Nelle mie occasionali "spedizioni" per uffici, studi medici
et cetera mi sono resa conto di come i famosi "numerini elimina-code", saggiamente introdotti con lo scopo di evitare discussioni, sortiscano a volte l'effetto contrario (ne parlava anche il
Paz tempo fa). Premesso che per quanto mi riguarda ci tengo a rispettare il mio turno ma, se per caso qualcuno prova a fare il furbo, per amor del quieto vivere mi limito ad ammonirlo silenziosamente scoccandogli un'innocua occhiataccia... non tutti si comportano allo stesso modo. Ecco alcuni dei "fenomeni" che ho osservato.
- Ho visto cos... ehm, ho visto un utente arrivare nell'ufficio in cui doveva concludere una pratica e, resosi conto che c'era ancora tempo prima che arrivasse il suo turno, decidere di allontanarsi per sbrigare qualche altra faccenda. Al suo ritorno, anche se il suo numero non era stato ancora chiamato, il malcapitato si è visto rimproverare dal bisbetico di turno al "grido" di «Prendere il numerino e poi andarsene via? Eh no, non si fa così, non è mica giusto!».
- Al CUP dell'ospedale capita di vedere persone dedite al "bagarinaggio a titolo gratuito". Nel senso che al loro arrivo, va' a sapere perché, si appropriano di più di un ticket numerato... e poi cedono quelli in sovrappiù a chi arriva in un secondo momento e, magari, va di fretta perché ha perso tempo in reparto. Ma non è detto che il beneficiario del numero "fortunato" possa cantar vittoria, perché lo sguardo vigile del bisbetico non perdona: «Eh no, la signora è arrivata dopo, l'ho vista!». D'accordo, c'hai ragione tu... ma non credo che anticipare di mezzo minuto il proprio accesso allo sportello valga più di un briciolo di umanità nei confronti di una persona anziana e stanca, sai?
- Il suddetto CUP apre alle 3 del pomeriggio... ma già alle due e mezza c'è un buon numero di persone in attesa. Quando la porta si apre e il distributore di ticket diviene accessibile, sarebbe buona norma entrare secondo l'ordine di arrivo, ma non succede quasi mai (domandare «Chi è l'ultimo?» quando si arriva non sarebbe una cattiva idea, by the way). Che si provi a passare avanti per furbizia oppure in perfetta buona fede, trascinati dal flusso scomposto del gruppo, non c'è scampo: chi è arrivato prima non rinuncerà a far valere la priorità acquisita a suon di gomitate. Prego, passa pure avanti, ma... che modi!
- Una volta, mentre ero in coda presso uno sportello, è arrivato un signore ignaro che bisognasse prendere il numerino. Quando se ne è reso conto, ha cercato di inserirsi nel turno che gli spettava in base all'ordine di arrivo, osservando educatamente «Non sapevo che ci volesse il numerino, e allora? Mi hanno visto tutti!», ma invano. Fosse dipeso da me, l'avrei lasciato passare senz'altro... ma gli altri utenti sono stati ir-re-mo-vi-bi-li.
- A volte si seguono due numerazioni distinte nell'ambito dello stesso locale, o di locali adiacenti. Quando va bene, ci si riesce a raccapezzare solo perché i numeri di una serie vengono annunciati da una voce sintetica, mentre dell'altra serie si occupa una persona in carne e ossa (qua a Pescara te ne accorgi perché, al momento del numero 56, quest'ultima scandisce cinguandaséi... tre errori di dizione nello spazio di dodici lettere! ;-)).
I numerini non danno la buona educazione e il buon senso purtroppo.
RispondiEliminaok non mi son firmato, ma il commento precedente è mio-paz83-
RispondiEliminami ricordo, a proposito di numerini e file che qualche amico mi disse che all'estero, non ricordo dove, per entrare a visitare musei c'erano due file...una con transenne in cui dovevi incanalarti per forza e una libera, dove semplicemente la gente si metteva in fila. davanti a quella incanalata nelle transenne c'era scritto non so se a sfottò: ITALIANI!
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