Qui di seguito troverete un mio giudizio su ciascuna delle canzoni in gara, insieme al voto che ho dato. Potrete notare che sono stata fin troppo generosa... ma, essendo partita con voti relativamente alti, non mi sembrava giusto nei confronti dei cantanti successivi abbassare drasticamente il mio standard di giudizio. Sono stata di manica larga anche perché ho tenuto conto del fatto che raramente le canzoni mi piacciono al primo ascolto (infatti, se avessi potuto scegliere, avrei preferito votare dopo la seconda serata)... ma mi sa che fra quelle di quest'anno ce ne sono parecchie che non mi piaceranno mai! A questo punto esigo di ascoltare tutte le canzoni che sono state scartate dalla commissione selezionatrice, con tanto di strascichi polemici. No, è che devo sapere se erano più brutte di quelle in gara!
Ma passiamo ai big (in ordine di uscita sul palco)...
- Paolo Meneguzzi, Grande: voto 6. La melodia è di scarso impatto, l'intonazione inadeguata, il testo (eletto dai 3 cani come il più "sanremese" di quest'anno) è di una banalità sconcertante: mi meraviglio di Gatto Panceri, che ha scritto decisamente di meglio. Alla fine ho optato per la sufficienza soprattutto perché pensavo di far piacere a mia madre, visto che Paolino è il suo idolo anche se lei non è una teenager (e neanch'io lo sono)... salvo poi scoprire che questa volta lei l'ha bocciato.
- L'Aura, Basta!: voto 8. La fanciulla ha una voce limpida e sa usarla in modo molto particolare, ha scritto un brano con un testo impegnato contro la guerra: posso parlarne male?
- Toto Cutugno, Un falco chiuso in gabbia: voto 5. Non me la sono sentita di punire più severamente "l'eterno secondo", al ritorno sulle scene dopo una grave malattia. Il brano tratta in maniera non particolarmente originale ma abbastanza credibile la storia di un amore tormentato.
- Frankie Hi-Nrg MC, Rivoluzione: voto 9. Mi incuriosisce, quest'uomo che vuole fare il rapper trasgressivo ma ha la faccia di un impiegato del catasto! Il brano è fra i più orecchiabili, il testo è interessante, e mi piace il suo modo di rappare... a differenza per esempio di Fabri Fibra e J Ax, che appiccicherei volentieri al muro.
- Fabrizio Moro, Eppure mi hai cambiato la vita: voto 3. Ecco uno a cui si addice la classica frase «Questo qui ha una faccia che non mi piace per niente»! Credo proprio che non ripeterà l'exploit dell'anno scorso, quando si impose tra i Giovani con un pezzo contro la mafia la cui ispirazione gli era venuta non dopo essersi informato, ma dopo aver visto la fiction televisiva su Paolo Borsellino. Quest'anno ci riprova con una canzone d'amore: l'inizio è parlato, e quando Moro arriva alle note alte la sua voce sembra quasi il lamento di un animale ferito! Mah, se va avanti così, mi sa che dovrà ritornare al vecchio mestiere di facchino in un albergo, che svolgeva fino all'anno scorso, dopo la sua fallimentare esperienza sanremese del 2000 che ben pochi ricorderanno. Il brano di quest'anno l'ha scritto sul Grande Raccordo Anulare, perché «quando sono depresso prendo la macchina e comincio a girare in tondo attorno a Roma». Mah, io il GRA lo conosco, e mi sa che, quando sono un po' giù, quella è una delle ultime strade che vorrei percorrere!
- Anna Tatangelo, Il mio amico: voto 4. Alla vincitrice annunciata di quest'anno ho dato il voto più basso che potevo. Di più non potevo scendere: la sgualdrinella (perché io sono di mentalità aperta, eh! ) è intonata, non c'è che dire, e la tipica musica "dalessiana" non è poi così irritante in assenza della voce dell'autore. Il testo è contro le discriminazioni nei confronti dei gay; ho il sospetto che sia mirato semplicemente a dare una bella immagine politically correct sia all'autore sia alla cantante... ma, non volendo fare un processo alle intenzioni, mi sono trattenuta dal dare 1. Fenomenale, la battuta detta da Lucia Ocone nei panni di Mina al Dopofestival: «Bella canzone quella sui gay sensibili, ne farò una sui negri che hanno il ritmo nel sangue, oppure una sul latte che è pieno di calcio: l'album si chiamerà Mina canta i luoghi comuni».
- Michele Zarrillo, L'ultimo film insieme: voto 6. Siccome sono una "zarrillista" da sempre, gli ho dato la sufficienza... ma stavolta non la meritava.
- Eugenio Bennato, Grande Sud: voto 6. Il voto è una media tra il 10 che meritava per la tematica (l'immigrazione), l'arrangiamento basato su strumenti etnici, l'inserimento nel testo di frasi in varie lingue del Sud d'Italia e del mondo... e il 2 che meritava per la delusione che ho provato quando ho capito che il ritmo non era affatto irresistibile come assicurava chi aveva ascoltato il pezzo in anteprima.
- Max Gazzè, Il solito sesso: voto 6. Sul finire della serata, sono stata particolarmente buona con i voti. Max aveva dichiarato «Forse i miei fan resteranno perplessi dall'arrangiamento per me insolito, perché uso una tonalità molto bassa e un'ambientazione un po' swing, un po' alla Paolo Conte». Un po' tanto moscia, Max, diciamocelo! Anche se non posso dirmi una tua fan, hai cantato brani decisamente migliori.
- Tricarico, Vita tranquilla: voto 3. Musica insignificante, testo sciapo, interpretazione da pianto (per non parlare della faccia, un'altra di quelle che «non mi piacciono per niente»). Ancora non mi capacito di avergli dato un voto così alto. Mah, sarà stato un rigurgito di tenerezza nei confronti dello sfortunato scolaretto di Io sono Francesco...
... e poi ci sono i gggiovani!
- Milagro, Domani: voto 4. Argutamente ribattezzati "Sottozero Assoluto" da una giurata che sedeva dietro di me. A TV Sorrisi e Canzoni hanno dichiarato: «Siamo malinconici, e allora?». No, cari ragazzi, per usare un aggettivo ormai sdoganato da Beppe Severgnini, voi siete proprio pallosi: è ben diverso!
- Andrea Bonomo, Anna: voto 6. Il suo brano, come Portami a ballare di Luca Barbarossa, è dedicato alla mamma, ma lo si scopre solo nel finale. Trovo sconvolgente il verso «Anna è forse l'unica persona che io potrei sposare». Altro che complesso di Edipo!
- Frank Head, Para parà ra rara: voto 9. Li ho premiati perché tra i brani dei Giovani il loro era il più vivace e scatenato, ispirato (se non sbaglio) alla musica di Goran Bregovic.
- Melody Fall, Ascoltami: voto 2. Volete la motivazione? Eccola: non abbiamo bisogno di cloni dei Finley! È un peccato che io non possa essere in giuria anche stasera: mi sarei tolta la soddisfazione di dare 1 agli originali... così, a prescindere! Grazie al loro sito, i Melody Fall sono già popolarissimi in Giappone. Qualcuno ha qualcosa in contrario, se emigrano lì per sempre?
- Daniele Battaglia, Voce nel vento: voto 6. La canzone non era poi male, per questo mi sono trattenuta dal dargli un brutto voto, anche se avrei voluto visto che pensavo: chissà quanti cantanti molto più dotati di lui vocalmente sono costretti ad un'interminabile gavetta perché non possono vantare cotanto padre? (Comunque Daniele è pur sempre più intonato dell'altro "figlio di Pooh", Francesco Facchinetti)
- Valerio Sanzotta, Novecento: voto 7. Anche se la Storia non è proprio il mio forte, ahimé, o forse proprio per questo... ho voluto premiare un brano che si propone di essere «una rapida carrellata di 60 anni di storia repubblicana», impreziosito da parole desuete come «barbaglia», «scolorava» e «rugge» anziché ruggisce (mi ricorda «quello spirto guerrier ch'entro mi rugge» di foscoliana memoria); non per niente il ragazzo è laureato in Lettere e dottorando in Filologia classica. La musica (abbastanza orecchiabile) e lo stile mi ricordano qualche cantautore italiano impegnato... forse De Gregori?
- Giua, Tanto non vengo: voto 6. La ragazza ha vinto parecchi prestigiosi premi musicali. Il brano che porta a Sanremo non è niente di speciale, ma godibile, soprattutto dopo che la tonalità sale.
A fine serata sono stati resi noti i verdetti delle giurie demoscopiche. Passano in finale Giua, Valerio Sanzotta, Frank Head e Milagro (nooooo!).
Due parole (senza voto) sui conduttori. Pippo Baudo è sempre lui: garanzia di impeccabilità... tanto che gli perdono pure il suo voler essere sempre al centro dell'attenzione. Credevo che Piero Chiambretti avrebbe regalato un po' di simpatia, ma mi è calato tantissimo con certe sue battute: ad esempio quando ha dato al non proprio giovanissimo maestro Pippo Caruso un mazzo di fiori, dicendogli «Li metta sulla tomba». La semisconosciuta Andrea Osvart è stata una rivelazione: non soltanto è elegante, con dei lineamenti praticamente perfetti (suppongo però che i maschietti avranno soffermato il loro sguardo un po' più in basso... ), ma è anche spigliata e parla l'italiano sicuramente meglio di tante sue colleghe che in Italia ci sono nate. Però è meglio che non la facciano cantare!
Una nota sull'aspetto forse più interessante di quest'esperienza: il buffet offerto dalla Rai prima dell'inizio della trasmissione. Io, che sono una persona abbastanza esile e dotata di autocontrollo, di fronte ai buffet perdo ogni ritegno e mi lancio sui tavoli con l'intento di assaggiare un po' di tutto. E ieri sera c'era proprio tutto quello a cui non so resistere: tartine assortite, pizze, pizzette, rustici, supplì, crocchette, olive ascolane, verdure fritte, insalate di riso e di pasta... E pensare che avevo riso di gusto, quando un amico mi aveva inviato per posta elettronica l'esilarante racconto della sua esperienza di giurato sanremese di qualche anno fa...
«Alle parole: "... un buffet offerto dalla RAI", orde scomposte di giurati si avventano verso il tavolo, forchettando tutto quello che si muove... e che dopo poco non si muove più. Piatti, coltelli, bicchieri branditi a mò di alabarda per sgominare gli avversari, alla conquista del proprio pezzo di focaccia, da poter esibire come trofeo. L'assalto ai forni, di Manzoniana memoria, viene declassato a rissa da scuole elementari. Eteree fanciulle, che fino ad un attimo prima avevano rifiutato cortesemente, ma con decisione, una caramella senza zucchero, sostenendo di essere a dieta, si lanciano a corpo morto su quei vassoi, difendendo con le unghie e con i denti il loro diritto ad un tozzo di pane. Dignità, ultima speme, dove sei? Ho visto gli occhi degli inservienti, atterriti. Impauriti, forse, di essere loro stessi preda di quelle belve fameliche, di dover sentirne i canini aguzzi nelle carni. Ho visto, in Corea, assalti al nemico molto più ordinati. Ho visto, da lontano, un piatto di pasta che mi supplicava, piangendo: "Prendimi, ti prego. Ti prego... noooooooooooo!". Ho tentato. Giuro che ho tentato. Gli déi mi sono testimoni. Non c'è stato nulla da fare. (Singhiozzo) Pensateci bene, o futuri sposi, se vorrete lenire i dolori di quel fatidico giorno. Organizzate un buffet, invece del solito, stantìo pranzo di nozze. Il vostro spirito ne gioverà, e non mancheranno le occasioni per disfarvi di quel parente tanto antipatico, facendolo passare per un incidente. Tragica fatalità»
La Osvart è anonima...
RispondiEliminanon dice proprio nulla.
Molto più bella la Guaccero...
ha più carisma...e più personalità .
Carino il tuo report, visto che io non ce la faccio proprio a seguirlo (che palle!), mi fai anche quello delle sere successive?
RispondiEliminaMoro è un cantautore eccezionale e una persona come poche.
RispondiEliminaNon ce n'è per nessuno.
Simona
Per utente anonimo: sono d'accordo sulla Guaccero, che ha talento da vendere. Però la classe e la finezza della Osvart mi sembrano indiscutibili!
RispondiEliminaPer Simona: a proposito di quello che dici su Moro come cantautore, de gustibus... Come persona, non so cosa sai tu ma, in base all'idea che me ne sono fatta io, non è proprio la prima persona con cui vorrei avere a che fare!
ciao, ti invidio non sai quanto per questa esperienza...Io da sempre seguo Sanremo e uno dei miei sogni è proprio quello di far parte della giuria demoscopica. Che tu sappia, è possibile proporsi per questo ruolo, e come, o si può solo essere convocati dalla Ipsos o chi x loro? Ti lascio la mia mail nel caso tu fossi così gentile da volermi rispondere
RispondiEliminalexi64@libero.it
Grazie mille ciaooo