Ieri una mia amica ha pubblicato su Facebook il seguente messaggio di stato:
Tutte le donne sono uguali davanti ad una vetrina di scarpe!
Il suo status segue di qualche giorno
quello della ben più famosa Selvaggia Lucarelli, la quale aveva scritto:
Nessun uomo al mondo potrà mai comprendere il male di vivere che ci piglia quando dobbiamo lavarci e asciugarci i capelli in vacanza. Tutte le incomprensioni uomo-donna nascono da qui, sul resto ci si incontra anche.
Leggendo certe cose, mi viene da dire che il mio problema non sono le incomprensioni uomo-donna, bensì le incomprensioni che si instaurano con donne di questo (stereo)tipo. Già, è innegabile che la sottoscritta i capelli se li lava più spesso che può, perché purtroppo i miei tendono ad appesantirsi e ci tengo ad averli sempre puliti... ma non si può certo dire che trascorra un sacco di tempo ad armeggiare con phon e spazzola, anzi: nella stragrande maggioranza dei casi io i capelli non me li asciugo proprio, nemmeno d'inverno – e temo che un giorno non lontano la mia cervicale mi presenterà il conto – a meno che non debba uscire subito dopo ed essere presentabile, nel qual caso me la cavo con cinque minuti di phon a testa in giù. Per quanto riguarda le scarpe, diversamente da "tutte le donne", non vado di certo in visibilio di fronte a un tacco 12, ma il mio unico criterio quando devo scegliere un nuovo paio è: saranno comode? O meglio: sarò in grado di camminarci con disinvoltura? Ciò esclude tutti i modelli dal tacco più alto di cinque centimetri. Per fortuna sono dotata di una statura leggermente superiore alla media, oltre che di capelli abbastanza lisci da stare in ordine di per sé. Ma anche se madre natura mi avesse fatta in un altro modo, dubito che avrei accettato di assoggettarmi alla schiavitù del tacco alto e del trucco&parrucco: sono ben contenta di essere una donna che non si cura di certe cose... Di tante, troppe altre cose sì, ahimè! ;-)
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