Nel mio post di ieri ho preannunciato che sarei andata dalla parrucchiera, cosa che faccio piuttosto di rado e malvolentieri, specialmente perché detesto le chiacchiere... e ieri pomeriggio la mia hair stylist di fiducia ha superato ogni mia più pessimistica aspettativa, nel senso che l'ho trovata più ciarliera (e qualunquista) che mai. Ce l'aveva con l'universo mondo: con lo Stato, con il fisco, col governo ladro, con gli immigrati che rubano e violentano, col Papa che invita ad accogliere i profughi «ma se non riusciamo a tirare avanti noi italiani! Li accogliesse lui a spese sue!» [ho tradotto in italiano il suo parlato, che è sempre in dialetto abbastanza stretto]. Ma riguardo a una delle sue recriminazioni non ho potuto far altro che offrirle tutto il mio appoggio. Devi sapere che l'estate scorsa la mia coiffeuse ha subìto la frattura del femore – niente di peggio, per chi come lei svolge un mestiere che obbliga a stare a lungo in piedi – ma ha dovuto riprendere a lavorare a tempo di record, «perché sennò con quali soldi le pagavo le tasse?», e non può neppure sottoporsi ai necessari trattamenti riabilitativi, che le erano stati fissati in un orario tale da compromettere la sua mattinata lavorativa. Quindi le tocca stringere i denti finché può, perché la gamba le fa ancora parecchio male.
La vicenda della mia parrucchiera si ricollega a una petizione di Change.org che ho firmato un po' di tempo fa: Diritti ed assistenza ai lavoratori autonomi che si ammalano. L'iniziativa è stata lanciata da Daniela Fregosi, una libera professionista con partita IVA alla quale due anni fa è stato diagnosticato un cancro al seno; la donna ha aperto il blog Afrodite K per raccontare le sue vicissitudini – tra l'altro, non avendo adeguate tutele, Daniela ha scelto di dedicare tutte le sue risorse a curarsi ed ha iniziato uno sciopero contributivo sospendendo i pagamenti INPS per un anno e mezzo – ma anche affrontare la questione in modo più ampio. Guarda caso, proprio oggi mi è arrivato via e-mail un aggiornamento per informare che il deputato PD Vincenzo D'Arienzo ha presentato una proposta di legge che tutela i lavoratori affetti da malattie oncologiche. «Nel testo della proposta, che si occupa del periodo di comporto e quindi di una questione riguardante prettamente i lavoratori dipendenti, vengono citati parzialmente anche gli autonomi!!». A ben vedere non è un gran passo avanti – per maggiori informazioni ti rimando all'ultimo post di Afrodite K – comunque è un importante segnale del fatto che chi di dovere sembra cominciare a prendere nella giusta considerazione i diritti dei lavoratori autonomi colpiti da malattie gravi o prolungate. Perché è inconcepibile che gli articoli 3, 38, 39 e 53 della Costituzione valgano soltanto per i lavoratori dipendenti!
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