Ecco a voi l'ennesimo brano estratto da Il fu Mattia Pasqual, dedicato ai lapsus prodotti parlando di storia e filosofia!
Nel periodo in cui si studiava l'antica Roma, è emerso che «ai veterani dell'imperatore veniva assegnato un appezzamento di denaro». Ma le risposte più clamorose sono state fornite alla domanda «Che cos'è successo nel 476 d.C.?»:
- «È morto Carlo Magno»;
- «È stata scoperta l'America».
(Nota: Io ho sempre avuto una certa avversione per le date, ma queste tre me le ricordo: nel 476 d.C. è finito l'Impero Romano d'Occidente, mentre Carlo Magno è stato incoronato la notte di Natale dell'800 - quando è morto non lo so - e Cristoforo Colombo ha scoperto l'America nel 1492... C'è una bella differenza, no?)
Come la stessa prof di Storia e Filosofia ci ha raccontato, la filosofia viene a volte definita come «quella cosa con la quale o senza la quale si rimane tale e quale»...
La prof ci teneva molto al fatto che noi usassimo la terminologia più appropriata, ma ciò non ci ha impedito di farla inorridire dicendo cose del tipo «le virtù sono une», «l'inconoscibilità del noumeno, cioè del fenomeno» (peccato che siano due concetti completamente opposti) e «il sensibile e l'insensibile» (si direbbe "soprasensibile", ma vabbe'...). Del resto errare è umano: lei stessa si è lasciata scappare che «l'uomo nasce uomo e muore donna» (incidenti di percorso) ed ha parlato del «mito del carro armato» anziché del carro alato. Qualcuno ha fatto anche lo spiritoso parlando di «giudizio determinante, giudizio riflettente e dente del giudizio». Durante la relazione sul "Convito" di Platone (il quale, come la prof ci insegnava, «teneva una coccia grande quanto una panara»... mica come la nostra, che spesso serviva soltanto «pe' sparti' le recchie»), è infine emerso che «Aristofane era un tragediografo comico».
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