Una doverosa premessa: il fatto che il Papa abbia dovuto rinunciare alla sua visita, prevista per domani, presso l'Università La Sapienza di Roma non mi sembra proprio qualcosa di cui andare fieri, e trovo che in questa circostanza la laicità tenda decisamente a sconfinare nel laicismo (so qual è la differenza tra i due concetti, ma adesso non chiedetemi di spiegarla!). Penso che tutti dovrebbero ispirarsi al famoso detto attribuito a Voltaire: «Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo» (e non, come pare che abbia detto Giulio Tremonti, «Combatto la tua idea ma sono disposto a morire per difenderla», che è l'ossimoro del secolo!). Detto questo, ecco qualche altra riflessione.
- Le manifestazioni che hanno convinto il Papa a declinare l'invito (perché di invito da parte del Rettore si trattava, mica Ratzinger si è autoinvitato) hanno sicuramente a che vedere con l'intolleranza e con la mancata apertura al confronto, ma parlare addirittura di attentato alla libertà di espressione mi sembra fuori luogo. Non dimentichiamo che Benedetto XVI ha modo di esternare il suo pensiero quando vuole, nei contesti più disparati, e i mass media dedicano sempre una grande attenzione alle sue parole; magari avessero tutti la stessa opportunità! Per quanto riguarda l'apertura al confronto, ritengo che dovrebbe essere bilaterale. Molti hanno la sensazione che, quando il Papa esprime il suo punto di vista su qualsiasi argomento, intenda proporlo come una verità assoluta e indiscutibile...
- Davvero papa Ratzinger ha rinunciato alla visita perché temeva che la situazione potesse degenerare? Non mi sembra che ci fossero state minacce di violenza. Vero è che, in situazioni così delicate, è lecito aspettarsi che possa entrare in azione qualche esagitato...
- A protestare era una sparuta minoranza di studenti e professori, i quali hanno comunque affermato di considerare incongrua la presenza del Papa in un'occasione di interesse comune come l'inaugurazione dell'anno accademico, mentre non avrebbero avuto nulla da ridire se si fosse trattato di una circostanza differente; il resto della popolazione universitaria era o dalla parte di Ratzinger (e quindi, per propria natura, meno incline a manifestare, diciamo così, "incisivamente"), oppure indifferente. Dando la notizia dell'annullamento della visita, i mezzi di informazione hanno dato ampio risalto ai commenti tendenzialmente indignati di politici e non, sorvolando quasi completamente sulle ragioni della protesta. Ma quali erano queste ragioni? La "pietra dello scandalo" non erano le posizioni più o meno ampiamente condivise del Pontefice sull'etica e sulla vita umana, bensì una sua controversa dichiarazione risalente al 1990: «La sentenza contro Galileo fu razionale e giusta». Mi piace pensare che, se il Papa avesse tenuto come previsto il suo intervento alla Sapienza, avrebbe colto l'occasione per chiarire meglio il suo pensiero al riguardo... Ma a questo punto, se vorrà farlo, mi sa che dovrà cercare un'altra sede.
- Nel suo editoriale odierno sul Corriere, Ernesto Galli della Loggia ha scritto a proposito di Benedetto XVI che la laicità «va inventandosi chissà quale assoluta diversità tra lui e il suo immediato predecessore, fingendo di non sapere che di fatto non c'è stato quasi un gesto, una presa di posizione importante, di Giovanni Paolo II che non sia stata condivisa, o addirittura ispirata, da papa Ratzinger». Beh, sarò vittima di una mega-allucinazione collettiva, ma devo ammettere che neanch'io provo per l'attuale Pontefice la stessa simpatia (in senso lato) che sentivo per Wojtyla... tanto che piansi a lungo quando questi si spense. Sarà una banale questione di immagine?
Solo un paio di precisazioni,carissima:-)
RispondiEliminaIn realtà il Papa non presenta il proprio pensiero come verità assoluta ed è sempre disponibile al confronto e alla modifica delle idee personali. Ciò che presenta come verità assoluta è invece il Depositum Fidei... e non potrebbe essere altrimenti:-)
Non ci fu alcuna dichiarazione "ambigua" di Ratzinger su Galileo. Ratzinger citò una frase di Feyerabend per criticarla... invece i 67 professori (che però prendono le notizie su wikipedia senza verificarle) hanno attribuito a Ratzinger la citazione da lui fatta...
Un abbraccione grande, mia geniale amica, e felice domenica:-)
marco
Innanzitutto pare che Voltaire non abbia mai pronunciato quella famosa frase.
RispondiEliminaSecondariamente il padre dell'illuminismo avrebbe sparato a questo papa...
non ci credete?
eccovi la citazione originale:
"(...) tutti i giorni, nei paesi cattolici, si vedono preti e monaci che, uscendo da un letto incestuoso senza neppure essersi lavati le mani insozzate d'impurità , vanno a produrre dei a centinaia, a mangiare e bere il loro dio, a cacare e pisciare il loro dio. Questa superstizione, cento volte più assurda e sacrilega di tutte quelle degli egiziani, ha valso a un prete italiano miliardi di rendita e il dominio di un paese, e ad alcuni verrebbe voglia di andare, a mano armata, a cacciare quel prete che si è impadronito del palazzo dei Cesari" Voltaire da "Dizionario filosofico" (1764)
http://guerrillaradio.iobloggo.com/archive.php?eid=1640
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