imponendo tra l'altro le Leggi della Sfiga Universale che ricordano parecchio le leggi di Murphy. I poteri ce li hanno invece i suoi figli: sì, ho usato il plurale, perché oltre a JC – acronimo di Jésus-Christ, Gesù Cristo, fuggito anni fa... con tanti saluti alla Trinità ;-) – c'è anche una ragazzina di dieci anni, Ea (la giovanissima ma davvero promettente Pili Groyne), la quale a un certo punto si ribella alle vessazioni del padre e va in cerca di altri sei apostoli, uomini o donne che siano non importa, da reclutare per scrivere un Nuovo Nuovo Testamento – Le Tout Nouveau Testament è il titolo originale del film – che possa ispirare l'umanità a cambiare in meglio, non senza aver prima inviato a ciascun essere umano un SMS che gli comunica quanto tempo gli resta da vivere. Questa rivelazione avrà effetti dirompenti: se qualcuno – il giovane Kevin – sfida la sorte mettendo a repentaglio la propria vita in tutti i modi nella consapevolezza di avere ancora svariati decenni davanti a sé, la maggior parte delle persone si porrà il problema di come impiegare il tempo più o meno lungo che gli è stato prospettato. E io, cosa farei se, supponiamo per assurdo, venissi a sapere con assoluta certezza che mi sono rimasti dieci giorni, un anno, cinque anni, cinquant'anni? Bella domanda...
Ah, oltre ad essere padre di due figli, Dio ha pure una moglie, una donnetta in apparenza apatica e sottomessa che però ad un certo punto... vabbè, lo scoprirai quando vedrai il film! :-)
Il volto più noto del cast era la grande Catherine Deneuve: solamente una vera diva come lei poteva affrontare con una tale nonchalance un ruolo così distante dai suoi trascorsi di sex symbol.
A proposito di Dio, la metafora del barbiere illustrata con arguta leggerezza nel video qui sotto può offrire un valido spunto di riflessione a chi è convinto di vedere nel male che c'è nel mondo la dimostrazione della Sua inesistenza.
Riguardo alla Chiesa, che di Dio è – o pretende di essere – la rappresentante su questa terra, segnalo due spunti di segno opposto nei quali mi sono imbattuta di recente.
La foto qui sotto è tratta da Satiraptus, e raffigura un dissuasore anti-clochard – neanche fossero piccioni :-/ – posto fuori dalla porta di una chiesa per tenere lontani i potenziali senzatetto intenzionati ad accomodarsi al riparo e magari a raggranellare qualche elemosina.
A quanto pare questa meschina usanza, che risulta in netto contrasto con l'accoglienza e la solidarietà predicate da Gesù, è abbastanza diffusa. Ieri, però, mi sono risollevata quando ho letto che a una donna romena senza fissa dimora che aveva partorito a pochi passi da San Pietro è stato offerto un domicilio per un anno in una casa di proprietà del Vaticano. Ce ne vorrebbero molte di più, di notizie così... :-)
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