Quando si è svolta la Festa del Cinema, il film Locke, presentato fuori concorso all'ultima Mostra del Cinema di Venezia, l'ho snobbato, perché ho pensato «Se il protagonista è Tom Hardy, si tratterà senz'altro di un film d'azione». Niente di più sbagliato, posso dire adesso dopo averlo finalmente visto oggi pomeriggio: si tratta di un film avvincente, sì, ma «perfetto per i concettuali» – qualunque cosa ciò voglia dire ;-) – com'è stato definito in questo video che suggeriva cinque film da vedere approfittando della suddetta Festa del Cinema.
La vicenda si svolge in tempo reale, nel corso di un'ora e mezza, e interamente all'interno dell'abitacolo dell'automobile guidata dal protagonista Ivan Locke (Tom Hardy), diretto verso l'ospedale londinese nel quale la non più giovanissima Bethan sta per dare alla luce il bambino concepito assieme a lui in occasione dell'avventura di una sola notte. Per assumersi le proprie responsabilità di uomo, Locke dovrà trascurare quelle professionali – nel cantiere in cui lavora sta per essere effettuata un'ingente colata di calcestruzzo – e pagarne le conseguenze. Ma non solo questo: anche la sua situazione familiare ne uscirà stravolta. Credo che il succo dell'intero film si possa riassumere nella seguente battuta, riportata anche nel trailer: «Fai un solo piccolo errore, ed ecco che tutto il mondo ti crolla addosso»... in senso letterale, ma soprattutto metaforico.
Tom Hardy, bravissimo, è l'unico attore del cast ad essere presente con il volto e il corpo oltre che con la voce, affidata nell'adattamento italiano al doppiaggio di Fabrizio Pucci. Il viaggio di Locke è costellato da conversazioni telefoniche al vivavoce (con la moglie Katrina, i figli Eddie e Sean, Bethan, collaboratori e superiori) e immaginarie (con il padre morto senza lasciare di certo un buon ricordo di sé).
A me Locke è piaciuto parecchio: senza dubbio di più rispetto a Buried, altra pellicola del genere "claustrofobico", per dire. La sceneggiatura, scritta dal regista Steven Knight, è talmente ben congegnata che, se anche la situazione può risultare a tratti un tantino forzata, lo spettatore tende a dimenticarsene. Ad esempio, a qualcuno potrebbe sembrare inconcepibile che il protagonista confessi per telefono alla moglie di averla tradita... ma onestamente ho visto accadere cose per cui la vigliaccheria umana non può più stupirmi! ;-) La fotografia mi è sembrata piuttosto efficace, suggestiva e ben riuscita, considerando che le riprese si sono svolte in condizioni di luce non facili: l'intera vicenda si svolge nelle ore notturne, e il film è stato girato a febbraio 2013 nel corso di otto notti consecutive.
Nessun commento:
Posta un commento