È stata trovata morta in casa sua la francese Chantal Sebire, affetta da un tumore incurabile che le aveva stravolto i connotati e le procurava atroci sofferenze; la donna aveva chiesto invano ai giudici il diritto a ricorrere all'eutanasia. Anche se le circostanze del decesso non sono ancora chiare, è plausibile che Chantal si sia tolta la vita; lei, a differenza del nostro connazionale Piergiorgio Welby, era in condizione di farlo.
Prevedo che questa drammatica vicenda riaccenderà il dibattito sull'eutanasia. Come la penso io? Diciamo che secondo me chiedere la "dolce morte" per un parente in stato di incoscienza ed implorarla per se stessi quando il dolore ti ha condotto alla disperazione sono due cose ben diverse... e, anche se probabilmente molti non saranno d'accordo, sono convinta che Dio abbia già concesso a Chantal il suo perdono, ammesso che abbia trovato in lei qualcosa da farsi perdonare. Credo che siano pochi gli esseri umani realmente in grado di accettare le proprie sofferenze alla maniera dei santi, cioè come un mezzo per sentirsi più vicini a Gesù crocifisso.
Nessun commento:
Posta un commento