- I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta.
- I grandi amano le cifre. Quando voi gli parlate di un nuovo amico, mai si interessano alle cose essenziali. Non si domandano mai: «Qual è il tono della sua voce? Quali sono i suoi giochi preferiti? Fa collezione di farfalle?». Ma vi domandano: «Che età ha? Quanti fratelli? Quanto pesa? Quanto guadagna suo padre?». Allora soltanto credono di conoscerlo.
- Devo pur sopportare qualche bruco se voglio conoscere le farfalle, sembra che siano così belle.
- È molto più difficile giudicare se stessi che gli altri.
- Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo.
- Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi.
- È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante.
- Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa...
- Ma gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare col cuore.
martedì 29 giugno 2010
Le Petit Prince
Google ha dedicato l'odierno logo allo scrittore e aviatore francese Antoine de Saint-Exupéry, in occasione del centodecesim... ehm, centesimo decim... vabbe', 110° anniversario della nascita dell'autore de Il piccolo principe, la sua opera di gran lunga più conosciuta: un racconto fantastico ricco di poesia destinato ai bambini... di tutte le età! ;-) Ho approfittato della ricorrenza per tornare a sfogliare la mia copia che, a differenza degli altri volumi per l'infanzia, relegati ormai da tempo in soffitta, ho voluto conservare in camera mia... e per selezionare alcune significative citazioni, quasi metà delle quali è tratta dal bellissimo capitolo 21. (Oltre alla versione originale, segnalo anche un sito ceco che ospita, sia pur con parecchi refusi, la traduzione italiana)
domenica 27 giugno 2010
Specialità abruzzesi
Di recente ho scoperto l'esistenza di Clamori di Gola, un'azienda alimentare abruzzese che confeziona specialità tipiche locali, e ho avuto modo di assaggiare i calcionetti e i fiadoni surgelati, presumibilmente più facili da reperire nei grandi ipermercati della zona. Chi non a torto predilige i piatti fatti in casa probabilmente avrà già storto il naso... ma dall'alto della mia pluriennale esperienza in fatto di surgelati ;-) non sono rimasta per niente delusa. Magari non saranno all'altezza dei migliori prodotti freschi, però sono buoni... e tenerne una piccola scorta nel congelatore mi sembra una buona soluzione per poter gustare certe prelibatezze anche "fuori stagione": i fiadoni infatti sarebbero tipici del periodo pasquale, anche se oramai sono reperibili tutto l'anno, mentre i calcionetti, che di solito acquisto presso la Chitarra Antica in pieno centro, si trovano specialmente sotto Natale. A proposito di dolci abruzzesi, qui c'è una rassegna da far venire l'acquolina in bocca, comprendente le sise delle monache (qui alcune curiosità sul nome), che ho assaggiato per la prima volta nel corso del BeachCamp 2009. :-P
Sempre sull'argomento "cucina tipica abruzzese"... oggi ho pranzato in campagna, a Pianella, presso il ristorante "Lu piatte calle", il cui nome in dialetto denota l'impronta tradizionale. È stato un pranzo davvero soddisfacente: antipasti misti in quantità, e poi delle porzioni di primo così abbondanti che una basta e avanza per due persone... il tutto davvero fresco e genuino. Il secondo? Beh, essendo già fin troppo sazi, abbiamo preferito rinunciare... magari la prossima volta! Infatti ci torneremo di sicuro, tanto più che il conto tutt'altro che salato è stato una piacevole sorpresa.
P.S.: Anche se magari non sembra, questo post l'ho scritto senza nessuna "sponsorizzazione". Comunque, se per caso qualcuno degli esercizi citati volesse ringraziarmi offrendomi un po' di leccornie, non mi offendo mica... ;-)
Sempre sull'argomento "cucina tipica abruzzese"... oggi ho pranzato in campagna, a Pianella, presso il ristorante "Lu piatte calle", il cui nome in dialetto denota l'impronta tradizionale. È stato un pranzo davvero soddisfacente: antipasti misti in quantità, e poi delle porzioni di primo così abbondanti che una basta e avanza per due persone... il tutto davvero fresco e genuino. Il secondo? Beh, essendo già fin troppo sazi, abbiamo preferito rinunciare... magari la prossima volta! Infatti ci torneremo di sicuro, tanto più che il conto tutt'altro che salato è stato una piacevole sorpresa.
P.S.: Anche se magari non sembra, questo post l'ho scritto senza nessuna "sponsorizzazione". Comunque, se per caso qualcuno degli esercizi citati volesse ringraziarmi offrendomi un po' di leccornie, non mi offendo mica... ;-)
giovedì 24 giugno 2010
Tenere accesi i riflettori
Torno a occuparmi della situazione a L'Aquila. Segnalo che il sindaco del capoluogo abruzzese, Massimo Cialente, ha espresso le proprie preoccupazioni e speranze relative alla ricostruzione nel corso dell'odierno consiglio comunale, che in via straordinaria si è svolto in Piazza Navona a Roma. Vale inoltre la pena di leggere l'accorata lettera nella quale Cialente illustra la situazione della sua città al direttore del settimanale Oggi Umberto Brindani, nonché guardare e soprattutto ascoltare il video dell'intervista rilasciata dal sindaco aquilano al blogger Diego Bianchi, aka Zoro, alla vigilia della manifestazione di cui ho parlato l'altro giorno.
mercoledì 23 giugno 2010
QR Code, che passione!
Probabilmente ti sarà già capitato, navigando in Rete, di imbatterti in bizzarre immagini composte da quadratini bianchi e neri, come quella che puoi vedere qui accanto. Ebbene, ammesso che tu non lo sappia già, si tratta di un codice QR, in pratica un codice a barre bidimensionale ideato dall'azienda giapponese Denso Wave il cui contenuto può essere decodificato in modo rapido: QR sta appunto per Quick Response, ovvero "risposta rapida". Il QR Code è un codice aperto «nel senso che è rivelata la sua specifica e che il diritto di brevetto posseduto da Denso Wave non è esercitato».
Benché i codici QR siano diffusi soprattutto in Giappone, non di rado oramai capita di vederli usati anche in Occidente, e sono sempre più comuni le applicazioni mobili che li gestiscono sfruttando la fotocamera di cui sono dotati praticamente tutti i telefonini recenti. Ma quale sarebbe l'utilità?, ti starai forse chiedendo. Beh, ad esempio, la possibilità di generare e distribuire un codice QR contenente i propri dati personali può costituire una valida alternativa ai classici biglietti da visita! :-)
L'immagine qui sopra, generata utilizzando questo servizio (che supporta anche contenuti di tipo testo, numero telefonico e SMS), rappresenta l'URL di questo blog; puoi verificarlo decodificandola mediante quest'altra pagina.
Benché i codici QR siano diffusi soprattutto in Giappone, non di rado oramai capita di vederli usati anche in Occidente, e sono sempre più comuni le applicazioni mobili che li gestiscono sfruttando la fotocamera di cui sono dotati praticamente tutti i telefonini recenti. Ma quale sarebbe l'utilità?, ti starai forse chiedendo. Beh, ad esempio, la possibilità di generare e distribuire un codice QR contenente i propri dati personali può costituire una valida alternativa ai classici biglietti da visita! :-)
L'immagine qui sopra, generata utilizzando questo servizio (che supporta anche contenuti di tipo testo, numero telefonico e SMS), rappresenta l'URL di questo blog; puoi verificarlo decodificandola mediante quest'altra pagina.
lunedì 21 giugno 2010
Alla scoperta dell'ndie
Fine settimana all'insegna della musica indie, qui a Pescara: venerdì 25, sabato 26 e domenica 27, presso il Parco della ex Caserma Di Cocco, avrà luogo la settima edizione dell'IndieRocket Festival, organizzata da Skyline Lab con il sostegno tra l'altro dell'Associazione Movimentazioni già menzionata più volte in questo blog. Saranno sul palco le migliori band della scena indipendente internazionale, provenienti da Italia, Inghilterra, Spagna, Francia, Germania e Cile. Un'ottima occasione per ascoltare qualcosa di diverso dalla solita musica commerciale propinata dalle radio, e magari per scoprire qualche artista interessante che varrà la pena di continuare a seguire. Per quanto mi riguarda, ho già imparato che c'è differenza tra musica indipendente e musica indie (finora mi era chiaro soltanto che la geografia non c'entra nulla...! ;-)).
Ecco i link alle pagine MySpace dei gruppi che si esibiranno, in ordine di apparizione secondo la pagina del programma (tramite la quale è anche possibile accedere a una breve scheda di presentazione di ciascun gruppo, corredata da un "assaggino" audio e/o video).
P.S.: La locandina con lo scoiattolo chitarrista è de-li-zio-sa! :-)
Ecco i link alle pagine MySpace dei gruppi che si esibiranno, in ordine di apparizione secondo la pagina del programma (tramite la quale è anche possibile accedere a una breve scheda di presentazione di ciascun gruppo, corredata da un "assaggino" audio e/o video).
- Death Mantra For Lazarus
- The Blues Against Youth
- Jester At Work
- Movie Star Junkies
- The Mojomatics
- John & Jehn
- The Chap
- Mui
- Appaloosa
- Wild Palms
- Dakota Days
- Architeq
- Panico
- Black Strobe
- Omnibass
P.S.: La locandina con lo scoiattolo chitarrista è de-li-zio-sa! :-)
domenica 20 giugno 2010
L'emergenza non è finita
È passato più di un anno da quel 6 aprile 2009 in cui un devastante terremoto mise in ginocchio la città de L'Aquila. A distanza di quattordici mesi e mezzo, qual è oggi la situazione nelle zone colpite dal sisma? Davvero è tutto sotto controllo, come molti mezzi di informazione sembrano dare a intendere? Non proprio, a quanto pare. Ad esempio, eri al corrente del fatto che tre giorni fa nel capoluogo abruzzese si è svolta un'importante manifestazione per chiedere al governo agevolazioni fiscali ed aiuti economici per la ricostruzione? Probabilmente no... perché, ammesso che qualche emittente televisiva locale abbia dato risalto alla notizia, quel che più conta è che le reti nazionali non l'hanno fatto. Vorrei quindi invitarti a leggere il post pubblicato su Terremoto09, un blog curato da volontari che dall'aprile dell'anno scorso hanno a cuore le sorti delle popolazioni terremotate, e a seguire i successivi aggiornamenti.
venerdì 18 giugno 2010
Un mestiere scomodo
Ieri pomeriggio, presso la Libreria Edison di via Carducci a Pescara, ho assistito a un evento organizzato dall'Associazione Riformando del quale ero venuta a conoscenza grazie ad AbruzzoBlog: la presentazione del libro Le mani sul TG1. Da Vespa a Minzolini: l'ammiraglia RAI in guerra. L'autore è il giornalista Giulio Borrelli, che del primo telegiornale nazionale è stato anche direttore (dal 1998 al 2000), mentre da dieci anni è corrispondente dagli Stati Uniti; fra l'altro toccò a lui raccontare ai telespettatori di Raiuno gli sconvolgenti attentati dell'11 settembre 2001.
Il titolo del libro è abbastanza esplosivo, e a quanto pare i contenuti non sono da meno: non per niente poche testate oltre all'Espresso ne hanno parlato, né sembra un caso che ad assumersi l'onere di pubblicarlo sia stata una casa editrice "giovane" nel senso migliore del termine (tra l'altro pubblica il Canemucco) ma non esattamente di primo piano come la Coniglio Editore (nel corso dell'incontro non è mancato un accenno di battuta sul coraggio da leone e sulla furbizia da volpe del titolare, che di cognome fa appunto Coniglio ;-)).
La testimonianza diretta e documentata di Borrelli, il quale svela meccanismi interni, retroscena, episodi sconosciuti o rimossi mettendo tra l'altro a nudo i tentativi di ingerenza della politica nella gestione del servizio pubblico, risulta di particolare attualità in un periodo in cui i cambiamenti avvenuti in seno al Tg1 sono sotto gli occhi di tutti:
Oltre all'autore del libro, nel corso della presentazione hanno preso la parola Mario Ciampi, direttore della fondazione politico-culturale Farefuturo presieduta da Gianfranco Fini, e Gianni Cuperlo, deputato del Partito Democratico ma anche blogger ed esperto di comunicazione.
Il titolo del libro è abbastanza esplosivo, e a quanto pare i contenuti non sono da meno: non per niente poche testate oltre all'Espresso ne hanno parlato, né sembra un caso che ad assumersi l'onere di pubblicarlo sia stata una casa editrice "giovane" nel senso migliore del termine (tra l'altro pubblica il Canemucco) ma non esattamente di primo piano come la Coniglio Editore (nel corso dell'incontro non è mancato un accenno di battuta sul coraggio da leone e sulla furbizia da volpe del titolare, che di cognome fa appunto Coniglio ;-)).
La testimonianza diretta e documentata di Borrelli, il quale svela meccanismi interni, retroscena, episodi sconosciuti o rimossi mettendo tra l'altro a nudo i tentativi di ingerenza della politica nella gestione del servizio pubblico, risulta di particolare attualità in un periodo in cui i cambiamenti avvenuti in seno al Tg1 sono sotto gli occhi di tutti:
- volti storici del notiziario che lasciano la conduzione in maniera "spintanea" (Maria Luisa Busi) oppure vengono allontanati dal direttore Augusto Minzolini in persona (Tiziana Ferrario, Paolo Di Giannantonio e Piero Damosso);
- i discussi editoriali del direttore stesso;
- notizie (se così si possono chiamare) a dir poco frivole che ottengono un risalto spropositato, mentre informazioni ben più rilevanti vengono di fatto travisate oppure declassate a livello di gossip;
- una crisi di ascolti senza precedenti, il che dovrebbe avere una certa importanza in un contesto in cui le logiche commerciali oramai la fanno da padrone...
Oltre all'autore del libro, nel corso della presentazione hanno preso la parola Mario Ciampi, direttore della fondazione politico-culturale Farefuturo presieduta da Gianfranco Fini, e Gianni Cuperlo, deputato del Partito Democratico ma anche blogger ed esperto di comunicazione.
giovedì 17 giugno 2010
Quante foto, su Facebook!
L'altro giorno, mentre passavo in rassegna un'interessante galleria di foto caricate su Facebook, mi sono domandata: possibile che, volendole scaricare sul mio computer, non ci sia alternativa alla snervante incombenza di salvarle una per una? Effettivamente un altro modo ci sarebbe... anzi, ne ho trovati addirittura due! :-)
- La prima è PhotoGrabber, una piccola applicazione open source che ti consente di scaricare da Facebook tutte le foto del tuo profilo e di quello dei tuoi amici in lista in maniera completamente automatica. Il software non necessita di installazione, ma al primo avvio richiede di autorizzare l'applicazione su Facebook. Una volta lanciato il programma ed effettuato il login, non devi far altro che cliccare su «I want to download...», selezionare un utente dall'elenco e cliccare su «Begin Download» per ritrovarti in men che non si dica tutte le foto della persona scelta in una cartella del tuo hard disk (uhm, a meno che non mi sfugga qualcosa, il procedimento non sembra funzionare per gli album... :-S). Una volta terminato lo scaricamento, dopo che avrai cliccato su «That's It!», il programma ti chiederà se desideri che sulla tua bacheca venga pubblicato un annuncio del tipo «[Tizio] downloaded [N] pictures of [Caio] with PhotoGrabber!», il che potrebbe risultare «both hilarious and embarrassing for you» ;-); a questo punto puoi scegliere se cliccare su «OK» oppure su «Annulla». (via downloadblog)
- Per scaricare invece foto pubbliche legate ad esempio a un evento o a un gruppo, ecco l'immancabile estensione per Mozilla Firefox: FacePAD, che sta per «Facebook Photo Album Downloader». Dopo averla installata, devi soltanto cliccare con il pulsante destro del mouse sul link dell'album che ti interessa, selezionare «Download Album with FacePAD», e a questo punto cliccare su «Salva» per ciascun singolo file: una lungaggine evitabile, tanto più che probabilmente le foto vorrai salvarle tutte nella stessa cartella... ma sempre meglio che cliccare con il pulsante destro su ogni file e selezionare «Salva immagine con nome»! (via Luca Mercatanti)
martedì 15 giugno 2010
Tra libri e film
Giorni fa, seguendo un thread su FriendFeed, sono venuta a sapere che presso le librerie Feltrinelli era in corso una promozione riservata ai titolari di Carta Più: il 30% di sconto ogni tre titoli. Incurante dei silenziosi appelli lanciatimi da svariati volumi in attesa da tempo nella mia libreria («Ma che fai?! Leggi prima me, ti scongiuro!»), ho voluto approfittare dell'offerta e mi sono recata in corso Umberto ritornando con il seguente bottino: La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano, La caccia al tesoro di Andrea Camilleri (nulla a che vedere con quella rivendicata da Daniele Luttazzi... ;-)) e Spinoza, un libro serissimo.
Il primo, del quale ho atteso a lungo ma invano l'uscita in formato tascabile (per l'ingombro, più che per il costo), sarà il prossimo al quale mi dedicherò... promesso! :-) Il secondo l'ho letto tutto d'un fiato fra venerdì e sabato, ma se devo essere sincera non mi ha entusiasmato: anche se a tratti è piuttosto avvincente (impagabile il commissario Montalbano che a dispetto dell'età che avanza appare «priciso 'ntifico a Brusi Vìllisi» – Catarella dixit – o si mette a parlare in «legal-burocratese»), risulta spesso prevedibile, ripetitivo... e con un tocco noir troppo marcato che pare voler strizzare l'occhio a Millennium di Stieg Larsson. A proposito, domenica sera sono andata a vedere La regina dei castelli di carta, il film tratto dall'ultimo volume della trilogia... e l'ho trovato abbastanza deludente: contorto, inverosimile e per nulla all'altezza di Uomini che odiano le donne neppure dal punto di vista del pathos e della tensione.
Spinoza (che per qualche misteriosa ragione ho trovato nello scaffale di economia, accanto a Bentornato Marx :-S) è tratto da Spinoza, un blog serissimo, il mio blog satirico preferito (il quale si avvale degli esilaranti contributi degli iscritti al forum), ed è a cura di Stefano Andreoli e Alessandro Bonino, già curatori dello spassosissimo Sempre cara mi fu quest'ernia al colon. Il volume lo tengo sopra il comodino e lo leggo a piccole dosi, centellinando l'ampia selezione di battute, dove molte di quelle già pubblicate nel blog si alternano ad altre inedite. Ecco alcuni esempi, tratti dai capitoletti monotematici (impreziositi da titoli che da soli valgono, come dire, il prezzo del biglietto :-D) inframmezzati da irresistibili miscellanee di graffianti battute su politica, cronaca e attualità:
Il primo, del quale ho atteso a lungo ma invano l'uscita in formato tascabile (per l'ingombro, più che per il costo), sarà il prossimo al quale mi dedicherò... promesso! :-) Il secondo l'ho letto tutto d'un fiato fra venerdì e sabato, ma se devo essere sincera non mi ha entusiasmato: anche se a tratti è piuttosto avvincente (impagabile il commissario Montalbano che a dispetto dell'età che avanza appare «priciso 'ntifico a Brusi Vìllisi» – Catarella dixit – o si mette a parlare in «legal-burocratese»), risulta spesso prevedibile, ripetitivo... e con un tocco noir troppo marcato che pare voler strizzare l'occhio a Millennium di Stieg Larsson. A proposito, domenica sera sono andata a vedere La regina dei castelli di carta, il film tratto dall'ultimo volume della trilogia... e l'ho trovato abbastanza deludente: contorto, inverosimile e per nulla all'altezza di Uomini che odiano le donne neppure dal punto di vista del pathos e della tensione.
Spinoza (che per qualche misteriosa ragione ho trovato nello scaffale di economia, accanto a Bentornato Marx :-S) è tratto da Spinoza, un blog serissimo, il mio blog satirico preferito (il quale si avvale degli esilaranti contributi degli iscritti al forum), ed è a cura di Stefano Andreoli e Alessandro Bonino, già curatori dello spassosissimo Sempre cara mi fu quest'ernia al colon. Il volume lo tengo sopra il comodino e lo leggo a piccole dosi, centellinando l'ampia selezione di battute, dove molte di quelle già pubblicate nel blog si alternano ad altre inedite. Ecco alcuni esempi, tratti dai capitoletti monotematici (impreziositi da titoli che da soli valgono, come dire, il prezzo del biglietto :-D) inframmezzati da irresistibili miscellanee di graffianti battute su politica, cronaca e attualità:
- Il caso D'Addario: «Non sapevo fosse una escort. Io avevo chiesto una brava».
- Il G8: «Ai giornalisti Usa soltanto sette righe di biografia su Berlusconi. Ora sappiamo quanto si può parlare di lui senza menzionare i suoi processi».
- Il compleanno del premier: «Berlusconi compie gli anni nel giorno dell'approvazione dello scudo fiscale. Per una volta è il festeggiato a fare il regalo ai suoi amici».
- Il lodo Alfano: «Bocciato il lodo Alfano. Ma senza dubbio ci riproverà il prossimo anno».
- Le primarie del Pd: «Rutelli minaccia di lasciare il Pd. Però non è chiaro a chi sia rivolta la minaccia».
- I fatti di Rosarno: «La Lega non si esprime: sembra che non vogliano intervenire nelle questioni di politica estera».
- Berlusconi indagato a Trani: «Coinvolto nell'inchiesta anche Minzolini. Il solito cliché del maggiordomo».
- La manifestazione del Pdl a Roma: «Preparato un tricolore di cinquecento metri. Bossi si è raccomandato il doppio velo».
- Le elezioni amministrative: «Renzo Bossi ha ottenuto 12.893 voti. Quasi tutti ex compagni di classe».
- I contrasti tra Fini e Berlusconi: «Il Pdl rischia di dividersi in due. Finalmente avremo un'opposizione».
domenica 13 giugno 2010
Twittare via SMS
Eh no... sinceramente Twitter non l'ho mai usato più di tanto: finora ho totalizzato appena qualche decina di tweet. Ricordavo però di aver letto da qualche parte che, rispetto a social network come Facebook e FriendFeed, il servizio gratuito di microblogging presentava almeno un vantaggio, e cioè la possibilità di twittare semplicemente tramite SMS: una bella comodità, quando si è in giro senza connessione e magari si è colti dall'astinenza da Web 2.0! ;-) (Scherzi a parte, in certe circostanze l'opportunità di comunicare con i propri follower anche quando si è in mobilità potrebbe rivelarsi preziosa) Il problema è che, andando a spulciare sotto Impostazioni → Cellulare, ho scoperto che l'Italia non figura nell'elenco dei Paesi per i quali è previsto il supporto del servizio SMS (Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Australia, Bhutan, Germania, Haiti, India, Indonesia, Irlanda, Giamaica, Giordania, Kuwait, Macedonia, Nauru, Nuova Zelanda, Nicaragua, Papua Nuova Guinea, Romania, Arabia Saudita, Sri Lanka, Svezia, Tonga).
Facendo una veloce ricerca con Google, ho comunque scoperto Twitty, un mezzo alternativo tramite il quale puoi aggiornare il tuo status di Twitter direttamente da cellulare con un semplice SMS, facendo attenzione a rispettare il limite di 140 caratteri, senza costi aggiuntivi rispetto a quelli previsti dal tuo operatore di telefonia mobile. Non devi far altro che cliccare sul pulsante Sign in with Twitter presente in questa pagina, inserire il tuo nome utente/indirizzo e-mail e la password di Twitter e poi cliccare sul pulsante Accedi per autorizzare l'applicazione SMS (Twitty) ad accedere al tuo account di Twitter. A questo punto ti verrà fornito il numero Wind al quale potrai inviare i tuoi tweet, e che ti consiglio di memorizzare nella rubrica del tuo cellulare; per completare la procedura dovrai però renderti riconoscibile comunicando al sistema il numero di cellulare italiano dal quale intendi inviare gli SMS, cliccando su Inserisci o cambia il tuo numero di cellulare e poi su Conferma dopo aver inserito il numero.
Questo è il mio primo e finora unico tweet inviato con Twitty (c'era già stato un tentativo andato a vuoto, probabilmente perché avevo superato il limite di 140 caratteri), mentre quest'altro l'ho postato subito dopo da web per esprimere timidamente la mia soddisfazione! :-)
P.S.: Per saperne di più su come funziona Twitty, puoi visitare il blog di IPnext.
Facendo una veloce ricerca con Google, ho comunque scoperto Twitty, un mezzo alternativo tramite il quale puoi aggiornare il tuo status di Twitter direttamente da cellulare con un semplice SMS, facendo attenzione a rispettare il limite di 140 caratteri, senza costi aggiuntivi rispetto a quelli previsti dal tuo operatore di telefonia mobile. Non devi far altro che cliccare sul pulsante Sign in with Twitter presente in questa pagina, inserire il tuo nome utente/indirizzo e-mail e la password di Twitter e poi cliccare sul pulsante Accedi per autorizzare l'applicazione SMS (Twitty) ad accedere al tuo account di Twitter. A questo punto ti verrà fornito il numero Wind al quale potrai inviare i tuoi tweet, e che ti consiglio di memorizzare nella rubrica del tuo cellulare; per completare la procedura dovrai però renderti riconoscibile comunicando al sistema il numero di cellulare italiano dal quale intendi inviare gli SMS, cliccando su Inserisci o cambia il tuo numero di cellulare e poi su Conferma dopo aver inserito il numero.
Questo è il mio primo e finora unico tweet inviato con Twitty (c'era già stato un tentativo andato a vuoto, probabilmente perché avevo superato il limite di 140 caratteri), mentre quest'altro l'ho postato subito dopo da web per esprimere timidamente la mia soddisfazione! :-)
P.S.: Per saperne di più su come funziona Twitty, puoi visitare il blog di IPnext.
venerdì 11 giugno 2010
Chicche di Google
Ieri maury ha segnalato nel suo tumblelog un aneddoto raccontato su DownloadBlog, che... beh, stenterei a crederci, se non fosse per la documentazione audio! :-O A meno che non si tratti di un fake, a quanto pare una signora ha telefonato al supporto tecnico perché voleva disattivare il gioco, soprattutto a causa del baccano (ma insomma... per decidere di disabilitare l'audio, ad esempio premendo Fn+F8 sul notebook o Fn+F7 sul netbook come faccio io, o magari di chiudere la scheda del browser, ci vuole forse un teNNico? ;-)). Il fatto che l'operatore al telefono abbia trattenuto a stento una risata mi ha richiamato alla memoria una vecchia storiella raccolta tempo fa in Rete... :-D
Cliente: «Salve, è il Supporto Tecnico?».Sullo stesso genere, ecco alcuni altri aneddoti, fra i miei preferiti! :-D
Tecnico: «Sì. Come posso aiutarla?».
Cliente: «Il porta-tazza del mio PC si è rotto e sono ancora in garanzia».
Tecnico: «Mi scusi, ma lei ha detto porta-tazza?».
Cliente: «Sì, è sul frontale del mio computer».
Tecnico: «Perdoni se le sembro un po' perplesso, ma è perché lo sono. Lo ha ricevuto come parte di una promozione, in qualche fiera? Come le è arrivato questo porta-tazza? Ha qualche marchio inciso sopra?».
Cliente: «È arrivato insieme al computer, non so nulla di nessuna promozione. C'è solo scritto 4x sopra».
A questo punto il tecnico ha spento il suo microfono, perché non è più riuscito a trattenersi dal ridere. Il cliente stava usando lo sportello del drive CD-ROM come un porta-tazza, tenendolo sempre aperto.
- Compaq sta considerando di cambiare il comando «Press Any Key» in «Press Return Key» a causa delle continue chiamate che chiedono quale sia il tasto Any.
- A un'altra cliente viene chiesto di spedire indietro una copia dei suoi dischetti difettosi. Pochi giorni dopo arriva una busta contenente le fotocopie dei dischetti.
- Un cliente confuso chiama IBM per un problema di stampa di documenti. Egli dice al tecnico che il computer gli ha detto «Couldn't find printer». L'utente ha provato girando il monitor verso la stampante, ma il computer continua a non vederla.
- Un altra cliente chiama la Compaq per dire che il suo nuovo computer non funziona. Dice che ha disimballato l'unità, ha inserito la spina ed è stata 20 minuti seduta lì davanti aspettando che succedesse qualcosa. Quando le viene chiesto cosa è successo quando ha premuto l'interruttore, lei chiede «Quale interruttore?».
Tornando appunto a Gògol... ;-) ecco qualche altra curiosità recente.
In occasione del campionato mondiale di calcio che inizia proprio oggi, l'azienda di Mountain View ha sfornato l'immancabile logo...
... e pure un Easter Egg: come accennato qui, se provi a googlare «coppa del mondo» oppure «world cup», la solita scritta «Goo...ogle» che compare in fondo alla SERP...
... ecco cosa diventa! :-)
Ieri, infine, chi ha visitato la home page del sito si sarà accorto che sullo sfondo comparivano svariate immagini, come ad esempio la seguente.
Questa novità, introdotta per presentare la nuova feature di personalizzazione del motore di ricerca, è durata solo un giorno, dopodiché si è tornati al tradizionale sfondo bianco. Chi comunque desiderasse impostare una particolare immagine di sfondo, d'ora in poi potrà farlo accedendo al proprio Google Account.
martedì 8 giugno 2010
Le monete false
Accidenti, la stanchezza si fa sentire... ma prima di andare a nanna volevo lasciarti un quesito non troppo arduo (sfido, a conoscere la soluzione... ;-)). Voilà!
Hai dieci pile di dieci monete da cinquanta centesimi ciascuna. Uno dei mucchietti è fatto di tutte monete false, ma non sai quale; conosci però il peso di una moneta buona, e sai che una moneta falsa pesa un grammo in più del dovuto. Le monete possono essere pesate con una bilancia a molla.
Qual è il minimo numero di pesate che devi fare per determinare qual è il mucchietto di monete false?
lunedì 7 giugno 2010
Un edificante caso di ravvedimento? Non proprio...
Qualche giorno fa ho ricevuto un e-mail in inglese, dal titolo Charity Request (richiesta di carità).
Segnalo che più d'uno, avendo subodorato l'inganno, non si è limitato a ignorare il messaggio, ma si è preso la briga di rispondergli, a questo fantomatico signor Adada... ;-)
Questo non è il primo caso di e-mail spammatoria di tal genere che ricevo. Tempo fa mi arrivò un messaggio firmato Susan Shabangu... ma il nome della signora, la quale fa tuttora parte del Governo del Sudafrica, era stato semplicemente usato come esca dagli spammer per una truffa del tipo «dead husband fortune», ossia «patrimonio del marito defunto» (Ms. Shabangu è realmente vedova), il cui meccanismo è spiegato qui e qui.
Hello Friend,Ed ecco qui di seguito la traduzione in italiano...
I am Mr. Adada an Oil merchant in Iraq; i have been diagnosed with esophageal cancer.
It has defied all forms of medical treatment, and right now I have only about a few months to live, according to medical experts, just recently my doctor inform me i have a few weeks to live due to the esophageal cancer. I have not particularly lived my life so well, as I never really cared for anyone (not even myself) but my business. Though I am very rich, I was never generous, I was always hostile to people and only focused on my business as that was the only thing I cared for. But now I regret all this as I now know that there is more to life than just wanting to have or make all the money in the world. I have decided to give alms to charity organizations, as I want this to be one of the last good deeds I do on earth. The last of my money which no one knows of is the huge cash deposit of fifteen million dollars $15, 000, 000,00 that I have with a finance/Security Company abroad. I will want you to help me collect this deposit and dispatched it to charity organizations. It may interest you to know that I have set aside 10% for you and for your time.
God be with you.
Mr. Adada
Ciao amico,Però, davvero toccante, la vicenda di un uomo che a un passo dalla morte si rammarica di aver condotto un'esistenza troppo gretta e arida e desidera darle un senso aiutando i bisognosi. Peccato solo che non ci sia nulla di vero: come precisato qui, si tratta semplicemente di un messaggio di spam usato come esca per estorcerti informazioni personali... e più precisamente di una variante (particolarmente meschina) di truffa nigeriana, o 419 scam. Il furfante spamma il suo messaggio in lungo e in largo con la certezza che prima o poi qualche persona di buon cuore abboccherà... ché tanto, se il buon cuore non dovesse bastare, è difficile resistere alla tentazione di una così lauta ricompensa! (sempre che l'utente sia talmente ingenuo da ignorare la cautela che bisognerebbe sempre adottare in casi del genere) :-S Qual è lo scopo dei truffatori? In genere quello di convincere le loro vittime a mandar loro del denaro in vista della ricompensa finale promessa, che però non arriverà mai, dal momento che il misterioso deposito segreto in realtà non esiste. Gli "scammer" nascondono la propria reale identità e ubicazione usando nomi falsi e indirizzi postali fittizi, oltre a comunicare tramite account e-mail anonimi e telefoni cellulari.
sono il signor Adada, un commerciante di petrolio iracheno; mi è stato diagnosticato un cancro all'esofago.
Esso ha resistito a tutte le forme di trattamento medico, e adesso ho soltanto pochi mesi di vita, secondo gli esperti; proprio di recente il mio dottore mi ha informato che ho poche settimane da vivere a causa del cancro all'esofago. Non ho vissuto la mia vita particolarmente bene, poiché non mi è mai veramente importato di nessuno (neppure di me stesso) ma solo del mio lavoro. Pur essendo molto ricco, non sono mai stato generoso, sono sempre stato ostile alle persone e mi sono concentrato solamente sulla mia attività, poiché quella era l'unica cosa di cui mi importava. Ma adesso rimpiango tutto questo, poiché ora so che c'è altro nella vita, oltre a voler soltanto possedere cose o fare tutti i soldi del mondo. Ho deciso di fare l'elemosina a enti di beneficenza, poiché voglio che questa sia una delle ultime buone azioni che compio sulla terra. L'ultima parte del mio denaro, di cui nessuno è a conoscenza, è un enorme deposito di quindici milioni di dollari in contanti che ho presso una compagnia finanziaria all'estero. Desidero che tu mi aiuti a raccogliere questo deposito e che lo mandi a enti di beneficenza. Potrebbe interessarti sapere che ho messo da parte il 10% per te e per il tuo tempo.
Dio sia con te.
Mr. Adada
Segnalo che più d'uno, avendo subodorato l'inganno, non si è limitato a ignorare il messaggio, ma si è preso la briga di rispondergli, a questo fantomatico signor Adada... ;-)
Questo non è il primo caso di e-mail spammatoria di tal genere che ricevo. Tempo fa mi arrivò un messaggio firmato Susan Shabangu... ma il nome della signora, la quale fa tuttora parte del Governo del Sudafrica, era stato semplicemente usato come esca dagli spammer per una truffa del tipo «dead husband fortune», ossia «patrimonio del marito defunto» (Ms. Shabangu è realmente vedova), il cui meccanismo è spiegato qui e qui.
domenica 6 giugno 2010
Mommyblogging in tv
Oggi, esaminando l'elenco dei programmi televisivi della mattinata alla pagina 502 di Televideo, ho scoperto l'esistenza di una trasmissione intitolata Mamme in blog, già arrivata alla seconda edizione. Come illustrato qui, «Il programma, condotto ancora una volta da Katia Svizzero [che molti ricorderanno come interprete delle sigle de L'ape Maia, NdC], ha lo stile unico e divertente del blog e si occuperà dell’esplorazione del mondo della maternità, del lavoro quotidiano delle mamme moderne e del loro rapporto con i figli, ci farà conoscere una mamma insieme ai suoi bambini, curioserà nel mondo dei blog online, soprattutto tra quelli dedicati espressamente al mondo della maternità». Peccato per l'orario di messa in onda... ma, per una mamma che per via degli impegni familiari non può certo permettersi di poltrire fino a tardi, sintonizzarsi su Raitre all'incirca fra le 7:30 e le 8:00 di domenica mattina non dovrebbe essere un problema... E poi il sito, o meglio il blog, del programma (che non pare aggiornatissimo) offre i link ai blog segnalati e alle puntate già trasmesse, tutte piuttosto brevi.
Come far fuori i doppioni
Anche se l'hard disk del mio notebook ha dimensioni nettamente superiori rispetto al mio attuale fabbisogno, ogni tanto ci tengo a fare un po' d'ordine eliminando qualche doppione (può capitarmi di scaricare di nuovo un file che non ricordavo di aver già prelevato tempo prima, per esempio). Effettuare questo genere di pulizia "a manina" sarebbe un'impresa improba, oltre che soggetta a un margine di errore non trascurabile: infatti non è detto che due file con lo stesso nome e dimensione siano uguali, così come due file potrebbero essere identici pur essendo caratterizzati da nomi e date diversi. Per automatizzare la ricerca e l'eliminazione dei file duplicati mi servo di un programmino freeware per Windows che ho scoperto per caso tempo fa su Google Gruppi, quando ancora ero solita bazzicare da quelle parti: sto parlando di DoubleKiller. Ecco qui di seguito un'"istantanea" della scheda Options, nella quale si possono configurare le varie impostazioni.
Il programma permette di confrontare i file in base a un'opportuna combinazione di criteri selezionabili sotto la voce «assume files to be the same, if...»: il nome («names are identical»), la dimensione («sizes are identical»), la data di ultima modifica («dates are identical»), e infine il criterio che meglio degli altri permette di distinguere due file, ovvero il checksum CRC32 («CRC32-checksums are identical»). Quest'ultimo è un numero che si può considerare come una sorta di impronta digitale di un file, e viene calcolato elaborandone l'intero contenuto... ma solamente se ciò è indispensabile, ossia se gli eventuali altri criteri non hanno evidenziato differenze, allo scopo di non rallentare il programma senza che ve ne sia la necessità. A dire il vero non è impossibile che due file con uguali dimensioni e checksum siano in realtà differenti... ma la probabilità che ciò accada è all'incirca la stessa di trovare due esseri umani con identiche impronte digitali.
Nella casella «folders» della scheda Options è possibile aggiungere [+] o rimuovere [-] elementi all'elenco di cartelle alle quali il programma limiterà la ricerca di duplicati, indicando se tale ricerca andrà estesa alle sottocartelle oppure no.
Nella casella «limit scan to files matching these masks» è possibile indicare al programma uno o più schemi che i nomi dei file da ricercare devono soddisfare, come una particolare estensione (ad esempio,
Se nella casella «exclude files matching these masks» compare un segno di spunta accanto a un certo schema, allora quel particolare tipo di file verrà escluso dalla ricerca, per non correre il rischio di arrecare danno al sistema.
Nell'area «leave out the following files» è possibile selezionare le dimensioni e gli attributi («read only» – sola lettura, «hidden» – nascosto, «archive» – archivio, «system» – di sistema) dei file da escludere dalla ricerca.
Inoltre, anche se il programma non prevede una vera e propria installazione, è possibile salvarne le impostazioni nel registro di Windows selezionando «save settings in registry»; se non lo fai, chiudendo il programma le scelte fatte andranno perdute, e al successivo riavvio verranno caricate le impostazioni di default.
A questo punto, dopo aver selezionato le opzioni che fanno al caso tuo, sei pronto per avviare la ricerca dei file duplicati, cliccando sul pulsante Run. Il risultato della scansione compare nella scheda DoubleKiller: i file duplicati (o triplicati, quadruplicati...) sono raggruppati nell'apposito riquadro (l'alternanza del colore di sfondo e delle icone aiuta a distinguere i vari insiemi), e per ciascuno di essi è indicato il nome («Filename»), il percorso («Path»), la dimensione («Size»), la data («Date») e il checksum («CRC32»). Tutti questi elementi dovrebbero essere sufficienti per decidere se e quali file eliminare. Cliccando sull'icona alla sinistra di un file nell'elenco, al suo interno comparirà una crocetta che sta ad indicare che il file è stato contrassegnato per la rimozione. Oltre alla procedura appena descritta, quella cosiddetta manuale, ne esiste anche una automatica, che però non consente di controllare con altrettanta precisione quali file verranno rimossi; in particolare, cliccando sui pulsanti «Check the first dupes» e «Check the last dupes», tutti i file di ciascun insieme tranne uno vengono contrassegnati per la rimozione.
Dopo aver selezionato i file superflui, puoi decidere se cancellarli («Delete checked files») oppure, qualora tu non sia sicuro al 100% che i file possano essere eliminati, spostarli in una cartella di backup («Move checked files...»), per cancellarli eventualmente in un secondo momento oppure ripristinarli.
Nel primo caso il programma ti chiederà se vuoi davvero continuare, comunicandoti il numero e la dimensione totale dei file che stai per eliminare e avvisandoti che essi verranno cancellati direttamente, non spostati nel Cestino (la guida sottolinea che scegliendo «Sì» i tuoi file finiranno nel grande serbatoio dei bit da qualche parte lassù nel paradiso ;-)).
Nel secondo caso ti verrà chiesto di indicare la cartella di destinazione. In entrambi i casi il programma ti avviserà che nella lista dei risultati sono rimasti alcuni file singoli (perché di alcuni insiemi tutti i file tranne uno sono stati cancellati o spostati) e ti domanderà se desideri che questi elementi vengano rimossi dalla lista. Di norma credo che tu possa tranquillamente rispondere di sì...
Last but not least... ti consiglio di adottare una certa cautela nell'utilizzo del programma (ad esempio, a meno di non sapere bene ciò che si sta facendo, meglio lasciar stare la cartella
Il programma permette di confrontare i file in base a un'opportuna combinazione di criteri selezionabili sotto la voce «assume files to be the same, if...»: il nome («names are identical»), la dimensione («sizes are identical»), la data di ultima modifica («dates are identical»), e infine il criterio che meglio degli altri permette di distinguere due file, ovvero il checksum CRC32 («CRC32-checksums are identical»). Quest'ultimo è un numero che si può considerare come una sorta di impronta digitale di un file, e viene calcolato elaborandone l'intero contenuto... ma solamente se ciò è indispensabile, ossia se gli eventuali altri criteri non hanno evidenziato differenze, allo scopo di non rallentare il programma senza che ve ne sia la necessità. A dire il vero non è impossibile che due file con uguali dimensioni e checksum siano in realtà differenti... ma la probabilità che ciò accada è all'incirca la stessa di trovare due esseri umani con identiche impronte digitali.
Nella casella «folders» della scheda Options è possibile aggiungere [+] o rimuovere [-] elementi all'elenco di cartelle alle quali il programma limiterà la ricerca di duplicati, indicando se tale ricerca andrà estesa alle sottocartelle oppure no.
Nella casella «limit scan to files matching these masks» è possibile indicare al programma uno o più schemi che i nomi dei file da ricercare devono soddisfare, come una particolare estensione (ad esempio,
*.bmp
per le immagini bitmap).Se nella casella «exclude files matching these masks» compare un segno di spunta accanto a un certo schema, allora quel particolare tipo di file verrà escluso dalla ricerca, per non correre il rischio di arrecare danno al sistema.
Nell'area «leave out the following files» è possibile selezionare le dimensioni e gli attributi («read only» – sola lettura, «hidden» – nascosto, «archive» – archivio, «system» – di sistema) dei file da escludere dalla ricerca.
Inoltre, anche se il programma non prevede una vera e propria installazione, è possibile salvarne le impostazioni nel registro di Windows selezionando «save settings in registry»; se non lo fai, chiudendo il programma le scelte fatte andranno perdute, e al successivo riavvio verranno caricate le impostazioni di default.
A questo punto, dopo aver selezionato le opzioni che fanno al caso tuo, sei pronto per avviare la ricerca dei file duplicati, cliccando sul pulsante Run. Il risultato della scansione compare nella scheda DoubleKiller: i file duplicati (o triplicati, quadruplicati...) sono raggruppati nell'apposito riquadro (l'alternanza del colore di sfondo e delle icone aiuta a distinguere i vari insiemi), e per ciascuno di essi è indicato il nome («Filename»), il percorso («Path»), la dimensione («Size»), la data («Date») e il checksum («CRC32»). Tutti questi elementi dovrebbero essere sufficienti per decidere se e quali file eliminare. Cliccando sull'icona alla sinistra di un file nell'elenco, al suo interno comparirà una crocetta che sta ad indicare che il file è stato contrassegnato per la rimozione. Oltre alla procedura appena descritta, quella cosiddetta manuale, ne esiste anche una automatica, che però non consente di controllare con altrettanta precisione quali file verranno rimossi; in particolare, cliccando sui pulsanti «Check the first dupes» e «Check the last dupes», tutti i file di ciascun insieme tranne uno vengono contrassegnati per la rimozione.
Dopo aver selezionato i file superflui, puoi decidere se cancellarli («Delete checked files») oppure, qualora tu non sia sicuro al 100% che i file possano essere eliminati, spostarli in una cartella di backup («Move checked files...»), per cancellarli eventualmente in un secondo momento oppure ripristinarli.
Nel primo caso il programma ti chiederà se vuoi davvero continuare, comunicandoti il numero e la dimensione totale dei file che stai per eliminare e avvisandoti che essi verranno cancellati direttamente, non spostati nel Cestino (la guida sottolinea che scegliendo «Sì» i tuoi file finiranno nel grande serbatoio dei bit da qualche parte lassù nel paradiso ;-)).
Nel secondo caso ti verrà chiesto di indicare la cartella di destinazione. In entrambi i casi il programma ti avviserà che nella lista dei risultati sono rimasti alcuni file singoli (perché di alcuni insiemi tutti i file tranne uno sono stati cancellati o spostati) e ti domanderà se desideri che questi elementi vengano rimossi dalla lista. Di norma credo che tu possa tranquillamente rispondere di sì...
Last but not least... ti consiglio di adottare una certa cautela nell'utilizzo del programma (ad esempio, a meno di non sapere bene ciò che si sta facendo, meglio lasciar stare la cartella
C:\Windows
) e se possibile di leggere per intero la guida contenuta nella scheda Help, riassunta da me in questo post (purtroppo la traduzione in italiano non è disponibile). Se si tratta di file importanti, per evitare di combinare pasticci è una buona idea aprire con un doppio clic i file ricavati dalla scansione per verificarne il contenuto prima di procedere alla cancellazione... ma, se vuoi andare proprio sul sicuro, sappi che esiste una versione Pro a pagamento ($19.95 / 14.95 €), la quale, oltre ad offrire un'interfaccia multilingue e varie altre funzionalità aggiuntive, supporta il confronto byte per byte.
mercoledì 2 giugno 2010
(A)social network
[Il titolo qui sopra è quello di un vecchio post di Giovy, il quale ha in seguito illustrato le proprie policy sui vari social network]
Ieri, come spiegava Paolo Attivissimo qualche giorno fa, sarebbe dovuta essere la giornata mondiale dell'abbandono di Facebook, come reazione alle policy del sito, definite non a torto poco rispettose nei confronti dei dati degli utenti. Per un istante sono stata quasi tentata di dire addio al social network più discusso dal punto di vista della privacy... ma in fin dei conti non sono riuscita a racimolare ragioni sufficienti per prendere una decisione così drastica: per ristabilire o mantenere i contatti con le persone che hai conosciuto nella vita reale, si sa, Facebook è ineguagliabile. L'esito fallimentare del Quitfacebookday lo racconta oggi sempre il Disinformatico: ha aderito meno dello 0,01% del totale dichiarato di utenti nel mondo.
Per quanto mi riguarda, dall'estate scorsa sono diventata molto più assidua su FriendFeed, che oltretutto trovo più rispettoso della privacy... ma non certo del tempo libero, purtroppo: senza una qualche forma di autodisciplina, ci vuole poco o niente a trovarsi invischiati in un flusso di discussioni a volte caotiche! Inoltre mi è bastato leggere questo, questo e quest'altro per decidere di stare alla larga da Google Buzz, leggere un mio tweet è divenuto un evento di una rarità sensazionale... e infine ho drasticamente ridotto la mia frequentazione di "Faccialibro", facendo login quasi esclusivamente quando il social network mi informa via e-mail che ho ricevuto un messaggio diretto, sono stata taggata oppure pokata. Il significato di questi ultimi due termini l'ho compreso in termini relativamente recenti. Come dimostra la mitica Nadia Cartocci del Ruggito del Coniglio, non è per nulla infrequente ritrovarti taggato in foto, video o testi che non vorresti mai vedere associati alla tua persona (o che nel migliore dei casi con te c'entrano poco o niente); di questo e altri comportamenti tipici faccialibreschi ha parlato mesi fa Selvaggia. Per quanto riguarda i poke (nulla a che vedere con lo storico comando del glorioso Commodore 64 :-)), da quando ho scoperto che oggi come oggi «fare poke ad una persona è come fargli uno squillo sul telefonino», ogni volta che ne ricevo uno o che ricambio mi è inevitabile rievocare i tempi in cui facevo un uso massiccio di quella cara vecchia forma di comunicazione... e non sono tutti bei ricordi, ahimè! :-S
Ieri, come spiegava Paolo Attivissimo qualche giorno fa, sarebbe dovuta essere la giornata mondiale dell'abbandono di Facebook, come reazione alle policy del sito, definite non a torto poco rispettose nei confronti dei dati degli utenti. Per un istante sono stata quasi tentata di dire addio al social network più discusso dal punto di vista della privacy... ma in fin dei conti non sono riuscita a racimolare ragioni sufficienti per prendere una decisione così drastica: per ristabilire o mantenere i contatti con le persone che hai conosciuto nella vita reale, si sa, Facebook è ineguagliabile. L'esito fallimentare del Quitfacebookday lo racconta oggi sempre il Disinformatico: ha aderito meno dello 0,01% del totale dichiarato di utenti nel mondo.
Per quanto mi riguarda, dall'estate scorsa sono diventata molto più assidua su FriendFeed, che oltretutto trovo più rispettoso della privacy... ma non certo del tempo libero, purtroppo: senza una qualche forma di autodisciplina, ci vuole poco o niente a trovarsi invischiati in un flusso di discussioni a volte caotiche! Inoltre mi è bastato leggere questo, questo e quest'altro per decidere di stare alla larga da Google Buzz, leggere un mio tweet è divenuto un evento di una rarità sensazionale... e infine ho drasticamente ridotto la mia frequentazione di "Faccialibro", facendo login quasi esclusivamente quando il social network mi informa via e-mail che ho ricevuto un messaggio diretto, sono stata taggata oppure pokata. Il significato di questi ultimi due termini l'ho compreso in termini relativamente recenti. Come dimostra la mitica Nadia Cartocci del Ruggito del Coniglio, non è per nulla infrequente ritrovarti taggato in foto, video o testi che non vorresti mai vedere associati alla tua persona (o che nel migliore dei casi con te c'entrano poco o niente); di questo e altri comportamenti tipici faccialibreschi ha parlato mesi fa Selvaggia. Per quanto riguarda i poke (nulla a che vedere con lo storico comando del glorioso Commodore 64 :-)), da quando ho scoperto che oggi come oggi «fare poke ad una persona è come fargli uno squillo sul telefonino», ogni volta che ne ricevo uno o che ricambio mi è inevitabile rievocare i tempi in cui facevo un uso massiccio di quella cara vecchia forma di comunicazione... e non sono tutti bei ricordi, ahimè! :-S