È così che la scorsa settimana ho visto Cloud Atlas (qui il trailer), scritto e diretto dai fratelli Wachowski assieme a Tom Tykwer. Si tratta senza dubbio di un film di fantascienza raro, se non unico, nel suo genere: nelle quasi tre ore di durata si intrecciano sei storie (Il viaggio nel Pacifico di Adam Ewing, Lettere da Zedelghem, Half-Lives - Il primo caso di Luisa Rey, L'orribile impiccio del signor Cavendish, La preghiera di Sonmi~451, Sloosha Crossing e tutto il resto) ambientate in luoghi e tempi diversi ma in qualche modo legate fra loro. La sinossi ufficiale del film recita «Un'epica storia del genere umano nella quale le azioni e le conseguenze delle nostre vite si intrecciano attraverso il passato, il presente e il futuro come una sola anima è trasformata da un assassino in un salvatore e un unico atto di gentilezza si insinua nei secoli sino ad ispirare una rivoluzione». Per quanto mi riguarda, confesso che i temi della reincarnazione e del destino, ricorrenti nel film come pure nell'omonimo romanzo di David Mitchell da cui è tratto, hanno avuto scarsa presa su di me... mentre la peculiarità che più mi ha colpita è stata il fatto che gli attori protagonisti (gente del calibro di Tom Hanks, Halle Berry, Hugh Grant, Susan Sarandon, solo per citare i più famosi) siano presenti in tutte le storie e ricoprano in ognuna ruoli spesso radicalmente differenti tra loro, a volte addirittura di sesso opposto. Soltanto osservando gli spezzoni proiettati all'inizio dei titoli di coda sono riuscita ad associare i vari attori a ciascuno dei personaggi che interpretavano, perché in più di un caso l'eccellente lavoro svolto da truccatori, parrucchieri e costumisti li aveva resi del tutto irriconoscibili...
Tra i film che negli ultimi due anni ho avuto modo di vedere grazie a Grande Cinema 3 c'è stato il primo I soliti idioti: diciamo che non avrei mai sborsato un euro per vederlo, ma siccome quella settimana la promozione non offriva niente di meglio, ho colto l'occasione per sperimentare in prima persona la comicità grossolana prediletta da schiere di gggiovani. La mia impressione è stata tutt'altro che positiva, a tal punto che, quando giorni fa il multisala The Space di Montesilvano mi ha offerto l'opportunità di assistere all'anteprima gratuita (la seconda nel giro di due mesi, dopo quella di Ralph Spaccatutto) della commedia romantica Pazze di me (qui il trailer), il primo film da protagonista di Francesco Mandelli, uno dei due "soliti idioti" assieme a Fabrizio Biggio, devo ammettere che ero un tantino prevenuta al riguardo... e invece dopo averlo visto lunedì scorso mi sono decisamente dovuta ricredere. Dopo il successo di Notte prima degli esami, Ex, Maschi contro femmine e Femmine contro maschi, per l'ennesima volta il regista Fausto Brizzi porta sul grande schermo una sceneggiatura magari non troppo realistica ma ricca di trovate spassose che si susseguono a un ritmo irresistibile. Ecco la trama in sintesi:
Nella vita di Andrea (Francesco Mandelli), che quando era solo un bambino vide suo padre andar via di casa, ci sono sette femmine piuttosto invadenti: l'inflessibile mamma (Loretta Goggi), l'anziana nonna (Lucia Poli), la badante della nonna (Paola Minaccioni), le tre "terribili" sorelle (Chiara Francini, Claudia Zanella e Marina Rocco) e una cagnolona di razza bulldog (ecco perché non ho parlato di sette "donne"). Riuscirà il nostro eroe a preservare la sua storia d'amore con Giulia (Valeria Bilello) dagli influssi di una famiglia così impegnativa?Come dicevo, il protagonista assoluto è Francesco Mandelli, in una parte stavolta per nulla volgare e addirittura capace di ispirare tenerezza, mentre gli altri ruoli maschili rimangono in secondo piano, pur avendo un certo peso ai fini della storia: ad impersonarli ci sono attori italiani popolari come Flavio Insinna, Maurizio Micheli, Gioele Dix e Luca Argentero.
Il pezzo forte della colonna sonora dovrebbe essere il brano Meraviglioso amore mio interpretato da Arisa... ma in fondo il vero tema portante della trama è Cocco e Drilli, la canzone vincitrice del sedicesimo Zecchino d'Oro nel 1974. Io non la conoscevo, tanto più che all'epoca non ero neanche nata, ma adesso che l'ho scoperta la trovo assolutamente adorabile!!! :-)
Per finire, l'altroieri Grande Cinema 3 mi ha offerto la visione gratuita di Django Unchained (qui il trailer), il nuovo film di Quentin Tarantino di cui avevo sentito dire un gran bene. Anche se non me la sento di condividere tanto entusiasmo, devo ammettere che si tratta di una pellicola abbastanza divertente e avvincente. Da buon cinefilo, il regista mescola sapientemente svariati ingredienti: un bel po' di western, con svariati omaggi a pellicole del passato, tanta azione, litri e litri di sangue finto (stiamo parlando pur sempre del regista di Kill Bill), una buona dose di umorismo e un tocco di sentimento. Senza dimenticare qualche valido spunto di riflessione su quel tristissimo capitolo della storia americana che è stato lo schiavismo.
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