Oggi, come ogni 22 marzo, ricorre la Giornata Mondiale dell'Acqua (World Water Day), istituita dalle Nazioni Unite nel 1992. Tale ricorrenza ha la finalità di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla critica questione dell'acqua nella nostra epoca, con un occhio di riguardo all'accesso all'acqua dolce e alla sostenibilità degli habitat acquatici.
Ironia della sorte, proprio ieri pomeriggio un'improvvisa rottura di un tratto dell'adduttrice principale dell'Acquedotto Giardino ha lasciato senza acqua corrente per oltre 24 ore 19 comuni della mia zona, tra i quali Pescara, dove abito io. I problemi non sono mancati, ma noi per fortuna avevamo in casa una buona scorta di bottiglie d'acqua minerale, alle quali abbiamo fatto ricorso per cucinare e per lavarci (in quantità minima e a temperatura ambiente, non proprio un toccasana con il raffreddore che mi ritrovo :-/). Oggi verso l'ora di pranzo la situazione è finalmente tornata alla normalità. Ma questa circostanza di disagio, per quanto gestibile e di breve durata, mi ha dato modo di riflettere sul ben più grave problema dell'approvvigionamento idrico che affligge ampie zone del pianeta. Non bisogna dimenticare che la quantità di acqua dolce sulla superficie terrestre è una risorsa fissa e limitata: solamente il 2,5% dell'acqua presente sul pianeta è acqua dolce, ma di questa oltre due terzi non sono disponibili per l'utilizzo perché contenuti all'interno di ghiacciai, nevai e permafrost. E le falde acquifere sotterranee vengono sfruttate a un ritmo superiore alla loro capacità di rigenerazione. Per noi privilegiati girare la manopola del rubinetto e vederne uscire acqua potabile è divenuto un fatto scontato, mentre invece miliardi di persone meno fortunate non hanno acqua a sufficienza per far crescere i raccolti e per allevare il bestiame, devono sobbarcarsi tragitti lunghi e faticosi per trasportare il prezioso liquido da pompe e sorgenti verso le abitazioni, e inoltre sono costrette a dissetarsi con acqua non pulita, con il rischio di contrarre malattie anche letali.
Colgo infine l'occasione di segnalare che questa sera allo Stammtisch Tavern di Chieti Scalo suoneranno i Rezophonic: più che una band vera e propria, un progetto musicale/sociale promosso da Mario Riso per raccogliere fondi da destinare a progetti ambientalisti, tra i quali appunto la costruzione di pozzi in Africa.
[L'immagine che apre il post l'ho presa dalla pagina Facebook di AvoiComunicare]
Quello dell'acqua diventerà un grossissimo problema nel futuro.
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