No, proprio non sopporto il fumo di sigaretta.
Il fumo ha un pessimo odore, rende irrespirabile l'aria degli ambienti chiusi, e a me fa venire il mal di testa in men che non si dica. In vita mia, che ci crediate o no, non ho mai neanche provato a fare un tiro di sigaretta... e di sicuro ne ho guadagnato in salute, oltre a risparmiare un sacco di soldi che sarebbero potuti letteralmente andare in fumo!
Adesso per fortuna in Italia è in vigore la legge che limita la possibilità di fumare nei locali pubblici chiusi, considerata una delle più restrittive d'Europa... ma, se dipendesse da me, vieterei di fumare anche nei locali all'aperto, perché nulla impedisce alle nubi di fumo, spinte da una corrente d'aria dispettosa, di dirigersi verso chi non le gradisce affatto. Trovo particolarmente sgradevole respirare, mentre sto ancora mangiando, il fumo delle sigarette che i vicini di tavolo si concedono quando loro hanno finito di mangiare.
E mi dispiace per lo scrittore Andrea Camilleri, accanito fumatore che ogni tanto approfitta dei suoi romanzi sul commissario Montalbano per lanciarsi in un'arringa in difesa dei fumatori, a suo dire ingiustamente discriminati... ma non c'è niente da fare: il fumo dà parecchio fastidio a chi non fuma (ed in particolare a chi è riuscito a smettere, per quanto ne so), oltre a fare molto male alla salute!
Questo post ce l'avevo in cantiere da un po' di tempo, ma mi sono decisa a terminarlo e a pubblicarlo dopo aver letto sul settimanale "Dipiù" un'intervista fatta a Sandra Mondaini per protesta contro la paventata chiusura del telefilm "Casa Vianello" (tra parentesi, il mio parere nei confronti di quel programma è oramai sintetizzato dalla ben nota frase-tormentone che la stessa Mondaini ripete al termine di ogni puntata: "Che barba che noia, che noia che barba!"). Ecco il brano dell'intervista che mi ha colpito.
La Mondaini prende fiato, raccoglie un pacchetto di sigarette e se ne accende una. La cosa mi stupisce, anche perché proprio dieci anni fa, nel 1997, fu colpita da un tumore al polmone e dubito che sia consigliabile tornare a fumare. Ancora una volta mi anticipa la grande attrice: «Sì, fumo: è il mio vizio. Ma sono arrivata alla conclusione che preferisco avere tre cancri che non la depressione: il cancro se lo prendi in tempo vai e te lo levi, la depressione ti rimane addosso», e poi mi indica una foto alla sua destra. «Lo vede quell'uomo con la barba? Era mio papà, faceva il pittore e si chiamava Giacinto, anche se tutti lo chiamavano "Giaci", e anche lui aveva la depressione, proprio come me: è un male di famiglia».
Dopo aver letto questa sfilza di assurdità sono rimasta senza parole, ma adesso è il caso che qualche parola la recuperi per esprimere ciò che penso. Ero già al corrente del fatto che la Mondaini avesse ripreso a fumare dopo essere guarita dal cancro, e nel 2004 scrissi a Sorrisi.com a nome di mia madre, la quale è ancor più sensibile di me su questo tema; nella lettera esprimevo le nostre perplessità sul ruolo di testimonial per l'AIRC ricoperto dall'attrice, ruolo che appariva in stridente contrasto con il pessimo esempio da lei fornito. Ma direi che in quest'ultima intervista la Mondaini ha superato se stessa in negativo, presentando il fumo di sigaretta come un magico antidoto ad una malattia serissima come la depressione. Se la gente arriva a condividere certi ragionamenti sconcertanti, non c'è da stupirsi del fatto che poi tenti di risolvere i propri problemi interiori più seri senza ricorrere a terapie psicologiche e farmacologiche scientificamente fondate, ma preferisca scorciatoie più accessibili ma ben più nocive: dal fumo alle "canne", dall'alcool alle droghe pesanti.
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