Oggi per il mio compleanno mi hanno fatto gli auguri via e-mail, in qualche caso corredati da un buono sconto o da un accredito di punti fedeltà: lo staff di Forum HTML.it, quello di Tom's Hardware, Coop Adriatica, la Cyao Card di Carpisa e Yamamay, CartaFRECCIA, Inneov, Giovani.it, Facebook, ViviDanone e Italo (in rigoroso ordine cronologico). Ma mai come quest'anno, per fortuna, ho ricevuto tanti auguri dalle persone, ancor più che dagli automatismi: molti di questi messaggi, quale più quale meno, me li aspettavo, qualcuno mi ha davvero sorpresa... ma tutti indistintamente mi hanno fatto tanto piacere. E no, ti assicuro che non era poi così scontato... :-)
Raggiunta "una certa età" vale davvero la pena di continuare a festeggiarli, 'sti compleanni? A tal proposito, mi limito a copincollare in blocco il post che Galatea ha pubblicato in occasione del suo, di compleanno.
I compleanni sono sempre così, sul limite. Sono giorni da festeggiare con la malinconia in agguato, e quasi la depressione, ma è una depressione che nasce dal malinteso. Ci lamentiamo, uh quanto ci lamentiamo, di questi anni che passano, che ci lasciano i segni, i lividi, e soprattutto le rughe. Ci lagnano di non essere più giovani, o di non esserlo più abbastanza, come se quell’essere giovani fosse di per sè un valore, dimenticando quanto odiassimo esserlo, quando lo eravamo davvero, perché la gioventù, anche se nessuno lo dice, è anche una gran rottura di balle, un’ansia continua di non essere ancora niente e di non sapere se si riuscirà mai ad essere qualcosa, un mare di incertezze più che di possibilità, perché le possibilità e le occasioni si riconoscono a posteriori, e quando invece ti si presentano ti sembrano solo parte di quella fluida confusione che è la vita.Concludo citando la battuta del film La grande bellezza che mi è rimasta maggiormente impressa, pronunciata da Toni Servillo nel ruolo di Jep Gambardella: «La più consistente scoperta che ho fatto pochi giorni dopo aver compiuto 65 anni è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare». Di primo acchito mi è sembrato un pensiero alquanto egoista e superficiale, ma poi, riflettendoci bene, in certe circostanze... Meno male che io non son dovuta arrivare all'età di Jep per capirlo! ;-)
Festeggiamo i compleanni e non sappiamo neppure come mai: per tener fede ad un’abitudine, ad una convenzione sociale; festeggiamo con l’amaro in bocca, pensando al tempo che non abbiamo più e ad un futuro che è ormai più breve, anche se solo di un anno. Li festeggiamo, malvolentieri, perché interpretiamo il tempo che abbiamo come quello che ci viene sottratto. E invece bisogna festeggiarli perché l’unico tempo davvero nostro non è quello che abbiamo davanti e non ci appartiene ancora, ma quello che abbiamo dietro di noi, ed è l’unico che ci appartiene già.
P.S.: Questo post lo trovo decisamente più positivo rispetto a quello con lo stesso titolo che pubblicai sette anni fa. Invecchiare non è poi così male, in fondo... :-)
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