Ha avuto una vasta eco sul Web italiano – e contribuisco volentieri a diffonderlo – l'appello lanciato da Claudia Stritof tramite il suo blog. Venerdì la giovane, mentre viaggiava sul treno Frecciarossa 9540, in un momento di distrazione è stata derubata del suo zaino contenente il pc portatile, gioielli e vestiti. Lo zaino era appartenuto alla sorella morta da pochi mesi di tumore, e l'hard disk del computer era pieno di ricordi del loro rapporto sotto forma di foto e testi. Adesso Claudia si aggrappa alla speranza che il suo appello circoli così tanto da arrivare alle orecchie del ladro e convincerlo a restituire il maltolto.
Non sono sicura di poter capire davvero fino in fondo il dolore che sta provando Claudia. Ebbene sì, di recente anch'io, per un misto di sventatezza, fiducia mal riposta nel prossimo e sottovalutazione del rischio, sono stata derubata. Ho ben presente la sensazione di sopraffazione e di intimità violata che si prova, il tormento per non essere stata abbastanza prudente, l'ansia che ti assale, i nervi che cedono. Ma tutto sommato nella sfortuna sono stata fortunata. Lo smartphone, quello sì che se me l'avessero rubato sarebbero stati cavoli amari, con tutti i dati e i profili online che ci sono memorizzati... ma per fortuna l'avevo portato con me, come faccio sempre o quasi. La mia borsa da quattro soldi, peraltro prossima alla "rottamazione", non conteneva nulla che avesse un particolare valore affettivo: certi oggetti non ho l'abitudine di portarmeli appresso. Se di cari ricordi non ce n'erano, l'unico problema è stato spremermi le meningi per fare mentalmente l'inventario del contenuto... ma niente di insostituibile, in fondo. C'era un sacco di documenti, tessere e carte fedeltà di cui sto man mano richiedendo i duplicati, e alla fine tutto sarà sistemato. C'erano poche decine di euro, assai meno dei soldi che mi sta costando far fronte a questo pasticcio... ma, come mi ripetono in tanti, i beni materiali hanno un valore relativo: sono ben altre le cose che contano davvero. Per questo mi sento spiritualmente vicina a Claudia Stritof, le mando un abbraccio virtuale e le auguro che il suo appello giunga a destinazione, tocchi il cuore del ladro (sempre che ne abbia uno) e lo convinca a restituire a questa ragazza atrocemente ferita dalla vita e adesso anche dagli uomini il bene più prezioso: i suoi ricordi. Fermo restando che quelli risiedono in primo luogo nel cuore e nella mente, e da lì nessuno potrà mai portarglieli via...
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