Come sottolineato dal premier Matteo Renzi in un tweet, il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha fatto bene, anzi benissimo a intervenire rimuovendo il prefetto di Perugia – non proprio un autoctono, a giudicare dalla fin troppo marcata inflessione dialettale ;-) – Antonio Reppucci, reo di essersi lasciato andare a esternazioni sulla tossicodipendenza che sarebbero già discutibili se dette al bar sorseggiando una birretta con gli amici, ma essendo state pronunciate in una conferenza stampa da un servitore dello Stato mi sembrano del tutto inaccettabili: «il cancro è lì nelle famiglie, se la mamma non si accorge che suo figlio si droga è una mamma fallita e si deve solo suicidare», e non solo. Il diretto interessato si è difeso affermando di essere stato frainteso – ohibò, mi ricorda qualcuno! ;-) – e invitando a vedere tutto il contesto del suo ragionamento... ma, caro mio, una frase del genere nun se pò senti' in qualunque contesto la metti! :-/
Applicando il medesimo metro di giudizio, comunque, mi sarebbe sembrato giusto che lo stesso Alfano facesse un passo indietro prendendosi le sue responsabilità per aver dato la notizia del fermo del presunto assassino di Yara Gambirasio in maniera inopportuna sia nei tempi sia nei modi: «Era intenzione della Procura mantenere il massimo riserbo. Questo anche a tutela dell’indagato in relazione al quale, secondo la Costituzione, esiste la presunzione di innocenza», ha dichiarato il procuratore di Bergamo Francesco Dettori. E invece Alfano non solo si è affrettato a dare l'annuncio, ma facendolo ha omesso il fondamentale aggettivo "presunto"; mi pare un'omissione non da poco, visto il ruolo da lui ricoperto. Il ministro ha reagito alle critiche obiettando che «L’opinione pubblica aveva il diritto di sapere ed ha saputo anche per essere assicurata». Dimissioni? Scherziamo?! Ma neanche a parlarne! ;-)
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