venerdì 31 ottobre 2014

Aluché?! ;-)

Visto che quest'anno il 31 ottobre cade proprio all'inizio del weekend, ho pensato che ci volesse un post per esorcizzare la festa di Halloween, o Aulin, oppure Aluin, dedicato a «Noi che il primo novembre era "Tutti i santi", mica "Halloween"» (cit.) e che stasera non festeggeremo in nessun modo particolare. Per farlo ho raccolto un po' di spunti trovati in giro...
La sempre ineccepibile Mitì Vigliero ha spiegato da par suo le origini di questa ricorrenza. Molti italiani non ci si riconoscono affatto: «Ma quale allouin?!? Ma che sctiamo all'america?!?», riferisce su Facebook un mio amico teatino. :-D E alcuni, soprattutto tra i cattolici, la vedono come un qualcosa di completamente estraneo alla nostra cultura. Ma se la mettiamo in questi termini... ;-)


I bambini invece amano mascherarsi, forse ancora di più che a Carnevale. I maschietti potrebbero travestirsi da Andy Warhol...


... e le femminucce da Frida Kahlo! :-)


A corto di idee per il menu del giorno? ;-)


Ed ecco un paio di citazioni – o forse dovrei parlare di versetti? ;-) – tratte dal Vangelo di Azael! :-D
Halloween è come Pasqua, solo che i morti resuscitano senza fare tante storie. (già twittato questa mattina)
Eppure era facile: Ognisanto o Tuttiisanti. No, l'abbiamo dovuto chiamare Ognissanti.
Infine, riciclo una battuta per veri nerd anglofoni: «Real programmers always confuse Christmas and Halloween because Oct31 == Dec25». :-D

giovedì 30 ottobre 2014

La fuga delle ugole

Il mese scorso, siccome mia mamma ci teneva, l'ho accompagnata al Teatro D'Annunzio di Pescara per assistere all'attesissimo concerto de Il Volo, il gruppo di fama internazionale composto dai "tre tenorini" Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble – quest'ultimo è un vanto locale, essendo nativo di Roseto degli Abruzzi – affermatisi dopo aver partecipato alla seconda edizione di Ti lascio una canzone, il popolare talent show di Raiuno riservato ai giovanissimi cantanti. Il mio giudizio personale? Bravi son bravi, tecnicamente non gli si può dir nulla... ma non hanno saputo emozionarmi, c'è poco da fare. A differenza della splendida voce soul – nel senso più letterale del termine, una voce "con l'anima" – del ventenne romano Andrea Faustini, che sta incantando il pubblico dell'edizione di The X Factor UK attualmente in onda. L'ho scoperto grazie a un tweet di @dariofrance, al secolo Dario Franceschini: l'attuale ministro dei Beni Culturali ha segnalato un paio di sue performance che ti invito caldamente a vedere. Dopodiché magari vorrai continuare a seguirlo, almeno sul canale YouTube di The X Factor UK; per quanto mi riguarda, sono rimasta particolarmente impressionata dalla sua interpretazione di One Moment In Time, un classico di Whitney Houston.
A questo punto potrebbe forse esserti balenato in testa un paio di domande...
  1. Che c'entra Andrea Faustini con Il Volo? Beh, pure lui ha partecipato a Ti lascio una canzone: eccolo qui in un filmato dell'epoca dove mostra un talento promettente, ma una voce decisamente più immatura.
  2. Come mai Andrea è in gara nell'edizione britannica di X Factor anziché in quella nostrana? Beh, lui sostiene di essere un fan della versione originale del talent, e non ho problemi a crederci. Inoltre la sua padronanza della lingua inglese è del tutto all'altezza della situazione. Ma è anche vero che Andrea le selezioni per il nostro X Factor le ha sostenute più volte, però senza successo... Chissà se adesso la produzione italiana si sta mangiando i gomiti per non averne saputo riconoscere e valorizzare il talento? ;-)
Auguro ad Andrea che il suo cammino nel talent vada avanti il più possibile, e che lo conduca al successo che merita! :-)

mercoledì 29 ottobre 2014

Freddure da tweet

Su 9GAG ho adocchiato un'immagine – che riporto qui accanto – dal titolo 21 Best One-Liner Jokes Ever, ovvero Le 21 migliori barzellette di una riga. Di alcune di esse, quelle che funzionano piuttosto bene anche in italiano pur essendo a volte un tantino politically incorrect, riporto qui di seguito la traduzione, anch'essa su misura per Twitter! :-)
Odio le matrioske, sono così piene di sé.
Ho chiesto al mio amico nordcoreano come andavano le cose lì, ha detto che non si poteva lamentare.
Non ho parlato con mia moglie per tre settimane. Non volevo interromperla.
La gente era solita ridere di me quando dicevo "Voglio essere un comico"... beh, nessuno sta ridendo adesso.
Mia moglie ed io siamo stati felici per vent'anni; poi ci siamo incontrati.
La prima volta che ho avuto un telecomando universale, ho pensato tra me e me "Questo cambia tutto".
Ho passato gli ultimi quattro anni a cercare l'assassino della mia ex fidanzata, ma nessuno vuole farlo.
Recentemente ho deciso di vendere il mio aspirapolvere, non faceva altro che raccogliere polvere.
Altre, pur essendo divertenti, purtroppo risultano intraducibili; ecco qualche "aiutino" per apprezzarle meglio.
  • Nella 7, il flamingo è il fenicottero, e put one's foot down vuol dire puntare i piedi.
  • Nella 15, watch for children può significare non soltanto guardare i bambini, ma anche "un orologio in cambio di bambini"; in questo senso, è quasi logico che sembri un buon affare... ;-)
  • Nella 21, balance significa saldo (del conto in banca) ma pure equilibrio. Per verificare il quale ci vuole in effetti un bello spintone! :-)

martedì 28 ottobre 2014

Scatti che non riescono mica tutti i giorni...

Tempismo perfetto e una buona dose di fortuna: l'Astronomy Picture of the Day pubblicata ieri con il titolo Plane, Clouds, Moon, Spots, Sun (Aereo, nuvole, Luna, macchie, Sole) avrei voluto scattarla io... mentre invece la soddisfazione di aver colto in un colpo solo svariati soggetti ben poco inclini a starsene fermi in posa spetta a Doyle Slifer.


Ed ecco la traduzione della relativa spiegazione.
Cosa c'è davanti al Sole? L'oggetto più vicino è un aereo, visibile appena sotto il centro del Sole e immortalato per puro caso. Più in lontananza vi sono numerose nuvole nell'atmosfera terrestre, che creano una serie di ombrose striature orizzontali. Ancora più lontana è la Luna della Terra, visibile come il grande "morso" circolare scuro in alto a destra. Appena sopra l'aereo e appena sotto la superficie del Sole ci sono delle macchie solari. Il principale gruppo di macchie solari catturato qui, AR 2192, è uno dei più grandi mai registrati e scoppietta da quando è comparso sulla superficie del Sole all'inizio della scorsa settimana. Scattato giovedi scorso, questo spettacolo di sagome solari è stato purtroppo di breve durata. Nel giro di pochi secondi l'aereo è volato via. In pochi minuti le nuvole si sono dileguate. Nel giro di poche ore l'eclissi parziale del Sole da parte della Luna era finita. Rimane solamente il gruppo di macchie solari, ma nel giro di qualche altro giorno anche AR 2192 scomparirà dalla superficie del Sole. Per fortuna, quando si tratta del Sole, anche allineamenti inaspettati sono sorprendentemente frequenti.

lunedì 27 ottobre 2014

L'inestimabile valore di un sorriso

Dedicata al mio dispensatore di sorrisi – e pure qualche lacrimuccia, però di felicità :-* – ecco una piccola selezione, tratta da qui, qui e qui, di aforismi e citazioni sul sorriso! :-)
Il sorriso della persona che si ama ha una forza infinita: ci dà il coraggio di superare mille barriere ed è come il vento di primavera che passa sulla brughiera e ci porta il profumo della vita.
Romano Battaglia
Tutto è assurdo e splendido simultaneamente. Delle lacrime in un sorriso: è l'aspetto più bello dell'umanità.
Georges Clémenceau
La vita è come uno specchio: ti sorride se la guardi sorridendo.
Jim Morrison
A volte la tua gioia è la fonte del tuo sorriso, ma a volte il tuo sorriso può essere la fonte della tua gioia.
Thích Nhất Hạnh
Non sorridiamo perché qualcosa di buono è successo, ma qualcosa di buono succederà perché sorridiamo.
Proverbio giapponese
Un giorno senza un sorriso è un giorno perso.
Charlie Chaplin
Nella vita per ogni sorriso che ti risparmi c'è almeno un sorriso che ti perdi.
Luciano De Crescenzo
Riuscire a sorridere di tutti i piccoli fastidi e inconvenienti quotidiani sarebbe già l'anticamera della felicità.
Giovanni Soriano
Ci vogliono settantadue muscoli per fare il broncio ma solo dodici per sorridere. Provaci per una volta.
Mordecai Richler
Basta la grazia imprevista di un sorriso intelligente a far volare via gli strati di tedio depositati dai giorni.
Nicolás Gómez Dávila
Le rughe dovrebbero semplicemente indicare il posto dove erano i sorrisi.
Mark Twain
Le rughe mostrano che si è vecchi, decrepiti, oppure che si è abituati a sorridere sempre.
Carlos Santana
Indossa un sorriso e avrai amici; indossa un broncio e avrai le rughe.
George Eliot
Un sorriso è il modo più economico per cambiare il tuo look.
Charles Gordy
Ogni sorriso ti rende più giovane di un giorno.
Proverbio cinese
Un sorriso è una curva che raddrizza tutto.
Phyllis Diller
Il riso è il sole che scaccia l'inverno dal volto umano.
Victor Hugo
Lo stolto alza la voce mentre ride; ma l'uomo saggio sorride appena in silenzio.
Siracide, Antico Testamento
Non piangere perché una cosa finisce, sorridi perché è accaduta.
Gabriel García Márquez
Ma l'autore più prolifico in assoluto credo proprio che sia il signor Anonimo... :-)
L'arte del saper vivere consiste nell'avere gli occhi di chi ne ha passate tante e il sorriso di chi le ha superate tutte.
Un sorriso costa meno della corrente elettrica, ma dà più luce.
Tutti sorridono nella stessa lingua.
Quando la vita ti dà mille ragioni per piangere, dimostra che hai mille ed una ragione per sorridere.
La distanza più breve tra due persone è un sorriso.
Puoi lasciare che il tuo sorriso cambi le persone, ma non lasciare che le persone cambino il tuo sorriso.
Ed è di Anonimo, sebbene venga spesso erroneamente attribuita al summenzionato Gabriel García Márquez, anche la citazione seguente, che la sottoscritta ama molto.
Non smettere mai di sorridere, nemmeno quando sei triste, perché non sai chi potrebbe innamorarsi del tuo sorriso.
Recano la "firma" dell'Anonimo, anziché di John Faber o chi per lui, pure le seguenti righe.
Un sorriso non costa nulla,
ma vale molto.
Arricchisce chi lo riceve,
senza rendere più povero chi lo dà.
Non dura che un istante,
ma il suo ricordo può durare per sempre.
La citazione qui sotto, sebbene in genere venga ritenuta opera di Ralph Waldo Emerson oppure di Paulo Coelho, in realtà è un detto indiano.
Quando sei nato, stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano. Vivi la tua vita in modo che quando morirai, tu sia l'unico che sorride e e ognuno intorno a te piange.
In conclusione, non poteva mancare un sia pur piccolo spazio dedicato ai moderni autori di aforismi in 140 caratteri o meno: gli utenti di Twitter! :-)
Le persone più preziose sono quelle che ti fanno vedere la luce anche nei momenti più bui. Quelle che estraggono sorrisi dalle tue macerie.
È buona norma portarsi sempre appresso un sorriso, ché se hai le braccia impegnate, è l'unico degno sostituto di un abbraccio.
E bisogna sempre anche ridere di tutto. Perché forse non ci avete mai pensato, ma tutto ride continuamente di noi.
Se non sai prima ridere di te, non sai ridere.
I bambini ridono in media 400 volte al giorno, gli adulti 15.
La domanda giusta non è "Perchè ridi?" ma "Perchè non ridi più?"

venerdì 24 ottobre 2014

Nessun nonno è troppo lontano

Che grande invenzione, Skype e la relativa app: soprattutto negli ultimi tempi, mi sono pressoché indispensabili per fare chiamate vocali con lo smartphone senza intaccare i quattrocento minuti di telefonate al mese concessimi dal signor Wind, e persino videochiamate. Pur non potendo considerarmi una "nativa digitale", mi ritengo abbastanza aggiornata sulle nuove tecnologie... però a chi è meno evoluto ma potrebbe trarre lo stesso un gran piacere/vantaggio dal (ri)entrare in contatto con parenti e amici lontani, chi ci pensa?!
Giorni fa, seguendo il blog di Giovanna Cosenza, sono venuta a conoscenza dell'iniziativa Ti connetto i nonni, che il suo protagonista presenta così: «Ciao sono Marco e la mia missione è riavvicinare nonni e nipoti grazie alle nuove tecnologie. Prendiamo Skype, per esempio. Io posso insegnare ai tuoi nonni come si usa, anche se non impareranno mai come si pronuncia. E non importa quante volte dovrò spiegare le stesse cose. Sono pronto ad immolarmi in cambio di un sorriso. O di una fetta di torta. Perché faccio tutto questo? Perché ho visto la gioia di mia nonna quando l'ho aiutata a connettersi con suo figlio e ho deciso di aiutare anche altre nonne. Da allora, cerco di riavvicinarle ai nipoti lontani».
Della webserie ideata dall'agenzia di comunicazione Plural con la produzione esecutiva di Oh!Pen è già uscito il teaser, che puoi vedere qui sotto.



Nella storia che c'è dietro chiunque di noi può riconoscere in qualche misura almeno qualcuna delle persone più o meno anziane che fanno parte della nostra vita: «Mia nonna ha 90 anni e cucina ancora delle ottime polpette, mio zio si è trasferito all'estero e da allora non si vedono più tanto spesso. Un giorno ho deciso di aiutarli a connettersi. Se anche tu vivi lontano dai tuoi nonni, scrivimi e proverò ad aiutarti». Come scrive Giovanna Cosenza, «Sarebbe bello che si diffondesse a macchia d’olio, che diventasse una moda, qualcosa di cui ogni giovane, ispirandosi alla serie, si prendesse cura in prima persona». In caso contrario, puoi scrivere a Marco: «Vuoi connetterti con i tuoi nonni? Raccontami la tua storia e spiegami perché ti serve il mio aiuto. Se vuoi, mandami una foto insieme a loro. Io sceglierò chi ha più bisogno di me e partirò in missione».
Ti connetto i nonni è anche su Facebook, Twitter e Instagram. :-)

giovedì 23 ottobre 2014

Panorami tibetani... a due passi da casa!

Certe volte mi sento un po' triste al pensiero che in vita mia, nel migliore dei casi, riuscirò a visitare solo una piccolissima parte dei luoghi che mi interesserebbero al mondo; ad esempio, in Tibet dubito fortemente che avrò mai modo di andarci. Ma poi ieri mi è capitato di sfogliare la photogalley pubblicata su Corriere.it e intitolata Se l'Abruzzo sembra il Tibet: foto magiche, e mi sono rallegrata constatando per l'ennesima volta che la mia regione offre scenari tali da non aver nulla da invidiare a mete turistiche tendenzialmente più ambite. Nel raggio di un centinaio di chilometri o poco più mi ritrovo un sacco di posti da scoprire, riscoprire... oppure da far scoprire! ;-)
Mi sembra innegabile che Maurizio Anselmi, autore delle foto della raccolta, abbia fatto ricorso in misura più o meno accentuata alla post-produzione con Lightroom e simili... ma in fondo era forse l'unico modo per cercare di rendere davvero la magia di certi paesaggi, che di norma si riesce a cogliere soltanto con i propri occhi. E per me che ho la passione della fotografia di paesaggio il suo lavoro può essere di ispirazione per decidermi finalmente a mettere mano alle, ebbene sì, migliaia di foto che ho scattato con la reflex negli ultimi mesi e che attendono pazientemente di essere sviluppate... ;-)
Delle foto contenute nella photogallery summenzionata, tutte scattate nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, ne ho selezionate alcune che oggi, anche per alleviare la malinconia di questa piovosa giornata autunnale, desidero condividere con te.
Campo Imperatore, dove quest'estate ho fatto il mio timido esordio nel fantastico mondo dell'astrofotografia...


... e il suo piccolo ma suggestivo lago Racollo.


Il Corno Piccolo del Gran Sasso, visto all'alba dal Rifugio Franchetti.


Veduta dal Corno Grande.


L'alta valle del Chiarino.


Dalla Sella dei due Corni, le Fiamme di Pietra


Le Cento Fonti.


Infine, una splendida panoramica su Campo Pericoli.


E insomma... non sei anche tu rimasto conquistato?! :-)

mercoledì 22 ottobre 2014

Sister C(h)ristina is back!

Alla fine, come avevo pronosticato, la seconda edizione del talent canoro di Raidue The Voice of Italy è stata vinta da suor Cristina Scuccia. Lo scarso successo del suo inedito Lungo la riva – sul quale secondo Tony Troja aleggiava un sospetto di plagio – lasciava presagire che la giovane orsolina dalla voce portentosa potesse trasformarsi in una meteora, come del resto Elhaida Dani, vincitrice della prima edizione: bravissima, ma chi l'ha più sentita?!
E invece... due giorni fa è arrivato il singolo di lancio del suo album di debutto che uscirà a novembre in tutto il mondo, si intitolerà Sister Cristina – per inciso, lei può già vantare una pagina sull'edizione inglese di Wikipedia, ma non ancora su quella italiana – e conterrà due inediti e dieci brani rivisitati e reinterpretati. E quale sarebbe questo primo singolo? Ehm... trattasi di una cover di Like a Virgin, portata al successo trent'anni fa dalla trasgressiva popstar Madonna, tanto per restare in tema religioso. Ecco qui sotto il videoclip, diretto dal quotatissimo Marco Salom e girato a Venezia come l'originale.


Se ci si fermasse alla strofa, leggere il testo (tradotto qui) come un inno d'amore rivolto al Signore sarebbe pure fattibile. Ma il ritornello... ecco, diciamo che quello mi ha lasciata perplessa fin da subito: e finora non conoscevo neppure questa scena del film Le iene di Quentin Tarantino! :-O A suor Cristina che afferma di considerarla «una canzone sulla capacità dell'amore di fare nuove le persone. Di riscattarle dal loro passato» replica l'agenzia di stampa cattolica SIR, parlando di operazione commerciale spericolata e furbetta.
Quanto all'arrangiamento, la diretta interessata spiega «l'abbiamo trasformata dal brano pop-dance che era, in una ballata romantica un po' alla Amos Lee. [L'ho dovuto cercare su Wikipedia perché confesso di non averlo mai sentito nominare prima d'ora, NdC] Cioè a qualcosa di più simile a una preghiera laica che a un brano pop», ma ecco, come dire... a me 'sta versione me pare 'n po' 'na palla! ;-)
In conclusione, non posso non segnalare il video della Sora Cesira in cui suor Cristina racconta tutta la verità sul suo ingresso nel mondo della musica. Suvvia, sorella, si fa per scherzare!!! :-D

martedì 21 ottobre 2014

Comete dappertutto!

L'Astronomy Picture of the Day di due giorni fa riproponeva la cometa McNaught, nota anche come la Grande Cometa del 2007, e ritenuta «forse la cometa più fotogenica dei tempi moderni». Eccola mentre divideva la scena con la Via Lattea, oltre che con uno sciame meteorico.


Purtroppo dall'Italia non potemmo ammirarla con i nostri occhi in tutto il suo splendore, poiché fu visibile solamente nei cieli australi: la foto qui sopra, in effetti, fu scattata dalla cittadina neozelandese di Queenstown. E si sapeva che sarebbe stato ancora più arduo, non solo per gli italiani ma per i terrestri in generale, contemplare direttamente la cometa Siding Spring, così chiamata dal nome dell'osservatorio astronomico australiano dal quale l'astronomo Robert H. McNaught – sì, proprio quello che diede il proprio cognome alla summenzionata Grande Cometa del 2007 (e mica solo a quella) – l'ha scoperta: la sua traiettoria è passata proprio l'altroieri nei pressi di Marte, transitando più vicina al Pianeta Rosso – 141mila chilometri – di quanto qualunque cometa sia mai passata vicino alla Terra, perlomeno secondo i dati storici registrati. Ciononostante, la foto qui sotto, che mostra la cometa (in basso a sinistra) e Marte (in alto a destra), non è stata scattata da qualcuno dei veicoli spaziali o rover attivi dalle parti del Pianeta Rosso, bensì dalla Terra, per mano di Damian Peach.


Per vedere Siding Spring come l'avrebbe vista su Marte il robot Curiosity, puoi ricorrere allo splendido simulatore segnalato dall'insostituibile Paolo Attivissimo.

lunedì 20 ottobre 2014

Forza Giusy, sei tutti noi!

Avendo sentito parlare della sorprendente esibizione di Valerio Scanu durante la scorsa puntata di Tale e Quale Show, ma non trovandone traccia su YouTube – la Rai ha tenuto fede al suo proposito fino in fondo, uffa! :-/ – mi sono decisa ad installare sul mio smartphone l'app Rai TV. In questo modo ho recuperato la performance in questione – roba da rimanere a bocca aperta, guarda tu stesso – e poi mi sono messa a sfogliare gli altri contenuti elencati nella pagina principale, tra i quali alcuni spezzoni della decima edizione di Ballando con le Stelle. Una delle coppie in gara quest'anno è composta da Giusy Versace e Raimondo Todaro. Dei due lui, nonostante la giovane età, è uno dei ballerini storici del talent "danzereccio" di Raiuno fin dalla seconda edizione, mentre lei è la vip della coppia: famosa non tanto per essere imparentata con la dinastia calabrese della moda, quanto per i suoi successi come atleta paralimpica. Infatti, dopo aver perso entrambe le gambe nel 2005 in un incidente stradale, nel 2010 ha cominciato a correre con delle protesi in carbonio analoghe a quelle che hanno reso un campione Oscar Pistorius... il quale, ahilui e soprattutto povera la sua fidanzata, ha fatto la fine che ha fatto.
Il 4 ottobre Selvaggia Lucarelli ha twittato «Giusy Versace e' una donna bionica. E per tutto quello che c'è oltre le sue protesi. Cuore, carattere, cervello. #Ballando10». La popolare opinionista e blogger non è certo facile a simili elogi... ma sono convinta che la Versace se li meriti tutti. E lo credo ancora di più dopo aver visto la sua esibizione dell'11 ottobre scorso, che ha avuto anch'essa parecchia eco: mentre Raimondo Todaro la faceva volteggiare in una scatenata salsa sulle note di Dancing Queen degli ABBA, la ragazza ha perso in diretta la protesi destra... ma il buonumore no, quello non l'ha perso di certo. Dopo l'incidente il suo partner, visibilmente emozionato, la teneva in braccio e la copriva di baci per rassicurarla – fossi sua moglie sarei parecchio gelosa, lo confesso... ;-) – e intanto lei continuava a sorridere con grande naturalezza. «Alla fine non potevo che ridere perché chi non ridere di se stesso non va da nessuna parte», è stato il suo commento a posteriori. Non mi imbarazzo ad ammettere che guardando quei due mi sono proprio commossa! :'-)
Quando invece inconvenienti del genere non si verificano, come sabato scorso, devo dire che Giusy balla decisamente bene... di sicuro meglio di me, che da un incidente forse altrettanto grave sono uscita più o meno tutta intera: davvero si stenta a credere che al posto delle gambe lei abbia due protesi. Qualcuno potrebbe o avrebbe potuto pensare che la partecipazione di Giusy Versace a Ballando con le Stelle sottintenda una qualche forma di morbosa spettacolarizzazione del dolore... ma in realtà è l'esatto contrario: vederla affrontare e superare i suoi limiti fisici con tanta grinta e positività può essere di esempio per chiunque tenda a lasciarsi abbattere fin troppo facilmente dalle difficoltà quotidiane.

domenica 19 ottobre 2014

Un selfie al giorno

In principio fu Noah Kalina: la sua idea di scattarsi una foto al giorno per sei anni, il tutto senza peraltro mai cambiare espressione né abbozzare un sorriso – e senti chi parla, dirà chi si è cimentato nell'impresa di immortalarmi! ;-) – si è trasformata in un video virale che ha totalizzato milioni di visualizzazioni. In seguito la medesima idea è stata riciclata nei modi più disparati: mi limito a linkare il video di un ragazzo che ha registrato la propria crescita scattandosi un selfie al giorno dall'età di 12 a quella di 19 anni, e quest'altro che documenta un'intera gravidanza, fino al tenerissimo lieto evento finale! :-)
Ma il video più significativo di questo filone mi sembra senza dubbio questo, che ho visto segnalato l'altro giorno sull'Huffington Post: esso si intitola «Una foto al giorno nell'anno più brutto della mia vita» e mostra, con l'accompagnamento musicale dello stesso brano di Carly Comando utilizzato da Noah Kalina, una donna il cui volto e la cui espressione col passare del tempo appaiono segnati sempre più spesso e sempre più visibilmente dalle botte ricevute dal suo partner. La scritta sul foglio che la vittima mostra alla fine vuol dire «Aiutatemi. Non so se arriverò a domani». Per quanto si tratti di uno spot commissionato dall'organizzazione serba B92 Fund, e le lesioni siano semplicemente frutto di un accurato make-up, lo trovo un espediente assai efficace per denunciare la piaga delle violenze domestiche sulle donne.

sabato 18 ottobre 2014

Lollipop Lollipop Oh Lolli Lolli Lolli...

A quasi due anni – ventun mesi o poco più, per la precisione – dall'acquisto, il mio Samsung Galaxy S III Mini se la cava ancora piuttosto bene, a differenza del suo predecessore, le cui risorse limitate – la memoria interna, soprattutto – avevano iniziato a crearmi problemi dopo soli sei mesi. Il mio attuale smartphone ha un unico inconveniente di rilievo, ovvero l'autonomia: quasi tutti i giorni ormai la sola ricarica notturna non è sufficiente, ma mi tocca collegarlo per un po' al caricatore – e finché ne ho la possibilità, poco male – per poter arrivare tranquillamente fino a sera. Perciò non c'è da stupirsi se, quando pochi giorni fa è stato presentato il nuovo Nexus 6 di Google, prodotto per la prima volta da Motorola, ho cominciato a guardarlo con un certo interesse. Anche perché tra le sue specifiche è prevista la possibilità di garantirsi 6 ore di autonomia con 15 minuti di ricarica grazie al Turbo Charger incluso. E poi sul Nexus 6 girerà l'ultimissima versione di Android, la 5.0, "per gli amici" Lollipop ossia lecca-lecca; essa introduce parecchie novità molto interessanti, riassunte qui da Paolo Attivissimo. E io, che sono ferma ad Android 4.1.2 Jelly Bean e non ho mai messo mano alla 4.4 KitKat, sono un tantino impaziente di fare finalmente un salto di qualità... :-)
Però sono due le caratteristiche che mi frenano: le dimensioni – lo schermo AMOLED da 5,96 pollici sarà anche una meraviglia, ma non è proprio il massimo della praticità – e il prezzo – il cosiddetto phablet (= phone + tablet), disponibile da novembre, sarà in pre-ordine su Google Play da fine ottobre al prezzo di 649 dollari... che chissà quanto diverranno poi in euro (al cambio attuale sarebbero poco meno di 509 €). Vorrà dire che aspetterò qualche mese, finché il prezzo non scenderà a livelli ragionevoli: tanto la smania di essere tra i primi ad aggiudicarsi i nuovi gadget tecnologici in uscita non ce l'ho mai avuta... :-)
[A proposito di Lollipop, per la colonna sonora di questo post si ringraziano le Chordettes, mentre l'immagine che apre il post è tratta da forums.roadbikereview.com :-)]

venerdì 17 ottobre 2014

Le ultime parole... famose

Ogni tanto, per remota che possa essere tale eventualità, immagino come mi piacerebbe che avvenisse la mia dipartita – più serena e indolore possibile, chiaro – e quali vorrei che fossero le mie ultime parole. Di sicuro, in un momento come quello, vorrei risparmiarmi l'angoscia di avere grosse faccende in sospeso... e per questo il modo più sicuro è non lasciare conti aperti né cose non dette, ma togliersi ciascun peso non appena se ne presenta l'occasione.
Tutta questa premessa così lieve ;-) – ma trovo che dedicare un pochino di tempo a riflettere su certe questioni sia senz'altro più sensato che ignorarle come se non ci riguardassero – per introdurre l'articolo 64 People and Their Famous Last Words, pubblicato su Mental Floss e che a sua volta si basa come fonte primaria sul libro Last Words of Notable People: Final Words of More than 3500 Noteworthy People Throughout History. Di tutte le citazioni ivi elencate ne ho selezionate alcune che riporto tradotte qui di seguito.
Tanto per cominciare, a proposito del desiderio di lasciare delle ultime parole memorabili...
Charles Gussman era un autore e presentatore televisivo. Quando si ammalò, disse che voleva che le sue ultime parole fossero memorabili. Quando la figlia glielo ricordò, egli si tolse delicatamente la maschera dell'ossigeno e sussurrò: «E ora un'ultima parola dal nostro sponsor».
E via elencando...
Nel 1977 Elvis Presley salutò Ginger Alden, che fu la sua compagna negli ultimi anni di vita, con quelle che sarebbero state le sue ultime parole: «Vado in bagno a leggere».
Nostradamus predisse: «Domani, all'alba, io non sarò più qui». Aveva ragione.
Maria Antonietta pestò i piedi del boia camminando verso la ghigliottina. Le sue ultime parole: «Perdonatemi, signore».
Quando morì Sir Isaac Newton, fu umile. Egli disse: «Io non so cosa io possa sembrare al mondo. Ma a me sembra di essere stato solamente come un ragazzo che gioca in riva al mare e vaga qua e là in cerca di un ciottolo più liscio o di una conchiglia più bella del normale, mentre il grande oceano della verità giace tutto da scoprire davanti a lui».
Mentre Benjamin Franklin stava morendo all'età di 84 anni, sua figlia gli disse di cambiare posizione a letto in modo da poter respirare più facilmente. Le ultime parole di Franklin furono: «Un uomo che muore non può fare nulla facilmente».
L'assassino James W. Rodgers venne messo di fronte a un plotone di esecuzione nello Utah e gli fu domandato se avesse un'ultima richiesta. Egli rispose: «Portatemi un giubbotto antiproiettile».
John Arthur Spenkelink fu giustiziato in Florida nel 1979. Egli trascorse i suoi ultimi giorni a scrivere queste parole su varie lettere: «Pena capitale vuol dire che chi non ha il capitale ottiene la pena».
John Wayne morì all'età di 72 anni a Los Angeles. Si rivolse a sua moglie e disse: «Certo che so chi sei. Tu sei la mia ragazza. Ti amo».
Wilson Mizner è meglio noto per i suoi motti di spirito, anche se era un drammaturgo di successo. È conosciuto per la frase «Sii gentile con le persone durante la salita, perché incontrerai le stesse persone durante la discesa». Quando Mizner era sul letto di morte, un prete gli disse «Sono sicuro che desidera parlare con me». Mizner disse al prete «Perché dovrei parlare con lei? Ho appena parlato con il suo capo».
Il chirurgo Joseph Henry Green controllava il proprio battito cardiaco mentre giaceva morente. Le sue ultime parole: «Si è fermato».
[L'immagine che apre il post è tratta da Rich Public Speaking]

giovedì 16 ottobre 2014

La Natura ci parla, ascoltiamola!


L'altro giorno nel gruppo Facebook del C.A.I. - Club Alpino Italiano ho visto il link a un video dal titolo Nature Is Speaking – Julia Roberts is Mother Nature - Conservation International (CI). Esso mostra magnifici scorci del pianeta Terra accompagnati da una musica celestiale e dalla voce narrante della famosa attrice statunitense Julia Roberts, la quale impersona nientepopodimenoché Madre Natura. Ecco la traduzione del brano.
Alcuni mi chiamano natura. Altri mi chiamano Madre Natura. Sono qui da oltre quattro miliardi e mezzo di anni. Ventiduemilacinquecento volte più di voi. Io non ho affatto bisogno della gente. Ma la gente ha bisogno di me. Sì, il tuo futuro dipende da me. Quando io prospero, tu prosperi. Quando io vacillo, tu vacilli. O peggio. Ma io sono qui da migliaia di anni. Ho nutrito specie più grandi della tua. E ho fatto morire di fame specie più grandi della tua. I miei oceani. Il mio suolo. I miei corsi d'acqua. Le mie foreste. Tutti loro possono accompagnarti. O lasciarti. Come scegli di vivere ogni giorno, considerandomi o ignorandomi, a me davvero non interessa. In un modo o nell'altro, le tue azioni determineranno il tuo destino. Non il mio. Io sono la natura. Andrò avanti. Sono preparata ad evolvermi. Tu lo sei?
Seguendo i riferimenti associati al video, ho scoperto che esso non era che il primo della serie Nature Is Speaking, promossa dall'organizzazione ambientalista Conservation International, nella quale celebri divi di Hollywood recitano brani atti a sensibilizzare la gente nei confronti della salvaguardia del nostro meraviglioso pianeta.
Dapprima Harrison Ford ha prestato la sua voce all'Oceano...
Io sono l'oceano. Sono l'acqua. Sono la maggior parte di questo pianeta. Io gli ho dato forma. Ogni flusso d'acqua, ogni nuvola e goccia di pioggia... tutto torna a me. In un modo o nell'altro ogni cosa vivente qui ha bisogno di me. Io sono la sorgente. Tutto ha avuto origine da me. Gli esseri umani? Loro non sono diversi. Non devo loro nulla. Io do. Loro prendono. Ma posso sempre riprendermelo... È così che è sempre stato. In ogni caso, non è il loro pianeta. Non lo è mai stato. E non lo sarà mai. Ma gli esseri umani... loro prendono sempre più di quello che condividono. Mi avvelenano e poi si aspettano che io dia loro da mangiare... Beh, le cose non funzionano in questo modo. Se gli esseri umani vogliono esistere in natura con me... e vivere di me... suggerisco che ascoltino con attenzione... mi limiterò a dirlo una volta sola. Se la natura non si mantiene in buona salute, gli esseri umani non sopravvivranno. È semplice. Io? A me non interessa, con o senza esseri umani. Io sono l'oceano. Una volta ho ricoperto l'intero pianeta. E potrei sempre ricoprirlo di nuovo. Questo è tutto ciò che ho da dire...
... poi è toccato a Kevin Spacey, voce della Foresta Pluviale...
Io sono la foresta pluviale. Li ho visti crescere qui. Sono andati via... ma tornano sempre indietro. Sì, loro tornano sempre indietro. Per i miei alberi; il loro legname. Le mie piante; le loro medicine. Per la mia bellezza; la loro via di fuga. Sono sempre stata lì per loro. E sono stata più che generosa. A volte ho dato loro tutto. Ora, è andato per sempre. Ma gli esseri umani sono tanto intelligenti. Tanto intelligenti. Cervelli così grandi... e pollici opponibili. Loro sanno come fare le cose. Cose sorprendenti. Ora, perché avrebbero ancora bisogno di una vecchia foresta come me? La giungla? Gli alberi? Beh, loro respirano aria... e io produco aria. Loro avranno pensato a questo? Gli esseri umani. Così intelligenti... Loro troveranno il modo. Gli esseri umani... che producono aria. Sarà divertente da vedere.
... in seguito Edward Norton ha ricoperto il ruolo del Suolo...
Io sono il suolo. Sono sulle colline e sulle valli, sui campi e sui giardini. Senza di me, gli esseri umani non potrebbero esistere. Ma mi trattate come spazzatura. Ti rendi conto che io sono solamente un sottile strato di pelle su questo pianeta? E sono vivo. Pieno di organismi che fanno crescere il tuo cibo. Ma sono rovinato, sofferente, abusato, malato. A causa tua. Tu mi hai ridotto a meno della metà di quello che ero solo cento anni fa. Stai prestando attenzione? Mi sto trasformando in... polvere. Potresti allora trattarmi forse con un po' più di rispetto? Suppongo che tu voglia ancora mangiare. Giusto?
... dopodiché Penélope Cruz ha "doppiato" l'Acqua...
Io sono l'acqua. Per gli esseri umani, sono semplicemente... lì. Sono qualcosa che loro danno per scontato. Ma di me ce n'è sempre di meno. E di loro sempre di più ogni giorno. Inizio come pioggia sulle montagne, scorro nei fiumi e nei torrenti, e finisco nell'oceano. Poi il ciclo ricomincia. E mi ci vorranno diecimila anni per tornare nello stato in cui mi trovo oggi. Ma per gli esseri umani io sono solo acqua, niente di più. Dove mi troveranno gli esseri umani quando ci saranno miliardi in più di loro in giro? Dove troveranno sé stessi? Faranno guerre per me come ne fanno per tutto il resto? Questa è sempre un'opzione. Ma non è l'unica opzione.
... e infine Robert Redford ha impersonato la Sequoia che dialoga con un Alberello giovane e inesperto, interpretato dalla nipote Lena.
Alberello: Come fai ad essere così saggio? Albero: Ragazzino, io sono qui da molto tempo. In realtà la nostra specie si trovava in giro quasi prima di ogni altra cosa. E ho visto quasi tutto. Alberello: Davvero? Tipo cosa? Albero: Beh, ho visto ogni sorta di clima. Alberello: E molte creature? Albero: Sì, all'inizio erano solo scarafaggi e ragni, poi alcuni topi e ratti, e alcuni conigli e orsi. E puzzole. Poi, improvvisamente, vennero gli esseri umani e si scatenò l'inferno. Alberello: Perché? Cosa fecero gli esseri umani? Albero: Beh, trasformarono i lupi in cani. I fiumi in laghi. E noi in legname. Cominciarono a usare il pianeta come se esistesse solo per loro. Agirono come se ne avessero uno di scorta. Alberello: Perché l'hanno fatto? Perché non capivano? Albero: Non lo so. Se non si rendono conto di far parte della natura, piuttosto che usare la natura e basta, probabilmente non saranno qui per vederti crescere.
La conclusione di tutti i video è sempre la stessa...
La natura non ha bisogno della gente. La gente ha bisogno della natura.
Attendo con impazienza le prossime due uscite previste, in cui saranno la Barriera Corallina e il Fiore a dire la loro! :-)

mercoledì 15 ottobre 2014

Una buona idea... riciclata meglio

Mesi fa guardai, segnalato da Bloguerrilla, un video che documentava una sorprendente campagna virale messa a punto per promuovere una linea di prodotti per capelli. Sulla banchina di una stazione della metropolitana di Stoccolma era stato montato un cartellone recante la foto di una ragazza. Solo che in realtà non si trattava di una fotografia, bensì di uno schermo digitale: all'arrivo dei treni, grazie ad alcuni sensori a ultrasuoni, l'immagine si animava come per effetto dello spostamento d'aria, suggerendo l'idea dei capelli che prendono vita.


Pochi giorni fa sempre su Bloguerrilla ho letto che la stessa idea è stata rielaborata per una finalità senza dubbio meno frivola. C'è sempre un cartellone digitale sensorizzato, i capelli che si agitano al passaggio dei treni... fino a volare via: si trattava infatti di una parrucca che copriva il cranio glabro di una quattordicenne. In questo caso la campagna, promossa dalla fondazione svedese Barncancerfonden, punta a sensibilizzare le persone nei confronti dei tumori infantili, invitando ad effettuare donazioni mediante l'invio di un sms.

martedì 14 ottobre 2014

A proposito di pagamenti online

Oggi racconto un aneddoto personale fresco fresco, nella speranza che magari possa servire di monito per altri... ma soprattutto che aiuti me a far sbollire il nervoso!!! :-@ Mi scuso in anticipo se la spiegazione risulterà un tantino confusionaria.
Domenica sera ho ordinato quattro libri su Amazon. Ma come sarebbe a dire, libri?! Di carta?!?!?!? Non ti eri convertita al Chìndolo™?!?!? ;-) Beh, sì... ma ero rimasta indietro di tre Montalbani, e quella serie l'ho cominciata su carta e oramai intendo concluderla su carta, ecco. E poi ho preso il catalogo della mostra di Henri Cartier-Bresson, disponibile solamente in formato cartaceo...
Ma vabbè. Un'oretta dopo aver effettuato l'ordine mi arriva un messaggio e-mail dal signor Amazon: «Stiamo riscontrando dei problemi nell'elaborazione della tua Visa (exp. 20**/**) per la transazione sopra elencata. Proveremo ad addebitare nuovamente l'importo sulla tua carta di credito. Non è necessario effettuare nuovamente l'ordine, ma ti preghiamo di controllare che i dettagli di pagamento siano corretti. Ti informiamo che questo problema potrebbe ritardare la data di spedizione dell'ordine e, di conseguenza, la data di consegna prevista», eccetera eccetera. Qualcosa di analogo mi era già capitato all'inizio di agosto quando acquistai degli ebook, ma all'epoca l'inconveniente fu causato dal fatto che come metodo di pagamento era passata per errore la mia vecchia carta Postepay, bloccata ad aprile e sostituita con una nuova in seguito al furto che avevo subìto. Mi bastò eliminare la vecchia carta dall'elenco dei metodi di pagamento associati al mio account affinché andasse tutto a posto. Questa volta invece proprio non capivo cosa potesse essere accaduto... Per scrupolo ho provato a reinserire i dati della nuova carta Postepay, anche se avevano funzionato correttamente in occasione dell'ultimo acquisto e non avevo motivo di ritenere che da allora fosse successo alcunché... E invece.
Alle tre di stanotte il signor Amazon mi manda un nuovo messaggio e-mail analogo al precedente. Mumble... qua bisogna venirne a capo! Dopo pranzo, non appena ho modo di mettermi al pc, consulto dapprima il servizio assistenza di Amazon, che su questa pagina mi suggerisce di contattare la mia banca, dopodiché telefono al numero verde del supporto Postepay, 800.00.33.22. Mi risponde un gentile operatore che, dopo avermi chiesto alcuni dati, mi informa che la mia carta risulta bloccata: questo perché tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre – io non la usavo appunto dall'inizio di agosto – qualcuno a quanto pare ha tentato di effettuare ripetuti tentativi di pagamento, fortunatamente senza indovinare il codice di controllo. L'operatore mi avvisa che potrei sbloccare la carta inserendola in un qualunque sportello Postamat e digitando il PIN, ma me lo sconsiglia, perché una volta sbloccata chiunque abbia tentato di prosciugarmela potrebbe riprovarci. L'unica è sostituirla con una nuova... ma il fatto è che il rinnovo gratuito si può richiedere al summenzionato numero verde soltanto a partire da 2 mesi prima e fino a 18 mesi dopo la data di scadenza, quindi niente da fare. Per farla breve, mi è toccato correre all'ufficio postale più vicino che è aperto nel pomeriggio per attivare una nuova carta e trasferire il credito da quella vecchia, al netto dei cinque euro necessari per l'operazione. Il tutto mi è costato, oltre ai suddetti cinque euro, una quantità notevole di scartoffie da compilare e firmare e un'inc***atura ancora più notevole... :-@
Adesso comunque ho una Postepay nuova nuova – proprio adesso che, a furia di digitarlo, ero finalmente riuscita a memorizzare il numero di quella vecchia :-/ – e la preoccupazione di tenerla al sicuro dai ladri informatici. In effetti mi rimane da capire come abbiano fatto esattamente ad intercettare i dati della vecchia carta: stando alle informazioni fornitemi dall'operatore del numero verde, la principale indiziata è l'app nella quale avevo inserito quei dati per ricaricare il cellulare tramite smartphone. :-/
Insomma, avere una carta di credito ricaricabile ti garantisce se non altro che eventuali ladri non possano rubarti più soldi di quello che è il saldo – nel mio caso non si tratta mai di somme cospicue – ma non ti tiene al riparo da grattacapi di altra natura...

lunedì 13 ottobre 2014

Ma tu vulive 'a pizza...

Se c'è una pietanza che non mi stancherei mai di mangiare, almeno credo, quella è la pizza: appetitosa, sana, nutriente... un autentico caposaldo della dieta mediterranea. Si può condire in millemila modi diversi, ma se cotta nel forno a legna pure una "semplice" Margherita come quella qui accanto per me è il massimo.
Ma... un momento: ho detto "sana"?! Ahimè, questo è tutto da vedere... :-/ Un servizio della trasmissione di Raitre Report andato in onda domenica 5 ottobre, e che ho appena finito di vedere su Rai.tv, svela un sacco di magagne tali da poter rendere un alimento di per sé salutare come pochi addirittura nocivo.
Innanzitutto, la cottura: forni – a legna ma non solo – sporchi di residui carbonizzati e puliti in modo poco accurato o non puliti affatto, fumo nero, pizze bruciacchiate... sono tutti fattori potenzialmente dannosi per la salute. I prodotti della combustione, infatti, sono cancerogeni. Per quanto riguarda la preparazione, la lunga lievitazione che sarebbe altamente raccomandabile per più di un motivo è ormai una rarità.
Altro tasto dolente, gli ingredienti. La farina di gran lunga più usata è quella 00, che molti considerano il non plus ultra... eppure è talmente raffinata che il suo apporto nutrizionale si riduce al minimo: quasi solo amido e glutine. La vera pizza napoletana richiederebbe l'olio extravergine d'oliva, mentre ormai quasi tutti usano oli più economici e di dubbia natura, con la scusa che sono più leggeri eccetera eccetera. Infine, il condimento della regina delle pizze, la Margherita, non sempre è all'insegna del Made in Italy: mentre i prelibati pomodori San Marzano e le succose mozzarelle fiordilatte se ne vanno all'estero in gran quantità, sulle nostre pizze finiscono magari concentrato di pomodoro cinese e mozzarelle – o sarebbe meglio chiamarli formaggi? – provenienti dalla Germania.
Il servizio di Report è stato registrato su e giù per l'Italia perlustrando ristoranti, pizzerie da asporto (a proposito, non è mica vero che un cartone vale l'altro) e reparti frigo dei supermercati (anche le pizze surgelate hanno i loro problemini), e consultando diversi esperti del settore. Dopo averlo guardato, sono sicura che diventerai più esigente nei confronti delle pizze che mangi... ma soprattutto, se pure i pizzaioli l'hanno guardato o lo guarderanno, mi auguro che si sentiranno motivati ad adottare procedure di preparazione più scrupolose e scegliere ingredienti di qualità migliore. Se tutto ciò si tradurrà in un ritocco dei prezzi al rialzo, pazienza... perché credo che chiunque sarebbe disposto a sborsare qualche soldo in più, sapendo che il prezzo da pagare in caso contrario è mettere a rischio la propria salute.
Infine, a proposito di pizze, o meglio focacce... I pomodorini sono uno degli ingredienti più sfiziosi da mettere a crudo sulla pizza estratta bella fumante dal forno. Ma che barba, tagliarli a metà uno per uno con il coltello... Non ci sarà un metodo più rapido e semplice? Sì che c'è: lo illustra il video qui sotto.


[Per la "colonna sonora" del post si ringrazia Aurelio Fierro :-)]

sabato 11 ottobre 2014

Piccole grandi donne

Negli ultimi giorni ha fatto scalpore sul Web la storia della dodicenne norvegese Thea, la quale raccontava su un blog i preparativi del suo imminente matrimonio con un uomo di 37 anni: un passo tanto importante quanto assurdamente precoce, che l'avrebbe costretta a rinunciare a tutti i propri sogni. Possibile?! Credevamo che certe cose potessero accadere soltanto in India o in altri Paesi in via di sviluppo, non certo nel progredito Nordeuropa...
In realtà si tratta di un fake: il blog è stato creato come parte di una provocatoria campagna di sensibilizzazione sul tema delle spose bambine nel mondo, in occasione della Giornata Internazionale delle Bambine, che ricorre proprio oggi, 11 ottobre. L'hashtag per condividere l'appello sui social è #stoppbryllupet.
Questa vicenda, che di per sé è finta ma in altri contesti risulta ahimè fin troppo reale, si ricollega a una notizia di ieri: il Nobel per la Pace 2014 è stato assegnato al sessantenne indiano Kailash Satyarthi, attivista dei diritti dei bambini, e a Malala Yousafzai, la ragazzina pakistana vittima di un attentato talebano nel 2009 quando aveva solo 12 anni perché difendeva il diritto delle bambine allo studio nella valle dello Swat. Ecco una citazione tratta dal suo libro Io sono Malala: «Prendiamo in mano i nostri libri e le nostre penne. [...] Sono le nostre armi più potenti. Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo».
La diciassettenne Malala, di gran lunga la persona più giovane ad essere insignita del Nobel nella storia di tutte le categorie del premio, ha svelato che il suo sogno, quando i talebani hanno tentato di ucciderla, era di diventare un medico, ma ora ha deciso che diventerà «un politico, un buon politico». E io le auguro con tutto il cuore di riuscirci, oltre a farle le più vive congratulazioni per un premio che a mio avviso ha senza dubbio più valore di altri conferiti nel recente passato... senza fare nomi! ;-)
A proposito del diritto allo studio delle bambine nei Paesi del Terzo Mondo, segnalo la petizione Lo studio è la nostra unica arma, rivolta al Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e lanciata su Change.org dalla sedicenne zimbabwese Maud Chifamba. Dopo aver letto il suo appello e guardato il video, sono convinta che anche tu, come me, apporrai senza esitazioni la tua firma...

venerdì 10 ottobre 2014

Che mi serva di lezione... :-)

Oggi aprendo Facebook mi sono imbattuta nell'immagine qui sotto, pubblicata nella pagina del sito ScienceDump.


Ecco la traduzione della scritta.
Tu non puoi passare!
Lo stupefacente fenomeno naturale per cui il Mar Baltico e il Mare del Nord si incontrano ma non si mescolano a causa della differente densità!
Mi sono subito gasata un sacco, pensando «Questa la devo proprio condividere!»... ma una vocina dentro di me mi suggeriva che qualcosa non quadrava. Allora ho provato a googlare baltic north sea meet mix density, e uno dei primi risultati è stato questa pagina – ma ai più curiosi potrà interessare anche questa discussione su Quora – nel cui testo viene puntualizzato che «sia l'acqua del Mar Baltico sia quella del Mare del Nord sono salate, e l'acqua salata è miscibile. Essere miscibile non ha nulla a che fare con la densità. Due liquidi di densità differenti si possono mescolare». E per giunta la foto riportata nel post, molto simile a quella pubblicata su ScienceDump, non è neppure stata scattata nella Danimarca settentrionale, bensì nel Golfo dell'Alaska.
La conclusione del post è da incorniciare: «Impara a non credere a tutto ciò che ti viene detto». :-)

giovedì 9 ottobre 2014

Tutto può cambiare

Ieri sera, dopo la lunga pausa estiva, sono finalmente tornata al cinema: una cineblogger che si rispetti non può lasciarsi sfuggire le occasioni di vedere film a scrocc... ;-) ehm, le anteprime gratuite offerte, ancora una volta, da THE SPACE Cinema. :-) La proposta di ieri sera era Tutto può cambiare (titolo originale Begin Again), il nuovo film del regista irlandese John Carney; per chi non lo sapesse, fu proprio lui nel 2006 a dirigere Once (Una volta), un film a bassissimo budget e magari non troppo noto... ma personalmente mi sento di consigliarne la visione a tutti, sia per la storia coinvolgente e deliziosa, raccontata in maniera niente affatto banale, sia per la bellissima colonna sonora. Un brano su tutti: Falling Slowly, scritto e interpretato dai protagonisti del film Glen Hansard e Markéta Irglová, che nel 2008 ha vinto l'Oscar per la migliore canzone.
E pure nel nuovo film di Carney, il quale non a caso all'inizio degli anni '90 suonava il basso in un gruppo rock, la musica la fa da padrona. A differenza di Once, comunque, Tutto può cambiare (qui il trailer) può contare su un cast di maggiore richiamo: Keira Knightley (non le bastava essere così esile, carina e brava a recitare... pure di cantare dev'essere capace, argh!!!), Mark Ruffalo (miiiii, come s'è invecchiato...) e Adam Levine (frontman dei Maroon 5 dal falsetto inconfondibile, e francamente alla lunga un tantino stucchevole).
La trama in sintesi: Gretta (Keira Knightley), cantautrice per diletto, si trasferisce a New York con il suo ragazzo Dave (Adam Levine) che ha l'opportunità di sfondare come cantante, ma ben presto le loro strade si dividono. Una sera Gretta viene notata per caso in un locale da Dan (Mark Ruffalo), produttore discografico caduto in disgrazia, separato e padre di una figlia adolescente; costui rimane conquistato dal suo innato talento, e le prospetta una brillante carriera. Dopo qualche perplessità, la ragazza si lascia coinvolgere dall'irresistibile progetto di Dan: Gretta inciderà le sue canzoni non in uno studio di registrazione, bensì per strada dal vivo, in varie location della Grande Mela.
Tutto può cambiare uscirà nelle sale il 16 ottobre prossimo, e, se ho parlato bene di Once, a maggior ragione ti consiglio di non perderti questo film: la storia tocca il cuore e, per quanto John Carney confermi la sua refrattarietà ai finali troppo prevedibili, non si esce dalla sala con l'amaro in bocca, anzi. La colonna sonora, poi, è davvero stre-pi-to-sa!!! :-)

mercoledì 8 ottobre 2014

Da che punto guardi il mondo tutto dipende...

... come cantava qualche annetto fa il buon Jarabe de Palo! :-)
L'altro giorno mi sono imbattuta in una vignetta assai simile a questa qui sotto.
Di che cifra si tratta: di un 6 oppure di un 9? Beh, chiaramente dipende dal punto di vista... :-)
Ricercando l'origine dell'illustrazione che avevo sottomano mediante il plugin di TinEye, sono risalita non soltanto alla vignetta in questione, ma pure a quest'altra qui sotto, piuttosto simile ma con un oggetto impossibile al posto della cifra.


Trovo degna di nota la frase riportata all'interno della vignetta...
La realtà può essere talmente complessa che osservazioni ugualmente valide effettuate da prospettive differenti possono apparire contraddittorie.
... ma lo è ancora di più il commento di Communication Professor.
Quando polarizziamo il mondo, stiamo fissando i nostri differenti punti di vista al punto tale che nessuno vede cosa sta succedendo davvero. Dove non c'è compromesso, non ci può essere verità. Il Pensiero Critico è una capacità che sembra andata perduta, in quanto preferiremmo litigare e odiare, attaccare e diffidare piuttosto che ascoltare, guardare, ricercare ed essere aperti al cambiamento o al compromesso. Quindi, quante barre ci sono realmente?
Già, quante? Tre o quattro? Ti sei fatto una tua idea? :-)

martedì 7 ottobre 2014

#NonFossilizziamoci

Oggi il signor Greenpeace mi ha comunicato via newsletter che, dopo otto anni di pacifica campagna, Enel ha annunciato ufficialmente il ritiro del progetto di conversione a carbone della sua centrale di Porto Tolle. Questa è davvero un'ottima notizia per la salute del nostro clima, perché in un solo anno l'impianto progettato da Enel avrebbe emesso quattro volte l'anidride carbonica prodotta dall'intera città di Milano, con un impatto sanitario stimato di 85 casi di morte prematura.
Nonostante il ritiro del progetto rappresenti un primo passo per un'azienda come Enel verso l'abbandono della sua "strategia fossile", in Italia restano 13 centrali a carbone attive. Ecco perché ho raccolto volentieri l'invito a firmare la Dichiarazione d'indipendenza energetica dalle fonti fossili, il cui enunciato è il seguente.
Noi cittadini liberi in Europa, con questa petizione globale, nel nome e per l'autorità degli abitanti presenti e futuri del Pianeta, dichiariamo:
  1. che le fonti energetiche sono, e per diritto devono essere, pulite, rinnovabili, diffuse e a disposizione di tutti; che esse devono altresì essere libere da carbonio (CO2) e da impatti sull'ambiente e la salute,
  2. che il petrolio rischia di distruggere luoghi unici come il Mediterraneo e l'Artico, che lo shale gas è portatore di pericoli e non di benefici per i cittadini, che il carbone è causa di morti e disastri ambientali;
  3. che ogni legame tra produzione di energia ed estrazione di combustibili fossili deve essere progressivamente ridotto, e le nuovi fonti, in quanto libere e indipendenti, devono essere privilegiate, con massima attenzione per l'energia proveniente in maniera naturale da sole, vento, acqua, mare, calore del suolo.
  4. che l'efficienza energetica può ridurre in modo significativo, in tempi brevi e con vantaggi economici, la richiesta di energia e che dunque è da perseguire in ogni campo;
E in appoggio a questa dichiarazione, con l'obiettivo di proteggere questo Pianeta dai cambiamenti climatici per le generazioni presenti e future, chiediamo ai nostri politici di trovare accordi globali per la salvaguardia del clima e di fare in modo che l'energia europea venga per il 45% da fonti rinnovabili e pulite entro il 2030.
E tu, cosa aspetti a firmare? Non vorrai mica che si vada avanti a oltranza con i combustibili fossili, che finché non saranno esauriti produrranno danni ambientali ingentissimi, anziché destinare tutto l'impegno possibile allo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili, pulite e sicure?