Si è consumato due sere fa a Nicolosi, nel Catanese, l'ennesimo efferato femminicidio (non è la parola in sé ad essere odiosa, bensì il suo significato): Giordana Di Stefano, mamma ventenne di una bimba di quattro anni, è stata uccisa a coltellate nella sua auto dall'ex convivente nonché padre di sua figlia, il ventiquattrenne Luca Priolo. L'assassino è stato fermato dai carabinieri alla stazione di Milano, che aveva raggiunto in auto con l'intenzione di fuggire all'estero in treno, e ha confessato tutto. Proprio ieri si sarebbe dovuta tenere l'udienza preliminare del processo per stalking a carico di lui, denunciato da Giordana il 3 ottobre 2013 dopo un episodio inquietante ma che non aveva avuto seguito, tanto che forse lei era propensa a rimettere la querela. Le amiche di lei sono incredule: «lui era geloso, ma non violento, lei non aveva paura di lui e non riusciamo ancora a credere che sia stato lui». Un atroce dubbio mi stringe la gola: se Giordana, o magari qualcuno a lei vicino, avesse colto indizi di pericolo, si sarebbe potuto evitare l'irreparabile? Troppo spesso le donne si rifiutano di vedere l'uomo che amano oppure hanno amato per quello che è in realtà, o comunque sperano che lui possa cambiare radicalmente in meglio...
Un'inquietudine simile mi assilla mentre leggo quest'altra notizia: un trentanovenne di Avezzano, reo di aver subissato la ex di messaggi minatori, è stato raggiunto dal «divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati abitualmente dalle parti offese e quindi dalla donna e dai suoi familiari, oltre che il divieto di comunicare con loro con qualsiasi mezzo. Se l’uomo continuerà con le persecuzioni finirà in carcere». E io non posso fare a meno di pensare che, se l'uomo dovesse decidere di infrangere il divieto anche una sola volta, l'esito potrebbe rivelarsi fatale... O dovremmo forse credere che la vittima delle persecuzioni sarà sorvegliata a vista ventiquattr'ore su ventiquattro? Speriamo bene, perché già troppe volte le denunce per stalking non sono servite a mettersi in salvo da un destino terribile.
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