Ieri pomeriggio mi sono recata all'Auditorium Flaiano di Pescara per assistere al Concerto di Natale dell'Orchestra Sinfonica del Conservatorio Luisa D'Annunzio, preceduto dalla (interminabile) cerimonia di consegna dei Premi Internazionali della Società Dante Alighieri. Mentre il pubblico seduto in sala aspettava pazientemente che il tutto avesse inizio, l'impianto audio diffondeva a ripetizione la canzone Adagio interpretata dalla straordinaria Lara Fabian, la cui discografia riporta un'unica ma imperdonabile macchia: la collaborazione con Gigi D'Alessio! ;-) Per ammazzare il tempo, nonché la lancinante mestizia che tale meraviglioso ma struggente brano mi aveva suscitato, ho messo mano allo smartphone – come facevamo a ingannare l'attesa quando non esistevano?, mi sono chiesta... ;-) – ed ho cercato informazioni riguardanti la melodia che accompagna il testo scritto dalla grande cantautrice belga naturalizzata canadese: il celeberrimo Adagio di Albinoni.
Ebbene, ho scoperto che quella che con ogni probabilità risulta essere l'opera più nota del compositore veneto del Seicento Tomaso Albinoni – perlomeno io l'ho sempre conosciuta come tale – in realtà non è affatto di Albinoni, bensì del musicologo del ventesimo secolo Remo Giazotto! Quest'ultimo a suo tempo dichiarò di essersi limitato a "ricostruire" l'Adagio sulla base di una serie di frammenti di Tomaso Albinoni che sarebbero stati ritrovati tra le macerie della biblioteca di Stato di Dresda; soltanto dopo la sua morte, avvenuta nel 1998, è emerso che il brano, propriamente detto Adagio in Sol minore, è una composizione interamente originale di Giazotto. Insomma, il nostro sembra proprio essersi portato nella tomba il motivo che l'ha indotto ad attribuire a un musicista secentesco quella che in realtà era un'opera sua... e per giunta di enorme successo! Se credessi a certe cose, organizzerei una seduta spiritica per provare a domandargli: Remo, ma perché l'hai fatto?!
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