martedì 30 novembre 2010

Harry diventa grande

Di recente ho scritto che stavo "ripassando" il romanzo Harry Potter e i doni della morte in vista dell'uscita del film al cinema. Mentre rileggevo, tendevo a pensare fra me e me: ma era proprio necessario dividere il gran finale cinematografico in due parti, per una durata totale di circa cinque ore? Non si sarebbe potuto condensare il tutto in un'unica pellicola, sfrondando meticolosamente particolari che nel libro mi sembravano poco rilevanti? (In effetti vedevo che, anziché risolvere via via tutti gli interrogativi emersi nei libri precedenti, se ne aprivano in continuazione di nuovi) Ebbene, dopo aver visto il film oggi pomeriggio, posso dire che sul grande schermo ogni dettaglio ha assunto più senso ai miei occhi (tranne forse la battutaccia di George sull'incidente occorso al suo orecchio ;-)) e inoltre ha trovato conferma la mia impressione che alcune sequenze, ovvero quelle più movimentate da un milione di sterline/dollari al minuto, ;-) fossero "nate" per funzionare soprattutto al cinema. Molto particolare, poi, la resa visiva della Storia dei Tre Fratelli... e inoltre continuo a chiedermi come sia stato realizzato l'effetto speciale di ridurre il naso di Ralph Fiennes alias Voldemort. Pure qualcuno dei momenti più "tranquilli" della storia mi ha colpita più sul grande schermo che sul libro: senza "spoilerare" troppo, mi limiterò a segnalare la scena in cui Hermione cancella da casa sua ogni traccia della propria esistenza e sottopone i genitori all'incantesimo Oblivion (vista la situazione nel mondo magico, infatti, molto meglio che dimentichino almeno temporaneamente di aver mai avuto una figlia, per il loro stesso bene) oppure quella, tenerissima, in cui Harry consola l'amica.
Da un libro all'altro, da un film al successivo, abbiamo visto crescere i nostri "magici" protagonisti (i giovani interpreti anche più rapidamente del dovuto, visto che non si è riusciti a produrre un film all'anno come sarebbe stato necessario per mantenere la coerenza temporale) e li abbiamo visti diventare grandi affrontando ostacoli più grandi di loro. Di pari passo, le atmosfere in cui si trovano immersi sono diventate sempre più tese, cupe e ricche di pathos, tanto che... beh, io non ce lo porterei, un bambino piccolo, a vedere questo film! (e in effetti questa sera in sala eravamo tutti abbastanza grandicelli)
La storia si interrompe proprio in un momento clou, che si trova circa a due terzi del libro, e... mi dispiace per quelli che non l'hanno letto, perché per sapere come andrà a finire dovranno aspettare luglio, quando uscirà l'ultimissimo film. ;-) Per quanto mi riguarda, sono molto curiosa di vedere come verranno trasposti sullo schermo alcuni momenti cardine della storia...

domenica 28 novembre 2010

Meglio non rompere il ghiaccio...

Il freddo comincia a farsi sentire pure qua, anche se magari non così tanto da ghiacciare la superficie dei laghi (che peraltro bisogna addentrarsi un po' nell'entroterra abruzzese per trovare) come nell'enigma seguente... :-)
Sei sulle rive di un lago ghiacciato e devi raggiungere un isolotto che è proprio al centro del lago. Ma un cartello avverte: «Attenzione: ghiaccio sottile! Non può sopportare una pressione maggiore di 2 chili per centimetro quadrato». Per fare la traversata hai a disposizione i seguenti mezzi di trasporto: i tuoi piedi, una bicicletta e un gatto delle nevi cingolato. Quale scegli per essere sicuro di farcela?

sabato 27 novembre 2010

Leggende tecnologiche

Fra i siti che ho scoperto di recente, questa sera mi va di segnalare Technology Legends (sottotitolo Falsi miti da sfatare). Premettendo che il sito, a cura di HTML.it, è sponsorizzato da Intel, ed è facile accorgersene notando i ripetuti accenni ai processori prodotti dalla nota multinazionale leader nel settore dei semiconduttori... ;-) l'ho trovato interessante perché, adottando un approccio semplice (pure troppo elementare, obietterà qualcuno), contribuisce a smontare o a ridimensionare alcune diffuse credenze in ambito tecnologico.
  • Ad esempio, sembra che molti confondano la presa del telefono con quella della LAN: ecco spiegato perché esse sono così simili.
  • E poi, è vero che usando il VoIP si può telefonare gratis? Beh, non esattamente...
  • Se si desidera che la propria rete domestica sia sicura, non è indispensabile usare i cavi: va bene anche il wi-fi, che è decisamente più comodo, purché si rispettino opportuni standard di sicurezza.
  • Qualche anno fa sapevamo che, ad esempio, in una musicassetta da 60 entrava esattamente un'ora di musica, oppure che una videocassetta da 120 era sufficiente per registrare un film della durata di due ore. Con l'avvento dei formati digitali nel campo dei contenuti multimediali, le cose sono cambiate non poco...
  • Questa mi sta parecchio a cuore: non è affatto vero che le donne siano negate per la tecnologia, anzi! ;-) Basti citare Ada Lovelace, la prima programmatrice di una macchina da calcolo: il linguaggio Ada si chiama così in suo onore.
  • Ebbene sì, a casa mia i televisori sono ancora tutti del vecchio tipo a tubo catodico... comunque, quando arriverà il momento di comprarne uno nuovo, potrebbe essere utile conoscere la differenza tra HD Ready (1280x720 pixel) e Full HD (1920x1080 pixel): finalmente l'ho imparata sfogliando la leggenda dedicata all'alta definizione.
  • Personalmente, se mi occorre avere un computer a disposizione quando sono in giro, in genere opto per il netbook, che mi garantisce una maggiore autonomia, oltre a un ingombro e peso inferiore... ma, se volessi portarmi dietro il notebook, immagino che seguirei i consigli illustrati qui per massimizzare la durata della batteria. In ogni caso, meglio non dimenticare mai a casa l'alimentatore! ;-)
  • La regola secondo cui la potenza di un calcolatore aumenta con le dimensioni poteva valere qualche decennio fa, ma oggi...
  • È vero che un aumento della RAM migliora le prestazioni del sistema? Lo è nella misura in cui limita l'utilizzo dei file di swap fra RAM e memoria virtuale, ma, oltre certi limiti, la variabile decisiva diviene la frequenza del processore.
  • Ho sempre creduto che spegnere e riaccendere il pc rappresentasse la soluzione di gran parte dei problemi: c'è pure una barzelletta che fa dell'ironia su tale prassi ingegneristica. Ebbene, ciò non è vero in assoluto: in alcuni casi non è necessario (sotto Windows può essere sufficiente premere la "mitica" combinazione di tasti Ctrl-Alt-Canc), in altri purtroppo non basta e bisogna resettare.
È un peccato che, dopo l'ultima leggenda in ordine di tempo (quella sulla somiglianza fra connettori LAN e telefonici), non ne siano state pubblicate altre. Io comunque un po' ci spero, ecco! :-)

venerdì 26 novembre 2010

Le fantastiche avventure di Pippi Calzelunghe

Quest'oggi Google dedica il suo tipico doodle al sessantacinquesimo compleanno di Pippi Calzelunghe. Ovviamente mi riferisco al libro per ragazzi (titolo originale Pippi Långstrump) pubblicato nel 1945 dalla scrittrice svedese Astrid Lindgren, non alla straordinaria ragazzina dotata di forza e ingegno prodigiosi che ne è protagonista e che rimarrà cristallizzata per sempre (beata lei ;-)) alla tenera età di dieci anni.
La serie televisiva non l'ho mai seguita, perché quando andò in onda in prima visione non ero ancora nata, e poi mi sono persa tutte le successive repliche. Però quando ero piccola il romanzo lo lessi, e rammento che mi piacque pure parecchio... solo che è trascorso tanto di quel tempo da aver cancellato gran parte dei ricordi dalla mia memoria. Temo che ritrovare il libro per rileggerlo, disperso com'è nei meandri della soffitta ultra-ingombra, sarebbe un'impresa... perciò per il momento mi limiterò magari a dare un'occhiata ai brani trascritti qui, che coprono una parte abbastanza limitata della storia.
Una curiosità: l'autrice inventò le avventure di Pippi per divertire la sua bambina costretta a letto.
Per il puro gusto di fare le cose all'incontrario, concludo questo post riportando l'incipit del libro! :-)
C'era alla periferia della minuscola città, un vecchio giardino in rovina; nel giardino sorgeva una vecchia casa, e nella casa abitava Pippi Calzelunghe, Aveva nove anni e se ne stava lì completamente sola; non aveva né mamma né papà, e in fin dei conti questa non era una cosa atroce se si pensa che così nessuno poteva dirle di andare a dormire proprio quando si divertiva di più o propinarle l'olio di fegato di merluzzo quando invece lei desiderava delle caramelle.

giovedì 25 novembre 2010

Cosa può rappresentare un semplice fiocco bianco

Citando da qui...
Gli uomini che ci tolgono la vita, che ce la rubano. Nel 2010 sono morte 115 donne in Italia, per mano di un uomo. Ma la violenza non porta solo alla morte: ci sono le donne abusate, picchiate, offese, violate…
Oggi, 25 novembre, cinquant'anni esatti dopo l'assassinio delle sorelle Mirabal, si apre l'edizione 2010 della Campagna del Fiocco Bianco (qui il sito ufficiale) e ricorre la Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza contro le Donne, di cui ho già parlato l'anno scorso. In Canada invece il National Day of Remembrance and Action on Violence Against Women si celebra il 6 dicembre, in occasione dell'anniversario del massacro di Montreal del 1989.
Questa campagna è simboleggiata per l'appunto da un fiocco bianco... e mediante Twibbon.com ho aggiunto pure io un nastrino candido al mio avatar su Twitter per mostrare il mio sostegno all'iniziativa Un tweet contro la violenza sulle donne promossa da DonnaModerna.com e dal Consolato Generale degli Stati Uniti a Milano.
Sul blog no alla violenza contro le donne c'è un'intera categoria dedicata alle testimonianze delle mie "colleghe" blogger: le leggerò tutte senz'altro, e ti invito caldamente a fare lo stesso.

P.S.: Se tutto va bene, questo post dovrebbe approdare online alle ore 9:00 di giovedì 25 novembre. In effetti è la prima volta che sperimento l'opzione per la pubblicazione differita resa disponibile dalla nuova interfaccia di Splinder...

mercoledì 24 novembre 2010

Passi di legalità

L'altro giorno ho finalmente colmato una delle tante lacune che mi porto appresso in fatto di cinema: infatti, ad "appena" dieci anni dall'uscita nelle sale, per la prima volta ho visto I cento passi, il film che ha segnato l'esordio cinematografico di un eccezionale Luigi Lo Cascio e ha fatto conoscere al grande pubblico la vicenda di Peppino Impastato, l'attivista politico e conduttore radiofonico siciliano il cui impegno contro la mafia gli costò la vita. All'epoca l'assassinio passò pressoché inosservato, perché offuscato dalla notizia del ritrovamento del cadavere di Aldo Moro avvenuto a Roma quello stesso giorno, il 9 maggio 1978. In seguito ne è dovuto passare di tempo, prima che l'accaduto potesse essere ricostruito almeno in parte. E ci è voluto il film diretto da Marco Tullio Giordana per rendere giustizia, ad oltre vent'anni di distanza, a un uomo straordinariamente coraggioso (forse alcuni, i più pavidi, lo definirebbero incosciente...).
I cento passi, pari alla distanza che a Cinisi separava la casa degli Impastato da quella del boss mafioso Tano Badalamenti, è pure il titolo di una canzone dei Modena City Ramblers ispirata alla pellicola. Quale migliore occasione per riascoltarla?


La visione del film, bellissimo, mi è servita per non arrivare troppo impreparata all'evento Passi di legalità, organizzato da Libera Abruzzo e CNCA, al quale ho assistito ieri pomeriggio presso l'Help Center della Stazione Centrale di Pescara. Era previsto un incontro-dibattito con Giovanni Impastato, fratello di Peppino (che nel film aveva un ruolo niente affatto secondario ed era impersonato dall'attore Paolo Briguglia). L'evento si è aperto con la rappresentazione dello spettacolo teatrale Mafie, Sud, Resistenza, prodotto dalla Compagnia dei Merli Bianchi di Giulianova in collaborazione con il Teatro Proskenion e il Museo della 'Ndrangheta di Reggio Calabria. Al successivo dibattito hanno preso parte, oltre a Giovanni Impastato, il direttore del giornale online SITe.it Angelo Venti, autore di scomode inchieste dedicate tra l'altro al problema delle infiltrazioni mafiose nel post-terremoto abruzzese che gli hanno procurato intimidazioni a dir poco antipatiche, e l'assessore alla Solidarietà del Comune di Pescara Carla Panzino, il cui intervento non mi è dispiaciuto... finché lei non ha parlato del sindaco de L'Aquila Massimo Cialente in termini tanto critici quanto, a mio modo di vedere, ingiusti.
Il dibattito, al quale ho assistito fin quasi alla fine, è stato ovviamente incentrato sul tema della mafia, tornato nei giorni scorsi di scottante attualità; personalmente l'ho trovato molto interessante. Purtroppo non mi sento in grado di renderne un sunto efficace... comunque mi piacerebbe condividere con chi mi legge uno spunto di riflessione, forse banale o forse no, che ne ho ricavato: di fatto la mentalità mafiosa è ben più diffusa di quanto si possa pensare, sebbene magari si tenda a considerarla come un qualcosa di estraneo alla propria cultura... ed acquisirne consapevolezza è un presupposto essenziale per riuscire a sradicarla.

martedì 23 novembre 2010

L'importanza della prevenzione

Care fanciulle in ascolto, questo post è espressamente destinato a voi! :-)
Da diversi anni il mese di ottobre è dedicato alla prevenzione del tumore al seno. Mentre l'anno scorso alla campagna Nastro Rosa promossa dalla LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) dedicai un vero e proprio post, in occasione dell'edizione 2010 ho semplicemente segnalato l'iniziativa sul mio "blog notes". Quest'anno però mi sono detta: «Perché ti limiti a sensibilizzare le altre persone? Vabbe' che sei ancora giovane, ma non è mica troppo presto per cominciare a pensare alla prevenzione per te stessa! Bando agli indugi, dai!». Così, verso metà ottobre, ho contattato il numero verde della LILT, e l'operatrice mi ha comunicato il numero telefonico della sede di Pescara (ospitata presso il reparto di Oncologia dell'ospedale civile) che avrei dovuto chiamare. L'ho fatto, ma mi hanno risposto che al momento l'agenda era pienissima e che quindi non erano in condizione di fissarmi un appuntamento per una visita (sempre nell'ambito della campagna Nastro Rosa, e quindi gratuita); mi hanno comunque chiesto di lasciare il mio numero di cellulare, assicurandomi che mi avrebbero richiamata non appena possibile. Il 3 novembre, ampiamente nei tempi che mi erano stati prospettati, la telefonata è arrivata: l'appuntamento è stato fissato per oggi, 23 novembre, e per l'occasione mi è stato raccomandato di presentare i referti degli esami specifici (ecografia mammaria o mammografia) in mio possesso. Io a questo genere di accertamenti non mi ero mai sottoposta prima, ma ho ritenuto che fosse proprio arrivato il momento di colmare questa lacuna. Così, essendomi stata consigliata l'ecografia (di norma la mammografia è indicata oltre i quarant'anni di età), il giorno successivo, 4 novembre, mi sono recata presso il CUP dell'ospedale per prenotarne una a pagamento (60 euro), sapendo che non c'era altro modo per sottopormi all'esame in tempi ragionevoli. In effetti, dopo che l'impiegato mi ha comunicato la data dell'appuntamento (mercoledì scorso, 17 novembre), per curiosità gli ho domandato «Mi scusi, ma se non avessi optato per l'intra moenia, quali sarebbero stati i tempi d'attesa?». «Settembre-ottobre 2011», è stata la sconfortante risposta. Del resto avevo già parlato di tale annoso problema con cui bisogna fare i conti, soprattutto qua in Abruzzo. :-( C'è poco da fare: se si ha a cuore una prevenzione efficace, ma non si vuole o non si può ricorrere a prestazioni a pagamento, l'unica alternativa è attivarsi con largo anticipo.
Per farla breve... oggi mi sono recata in ospedale per la visita, portando con me il referto dell'ecografia da cui fortunatamente non era risultato nulla di anomalo. Dopo avermi esaminata, la dottoressa mi ha gentilmente fornito alcuni consigli su come effettuare correttamente l'autoesame, una pratica tanto semplice quanto fondamentale da eseguire con regolarità, invitandomi a ripetere l'ecografia fra due o tre anni, dal momento che non presento particolari fattori di rischio. Da parte mia, consiglio a tutte le donne di scaricare e leggere l'opuscolo disponibile nell'apposita sezione del sito della LILT.

domenica 21 novembre 2010

Il mistero dei 9,99

Il consumatore medio, quando fa la spesa, va frequentemente incontro a un interrogativo tipico: perché i prezzi dei prodotti in vendita non sono quasi mai cifre tonde, ma generalmente di 1 o 10 centesimi inferiori? Ad esempio, riporto da un volantino di offerte valide fino a oggi presso un ipermercato della zona: sei bottiglie di birra da 66 cl € 3,99, dodici lattine di tonno in scatola € 5,99, un chilo di caffè macinato € 6,99, un chilo di pecorino abruzzese € 8,99, frigorifero classe A+ € 179,90, televisore Full HD € 469,90. E su, fino a casi limite del tipo "novecentonovantanove euro e novantanove centesimi". Molti sostengono che si tratti di una strategia di marketing per darci l'illusoria impressione di spendere meno (vedere anche il commento inviato in risposta a questo post), ma personalmente tale spiegazione non mi ha mai convinta: possibile che ci prendano così per fessi?! Personalmente, tra l'altro, preferisco i prezzi "tondi" perché rendono assai più agevole calcolare i totali esatti a mente.
Effettuando tempo fa una ricerchina su Yahoo! Answers, ho scoperto che forse la ragione dietro questi strani prezzi potrebbe essere un'altra. L'utente tiffany1980 la spiega così: «finchè stai entro i "90 centesimi" il negoziante paga ricarico minore sul prezzo finale de prodotto,se a posto di 9,99 mettesse 10,00 pagherebbe nella fascia dei "10 euro" ma avrebbe,in realtà guadagnato solo 1 centesimo in più». Non è che sia proprio chiarissimo... però mi pare di capire che c'entrino le fasce di prezzo. Dal mio punto di vista questa spiegazione sembra filare più liscia rispetto a quella del finto risparmio percepito, ma chissà se le cose stanno davvero così...? Sarebbe bello che passasse di qui qualcuno che se ne intende di commercio al dettaglio e mi togliesse ogni dubbio... :-)

giovedì 18 novembre 2010

Tornare bambini... per un'ottima ragione!

Non appena sono entrata nel mio account di FriendFeed, quest'oggi, mi sono imbattuta in parecchi thread che commentavano il meme del giorno: a quanto pare svariati utenti del mio attuale social network prediletto, ma anche di Facebook, eccetera, avevano appena sostituito il proprio avatar/immagine del profilo con il ritratto di un personaggio dei cartoni animati. Non sono certo mancati i commenti malevoli, del tipo «Ma tu guarda un po' che massa di pecoroni!» e pure peggio. Aggiungo che poche ore fa ho ricevuto, da parte di una mia "facciamica", il messaggio seguente:
Dal 15 al 22 novembre, cambiate la vostra foto profilo di facebook con quella di un cartone animato della vostra infanzia ed invitate i vostri amici a fare lo stesso. Lo scopo del gioco? Non vedere più, fino a lunedì, una sola faccia umana su facebook ma ...un'invasione di ricordi :D
Il meme in sé non l'ho trovato per nulla fastidioso, anzi davvero simpatico, e non certo meritevole di cotanto livore. Non mi ci è voluto molto, poi, per scoprire che si tratta di un'iniziativa scaturita da una motivazione di tutto rispetto: ricordare l'anniversario della ratifica della Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia, avvenuta il 20 novembre 1989 (francamente trovo pazzesco che il Paese più importante del pianeta, gli Stati Uniti d'America, non l'abbia mai ratificata :-(). Solo che nel messaggio che ho ricevuto io non si fa cenno a tale ricorrenza, e ben pochi dei partecipanti al meme ne parlano (anzi, presumo che molti di loro non ne abbiano la più pallida idea). Il gesto di cambiare avatar per sostenere una campagna di sensibilizzazione non serve proprio a nulla, se non ci si impegna a dare un minimo di risalto ai contenuti della campagna stessa. Personalmente il mio avatar non ho ancora deciso se sostituirlo o meno (tanto a un cartone ci somiglia già abbastanza ;-)), ma se lo farò probabilmente opterò per la mitica Pollon. :-) Per il momento, intanto, pubblico questo post, augurandomi che nel suo piccolo susciti più interesse e meno ostilità rispetto alla fuggevole moda del cambio dell'avatar...
Il fatto è che milioni di bambini nel mondo si trovano a vivere in condizioni inconcepibilmente dure, e spesso tendiamo a rifuggire da questo pensiero... eppure non dovremmo mai dimenticarlo. Tutti noi possiamo contribuire, ciascuno secondo le proprie risorse, a dare una mano ai fanciulli in difficoltà e a garantire loro un futuro, che poi è il futuro dell'umanità stessa, facendo una donazione all'UNICEF.
[Update del giorno dopo] A tal proposito, trovo che Lorenzo abbia avuto davvero un'ottima idea: «Ho deciso quindi che domani 20 novembre 2010 alle 12:00 conterò quanti tra i miei (attuali) contatti avranno cambiato la foto sul profilo di Facebook, e per ognuno di essi donerò 1 euro all’Unicef. Per non rimanere sempre nel virtuale». :-)

Vinca il (la?) migliore!

Questa quarta edizione di X Factor, che si concluderà martedì prossimo con la proclamazione del vincitore, l'ho seguita in modo decisamente più distratto rispetto a quelle precedenti: un po' perché avevo delle riserve su almeno due dei quattro giudici, ovvero Tatangelo e Ruggeri, ma pure da Elio mi aspettavo di più (la My Own Key ormai la conosciamo, però... aridatece Morgan! ;-))... ma soprattutto perché quest'anno non si è fatto notare un talento puro come quello di cui diede prova Marco Mengoni l'anno scorso (talmente notevole che il ventiduenne di Ronciglione di recente ha trionfato agli MTV Europe Music Awards 2010 nella categoria Best European Act... non so se mi spiego! :-)). Figuriamoci che ieri sera, anziché starmene a casa a guardare la semifinale nella quale, dopo la meritata eliminazione di Stefano, i concorrenti "superstiti" avrebbero presentato i loro inediti, me ne sono andata al cinema a vedere The Social Network.
[Piccolo inciso sul film, che come è noto narra le vicende di Facebook, il social network per eccellenza nonché miniera di continue innovazioni, e del suo giovane e brillante ideatore Mark Zuckerberg. Davvero ben fatto ed avvincente: ottimi la sceneggiatura, il montaggio e la regia di David Fincher. L'unico problema è che da ieri non faccio che pensare a quale innovativo servizio online potrei inventare per divenire, se non miliardaria come Zuckerberg, "almeno" milionaria... ;-)]
Ma torniamo a X Factor. Mi sono persa gli inediti, ma tanto lo sapevo che poi avrei potuto recuperarli su YouTube... e così è stato: li ho trovati sul canale di GubbyTubeXF4, e li ho appena ascoltati per la prima volta. Ecco le mie impressioni.
  • Peccato per i Kymera, esclusi dalla finale: la loro interpretazione di Atlantide, il pezzo composto dal loro mentore Enrico Ruggeri, mi è piaciuta senza dubbio di più rispetto ad altre loro performance.
  • Trovo che, più di loro due, avrebbe meritato di tornare a casa il giovanissimo Davide, che a lungo avevo considerato tra i favoriti: anche se le sue doti canore sono sicuramente al di sopra della media a cui ci hanno abituati i cosiddetti talent show, il suo brano Il tempo migliore, scritto da Francesco Renga, mi è parso tutto fuorché "moderno" (ma in fondo, cosa posso capirne io di musica gggiovane?! ;-)).
  • Quel "soggettone" di Nevruz l'avrei eliminato di buon grado parecchie puntate fa... e avrei fatto male, perché difficilmente avrei potuto ascoltare Tra l'amore e il male, un pezzo che mi ha colpita parecchio, anche se mi è sembrato poco in linea con il personaggio: ancora un paio di ascolti, e credo che mi ritroverò a canticchiarlo spesso e volentieri. [Update del 25/11: è bastato un solo altro ascolto per capirlo: macché canticchiare... questo brano va urlato a squarciagola! :-)] Del resto tra gli autori, assieme a Saverio Grandi degli Stadio, c'è l'ottimo Bungaro, che ha scritto pure Dove si vola, l'inedito vincente del summenzionato Re Matto. Del cantautore brindisino ricordo con piacere la partecipazione a Sanremo nel 2004 (Guardastelle) e addirittura nel 1991 assieme a Marco Conidi e Rosario Di Bella (E noi qui).
  • Last but not least... Nathalie, la concorrente alla quale andrà tutto il mio supporto nel corso della finale di martedì prossimo. Il suo inedito In punta di piedi, composto da lei stessa, è davvero bello e particolare! :-)
Insomma... se il televoto non ci riserverà qualcuna delle sue tipiche (sgradite) sorprese, prevedo che la vittoria finale se la giocheranno i due "pupilli" di Elio: Nathalie e Nevruz. [Update del 25/11: adesso che ha meritatamente vinto Nathalie, con Nevruz sul gradino più basso del podio, lo posso dire: più che una previsione, il mio era un auspicio. Infatti temevo proprio che Davide sarebbe stato televotato in massa dalle teenager (conquistando un trofeo che per assurdo non avrebbe nemmeno potuto ritirare in diretta perché per lui, minorenne, il coprifuoco era scattato a mezzanotte)] Appuntamento martedì sera nell'apposita stanza di FriendFeed per commentare tutti insieme la puntata dal vivo! :-) (Seguendo la tv in questo modo, ne ho avuto la conferma, ti sembrano più interessanti e gradevoli pure le trasmissioni così così...) [Update del 25/11: alla fine, siccome ero stanca, FriendFeed l'ho disertato... però mi è mancato, altroché!]

lunedì 15 novembre 2010

Zebra vs Biscione

Inutile dire che, guardando il simpatico filmatino qui sotto, io faccio il tifo per la zebra bianconera e contro il biscione nerazzurro! ;-)


Avrai notato che il video è sponsorizzato da BetClic, innovativa piattaforma dedicata agli appassionati delle scommesse sportive. Un passatempo, questo, che in linea di principio considero senz'altro più divertente rispetto a quelli in cui ci si affida unicamente alla dea bendata: infatti, per sperare di vincere le scommesse sull'esito delle gare, è fondamentale poter disporre di un buon bagaglio di cultura sportiva... una materia nel quale io mi considero piuttosto carente, purtroppo!
P.S.: Ho appena scoperto che Juve, storia di un grande amore, l'attuale inno della Vecchia Signora, è stato composto da Paolo Belli. Caspita, non l'avrei mai detto... di solito il musicista emiliano fa tutt'altro genere! :-)

domenica 14 novembre 2010

Unire e dividere file PDF

Se hai l'esigenza di unire (merge) più file PDF o di suddividerne (split) uno nelle singole pagine che lo costituiscono, ma non hai voglia o tempo di installare nessuna applicazione, esistono pratici servizi online gratuiti ai quali puoi ricorrere.
  • Split Merge PDF è in grado di svolgere entrambe le funzioni: basta selezionare il file PDF da suddividere, o in alternativa un archivio ZIP contenente i file da unire, cliccare su click to process e attendere qualche secondo. Nel primo caso il servizio restituirà tanti file PDF quante sono le pagine del documento di partenza, mentre nel secondo l'output sarà un singolo PDF nel quale i file componenti sono ordinati in base al nome. Peccato che la limitazione di 200 KB sulla dimensione del file di input risulti alquanto restrittiva...
  • MergePDF.net si limita invece ad unire più PDF, ma il vantaggio rispetto al servizio segnalato sopra è che è possibile aggiungere i file uno alla volta, senza doverli zippare. Anche in questo caso, comunque, non mancano i vincoli: un massimo di 10 file in input e un limite di 5 MB sulle dimensioni dei singoli file (che verranno eliminati dal server dopo il completamento della procedura di merge).
Dopo aver letto un post di Generazione Internet, mi ero decisa ad installare PDF Merge Tool, un programmino freeware che esegue la funzione di merge senza limitazioni di sorta, a parte l'impossibilità di unire file protetti... però ho appena trovato un'alternativa migliore e più completa: pdfsam (PDF Split and Merge), come suggerisce il nome stesso, divide oltre ad unire, e in più offre alcune opzioni per manipolare i PDF in maniera efficiente e personalizzata. Ciliegina sulla torta, a differenza di altri software analoghi, oltre ad essere libero e open source, è pure multipiattaforma... e per quanto mi riguarda non è affatto male poter disporre dello stesso programma sia sul notebook (con Windows) sia sul netbook (con Ubuntu)! :-)

sabato 13 novembre 2010

Disinstallare i programmi "ribelli"

Da quando ho abbandonato il mondo di Windows XP per passare a Vista prima e a Seven poi, mi sono accorta che il programmino per "appiccicare" sul desktop Post-it virtuali, del quale avevo parlato qui, non mi serviva più. In effetti, al momento di inizializzare il sistema, l'avevo installato assieme a tutti gli altri software che usavo di solito... ma ben presto ho scoperto Windows Sticky Notes, un'applicazione preinstallata che svolgeva la stessa identica funzione, e successivamente mi sono resa conto che per le mie esigenze era anche più comodo il gadget Appunti di Google Desktop.
[A proposito, se ti accorgi di aver cancellato un appunto per errore, puoi provare a recuperarlo accedendo alla cartella C:\Users\[Nome_utente]\AppData\Local\Google\Google Desktop\[Cartella_del_profilo] e aprendo con il Blocco note il file sidebar_plugin_data. Il contenuto non risulta dei più leggibili... ma in caso di necessità ci si può accontentare! ;-)]
Insomma, Post-it Software Notes Lite non mi serviva più, e quindi ho deciso di disinstallarlo... più per questioni di ordine e pulizia del sistema che per i problemi che era in grado di creare, a parte l'inutile suono squillante che emetteva andando in esecuzione automaticamente all'avvio del sistema. Dapprima ci ho provato utilizzando l'elemento Programmi e funzionalità del Pannello di controllo, ma niente da fare: stranamente il programma è rimasto dov'era... e altrettanto stranamente ha fallito nell'intento "disinstallatorio" pure il software specifico Cleanse Uninstaller (del quale mi è ormai scaduta la versione trial, me ne sono appena accorta... e quindi tanto vale rimuoverlo, sperando che non faccia storie a sua volta! ;-)).
La soluzione definitiva, comunque, l'ho trovata leggendo un elenco di 8 software per mantenere il pc in perfetta efficienza, dedicato ai "poveri" utenti Windows. ;-) Un paio di questi programmi (CCleaner e 7-Zip) li conoscevo e utilizzavo già con soddisfazione, mentre grazie al post linkato sopra ho scoperto Revo Uninstaller; l'ho subito scaricato e installato... e mi ha aiutata a convincere il programmino recalcitrante a togliere finalmente il disturbo. Purtroppo anche in questo caso si tratta di una versione di prova, della durata di 30 giorni, ma tanto non mi capita poi così spesso di disinstallare programmi... e, nel caso in cui mi si dovesse presentare di nuovo lo stesso problema, valuterò se acquistare una licenza.

giovedì 11 novembre 2010

Quel sapor mediorientale

Il famoso cuscus o couscous l'ho gustato solamente in due occasioni, ed entrambe le volte (l'ultima pochi giorni fa) si trattava di un cibo pronto; nel primo caso un «taboulé al pollo - insalata di cous cous» (così recitava l'etichetta) preparato presso l'ipermercato dove l'avevo comprato, nel secondo un «cous cous alle verdure - 100% vegetale» confezionato da un'azienda specializzata in alimenti biologici e salutistici (la stessa che produce il seitan burger che assaggiai tempo fa rimanendone non proprio entusiasta... mentre invece il cous cous alle verdure mi è piaciuto abbastanza). In quest'ultimo caso la confezione decantava le doti dell'esotico piatto a base di granelli di semola, tipico del Nordafrica ma diffuso anche nella Sicilia occidentale (a tali aree geografiche il Medio Oriente menzionato nel titolo del post si sovrappone soltanto in minima parte... ma mi pareva carina l'idea di rievocare questo successo discografico! ;-)): gustoso, di facile digeribilità, naturalmente privo di colesterolo e particolarmente indicato per chi segue regimi dietetici ipocalorici. Mi sono appigliata ai suoi allettanti requisiti nutrizionali per alludere all'intenzione di farlo in casa... ma mia mamma, trovando che avesse un aspetto ben poco invitante per i suoi gusti, ha sentenziato «Piuttosto mangio la pasta scondita». Insomma, non si può certo dire che sia stata incoraggiata a sperimentare le semplici e poco costose ricette per preparare il taboulé che ho trovato in Rete... e di cucinare per me sola non mi va, ecco. :-/ Per il momento comunque inserisco i link qui di seguito, a beneficio degli amanti del cuscus!
A quanto pare, il taboulé propriamente detto richiederebbe come ingrediente il bulgur, che è semola macinata in maniera più grossolana... ma in alternativa può andar bene pure il cuscus, appunto. Buon appetito! :-)

mercoledì 10 novembre 2010

Una frase al giorno

Oggi il gadget delle frasi del giorno di PensieriParole, che ho aggiunto da poco a Google Desktop e del quale ho parlato qui, ha elargito la massima seguente (in effetti ne dispensa due al dì, una a mezzogiorno e l'altra a mezzanotte).
Non ci sono persone più acide di quelle che son dolci per interesse.
L'autore è Luc de Clapiers de Vauvenargues, scrittore francese vissuto nel diciottesimo secolo. Ricordavo di aver già sentito il suo nome associato a qualche altra perla di saggezza... e oggi, incuriosita dallo spunto summenzionato, ne ho approfittato per spulciare un pochino Wikiquote. Ecco una breve selezione di citazioni tratte dalle sue opere...
  • Come sono inutili anche i migliori consigli, quando le nostre stesse esperienze ci insegnano così poco!
  • Disprezza i grandi progetti chi si sente incapace di grandi successi.
  • È più facile dire cose nuove che mettere d'accordo quelle che sono state già dette.
  • È un errore creder di aver fatto fortuna quando non si sa goderne.
  • I grandi uomini intraprendono le grandi imprese, perché le sanno tali; i pazzi perché le credono facili.
  • La pazienza è l'arte di sperare.
  • Molti uomini vivono felici senza saperlo.
  • Quando un'innovazione è troppo difficile da introdurre è segno che non è punto necessaria.
  • Si rivolta un pensiero come un abito, per servirsene parecchie volte.
  • Talvolta amiamo anche le lodi che non crediamo sincere.
  • Vi sono persone che senza i loro difetti mai avrebbero fatto conoscere le loro buone qualità.
  • Una massima che abbia bisogno di essere spiegata non vale niente.
Uhm, l'ultima non l'ho mica capita... :-/
Ma dai, scherzo! ;-)

martedì 9 novembre 2010

Il numerino della discordia, reloaded

[Non pensavo che sarei tornata sull'argomento dopo questo post...]
L'ufficio pubblico nel quale dovevo recarmi per sbrigare una certa pratica, stando al cartello affisso in sede, è attivo il martedì e il giovedì pomeriggio dalle 15 alle 17. Essendo a conoscenza di questo orario, giovedì scorso sono arrivata sul posto alle quattro meno venti... solo che i numerini elimina-code che permettono di accedere al servizio erano già stati ritirati. Li hanno tolti quasi subito, ha brontolato una ragazza lì presente. Al che me ne sono andata senza nemmeno provare a protestare, ma ripetendomi «La prossima volta sarò qui quando cominciano». E così è stato: oggi sono arrivata prima delle tre, ho preso il numerino e mi sono seduta per un po' ad ingannare l'attesa leggendo (sono impegnata nel "ripasso" di Harry Potter e i doni della morte in vista dell'uscita del primo dei due film che ne rappresentano la trasposizione sul grande schermo), per poi alzarmi ed appropinquarmi (ah, quanto me piace 'sto verbo! :-)) alla porta quando mi sono resa conto che il mio turno era imminente. Erano quasi le quattro, e ho notato che pure questa volta i numerini erano ormai spariti. Ora, io posso anche capire che, se venissero distribuiti fino alle cinque, forse non basterebbe un intero pomeriggio di lavoro per smaltire tutti gli utenti, e perciò è necessario porre un limite, ma... ecco, non sarebbe male se sul suddetto cartello ci fosse scritto qualcosa del tipo «Verranno serviti gli utenti che si sono presentati entro l'ora tale», oppure «... i primi tot utenti» (adesso che ci penso, non sarebbe stato male neppure se io mi fossi premurata di far presente questo suggerimento all'impiegata, dal momento che dubito fortemente che leggerà questo post! ;-)). A scanso di equivoci, se non altro. In effetti, mentre me ne stavo là in piedi, sono arrivate almeno due o tre persone che, conoscendo l'orario indicato sul cartello, si aspettavano non a torto di essere ancora in tempo per mettersi in fila... ma sono rimaste alquanto interdette, proprio come era successo a me giovedì scorso, quando si sono accorte che i numerini non c'erano già più. Solo che loro, a differenza della sottoscritta, la quale si era semplicemente dileguata in silenzio, hanno cominciato a protestare animatamente cercando di scavalcare le persone regolarmente in coda per chiedere almeno spiegazioni. Ma cosa vuoi che ti rispondano, dico io, se non «La prossima volta cerchi di arrivare prima!». Come se non bastasse, altri utenti in attesa ripetevano con tono alquanto stizzito che alcuni si erano indebitamente intrufolati pur essendo sprovvisti del numerino, approfittando del fatto che l'impiegata (secondo loro) non controllava che ce l'avessero. Quel che ho potuto capire dall'esasperata reazione della signora è che i presunti "furbacchioni" in realtà non avevano commesso nessun abuso ma avevano invece tutto il diritto di entrare prima, non so esattamente per quale ragione perché non avevo alcun interesse ad indagare. Già, il mio unico desiderio in quel momento era uscire il prima possibile da quella "gabbia di matti", perché cominciavo a non poterne più! Negli ultimi tempi la mia soglia di irritabilità sembra essere scesa in misura non irrilevante, solo che mi sforzo sempre di restare imperturbabile senza neppure sbuffare, tutt'al più mi limito ad alzare gli occhi al cielo... e poi dicono che la gente somatizza! ;-) Uh, immagino che una full immersion di svago mi farebbe bene... :-)

lunedì 8 novembre 2010

I barbieri concorrenti

C'è un lieve dilemma, al centro del quesito che ti propongo quest'oggi!
Un turista si reca in un isolotto sperduto, e dopo qualche settimana di soggiorno decide di farsi tagliare i capelli. Nell'isolotto ci sono due barbieri. Uno ha il negozio lindo e ordinato, specchi grandi e poltrone confortevoli, aria condizionata. Il barbiere stesso ha un camice immacolato e ben stirato e i capelli ben tagliati e impomatati. Poi il turista sbircia nell'altro negozio e vede una sala malmessa, con la vernice dei muri scrostata, specchi arrugginiti, poltrone traballanti. Il barbiere ha un camice rattoppato, la barba di due giorni, i capelli che formano una zazzera sbilenca. In entrambi i saloni la tariffa per un taglio di capelli è la stessa, ma il turista si dirige senza esitazione nel secondo. Perché?
Uhm, stavo pensando che questo enigma mi ricorda un pochino il celebre paradosso di Russell... :-)

domenica 7 novembre 2010

Controllare webmail e feed con le estensioni

Ci sono attività che trovo più agevole svolgere lavorando con il notebook, il quale incrociando le dita appare "rinsavito" rispetto a qualche mese fa e mi procura meno grattacapi, rispetto al netbook: la posta la scarico appunto sul notebook, avendo configurato il mio client di posta elettronica Mozilla Thunderbird affinché utilizzi il protocollo POP3 (IMAP l'ho provato per un po', ma poi ho capito che non faceva per me), mentre per seguire i feed sottoscritti in Google Reader mi sono felicemente "convertita" ad Espresso Reader, del quale ho parlato poco tempo fa. Mi interessava però una soluzione pratica per tenere sotto controllo almeno l'arrivo di e-mail e la pubblicazione di nuovi articoli nei feed (purtroppo Espresso Reader non sembra funzionare in maniera ottimale su Ubuntu) anche quando navigo con il netbook, il quale del resto come suggerisce il nome stesso è pensato principalmente per la navigazione in Rete. Come spesso accade, la soluzione che cercavo si è manifestata sotto forma di due semplici add-on per Mozilla Firefox! :-)
  • Per quanto riguarda la posta elettronica... non sono sicura che sia l'estensione migliore in assoluto, ma dopo averne provate diverse quella che mi ha soddisfatta maggiormente è WebMail Notifier, che supporta Gmail, Yahoo! e Hotmail, oltre ad altri servizi meno diffusi (se non proprio sconosciuti, almeno qua in Italia) come AOL, Daum, Naver, Nate, Paran. Se però il tuo indirizzo di posta elettronica è gestito da un altro provider, nessun problema: puoi impostare qualsiasi tipo di account, purché tu conosca il nome del server. Personalmente, oltre ai miei due account Gmail la cui configurazione è stata semplicissima (è bastato immettere nome utente e password), ho configurato pure quello Katamail, anch'esso destinatario di un bel po' di messaggi (ho un'altra decina di indirizzi, sui quali però arriva una quantità di posta tutto sommato trascurabile... semmai li aggiungerò in seguito). In un primo momento, dopo che ho immesso username (comprensivo di suffisso @katamail.com), password e nome server (pop.katamail.com), l'estensione sembrava rifiutarsi di fare il suo dovere... e facendo una rapida ricerchina ho scoperto perché: al nome del server bisogna far seguire il numero di porta separato da due punti (:), a meno che la porta utilizzata non sia quella di default (995 nel caso di POP3). Ebbene, avendo verificato che invece Katamail richiede la porta 110, ho immesso pop.katamail.com:110... e tutto è andato a posto. :-)
  • Per i feed ho risolto installando Google Reader Watcher: da quando gli ho fornito le mie credenziali di accesso all'account Google, controlla periodicamente la presenza di nuovi articoli nei feed che ho sottoscritto in Google Reader, e ne segnala il numero accanto alla relativa icona, che nel mio caso compare all'estremità destra della barra di stato, accanto all'icona di WebMail Notifier. Ecco qua entrambe le icone...
Nell'uno e nell'altro caso è possibile impostare l'intervallo di controllo (tempo che intercorre fra due successivi controlli dell'arrivo di nuovi messaggi, eseguiti in maniera automatica), ma se lo si desidera si può forzare il controllo immediato semplicemente selezionando l'apposita opzione dal menu che compare cliccando con il pulsante destro del mouse sulla relativa icona.
Un'ultima cosa: è sufficiente passare il cursore del mouse sull'icona di WebMail Notifier per visualizzare un piccolo popup che indica quanti nuovi messaggi sono arrivati... e inoltre ho notato che, selezionando uno dei miei account Gmail dal suddetto menu contestuale di WebMail Notifier, si apre una nuova scheda tramite la quale posso entrare direttamente nel mio account (per Katamail non funziona così, purtroppo: se mi accorgo che è arrivata nuova posta, per poterla leggere devo per forza accedere alla webmail facendo login nell'apposita pagina). Se d'altronde clicco sull'icona di Google Reader Watcher, si apre soltanto la finestra di accesso a Google Reader, nella quale devo immettere le credenziali per poter accedere. In compenso, passando il cursore del mouse sulla relativa icona, appare un popup che mi mostra a quali feed sono associati i nuovi articoli non letti, e quindi ho modo di valutare in un batter d'occhio se vale la pena di leggerli subito oppure se tutto sommato possono aspettare. Comodo, no? :-)

Update del 25 novembre: da quando in WebMail Notifier ho impostato come predefinito l'indirizzo e-mail che utilizzo per accedere a Google Reader, pure Google Reader Watcher si comporta in maniera più soddisfacente. Infatti, dopo aver controllato la posta di quell'account, posso accedere a Google Reader in modo diretto, senza bisogno di immettere le relative credenziali, semplicemente cliccando sull'icona della relativa estensione.

venerdì 5 novembre 2010

Acronimi... tra il serio e il faceto

[Post un tantino indolente, stasera, come la sottoscritta sua autrice che si sente ancor più stanca rispetto ad altri venerdì... però avevo due righe di appunti digitali da parte, e così ho pensato di prenderne spunto :-)]
ADSL, BTW, UMTS, IMHO, MPEG, ROTFL: navigando in Rete (e non solo) capita spesso di incappare in qualche acronimo, da quelli di uso comune ad altri decisamente più settoriali, dai quali può non essere affatto immediato risalire all'espressione che c'è dietro, anche se ne impari almeno a grandi linee il significato e il contesto in cui utilizzarli. Per quanto mi riguarda, Wikipedia mi è di grande aiuto per "decodificare" gli acronimi, ma nei casi più difficili mi rivolgo ad AcronymFinder, che può contare su un ricchissimo database di portata internazionale (talmente ricco che, ad esempio, se cerco PDF trovo ben 65 risultati... anche se per comodità quelli più quotati vengono elencati in cima alla lista).
Già che sono in argomento, ne approfitto per segnalare APRONYMS, una raccolta di simpatici acronimi apprezzabili da chi mastica almeno un po' d'inglese. Un esempio? «CALIFORNIA: Climate Always Lovely, Is Fruitful Of Rising Newcomers In Arts». :-) Qualcosa di simile alle creazioni che caratterizzano il gruppo di FriendFeed Acronimi / Acrostici, nel quale un utente propone una parola, e chi lo desidera si diletta a definirla con una frase le cui iniziali sono appunto le lettere della parola di partenza.

giovedì 4 novembre 2010

Ci vorrebbe un'idea

Proprio l'altroieri parlavo di un servizio online che ti aiuta a rintracciare eventuali "riciclaggi" dei contenuti da te pubblicati in Rete... e oggi mi va di raccontare un curioso caso di "auto-riciclaggio" che mi è capitato sotto gli occhi.
Tempo fa, mentre passeggiavo all'interno del porto turistico di Pescara, notai una pila di riviste dal titolo Blumag messe gratuitamente a disposizione dei passanti. Ne presi una copia, la portai a casa e poi praticamente me ne dimenticai... finché un giorno non mi è capitata di nuovo fra le mani, e mi sono messa a sfogliarla con avidità: però, il mondo della nautica è veramente affascinante! :-) (E poi è bello sognare ammirando gli interni degli yacht di lusso, lo ammetto ;-)) Tra un servizio e l'altro ho trovato un racconto blu, anch'esso a tema nautico, dal titolo Milena: la storia di un'intraprendente donna in carriera (una tipa un tantino diversa dalla sottoscritta, insomma ;-)) appassionata di barche... nonché sedotta dallo stuzzicante effetto che la navigazione aveva sul suo uomo. Dopo aver letto quelle righe mi è venuta la curiosità di saperne di più sull'autore Giuliano Gallo, giornalista e scrittore che il mare ce l'ha nel suo DNA; googlando sono approdata al suo blog, purtroppo da tempo a corto di aggiornamenti, trovandovi la stessa storia che avevo appena letto... però in una versione un pochino diversa, a cominciare dal titolo: Il diesel. Forse avrai intuito che in questo caso Milena non aveva il pallino dei motoscafi, ma bensì [NdG: guarda che "ma bensì" si può dire, come pure "ma però", malgrado ciò che sentivo spesso ripetere quando ero bambina: garantisce l'Accademia della Crusca! ;-)] delle quattro ruote...
Trovo che l'autore sia stato bravissimo ad adattare la sua storia a due contesti differenti (anche se personalmente preferisco di gran lunga l'ambientazione marinara, pur non avendo mai frequentato davvero quel mondo): del resto, se uno è soddisfatto di un'idea che ha avuto, perché non dovrebbe ingegnarsi per "tenerla viva" il più possibile?
A proposito, non so cosa darei per trovarlo io, un unico spunto decente da sviluppare per tornare a dilettarmi con la scrittura creativa: la "sindrome da foglio bianco" che mi affligge si protrae ormai da un po' troppo tempo. Rileggendo quello che scrivevo anni fa, devo riconoscere che il mondo della cultura non ha perso proprio nulla per via della mia inattività "letteraria"... ;-) ma io sì, credo. Onestamente non è che mi stia dando granché da fare per ricominciare, tanto sono convinta che l'ispirazione si presenta se e quando le pare, e non c'è modo di affrettarne la comparsa! (A proposito di ispirazione, cercandone una per il titolo di questo post, ho scovato un blog davvero originale :-))

lunedì 1 novembre 2010

Moi, je suis la petite curieuse

L'altro giorno Teiluj ha raccontato di essere rimasta vittima di «uno strano caso di plagio»: un sedicente scrittore aveva pubblicato sulla propria pagina Facebook un post scritto da lei mesi fa facendo credere che fosse farina del suo sacco, mentre in realtà lui si era limitato a cambiarne il titolo e ad aggiungere un "tocco personale" davvero trascurabile. L'autrice è riuscita a scoprire la spiacevole appropriazione indebita grazie a FairShare, un servizio che ti consente di monitorare la diffusione di quello che hai scritto in Rete; il suo funzionamento è spiegato qui.
Ho colto l'occasione per registrarmi pure io, immettendo l'URL del feed di questo blog, poi selezionando il tipo di licenza Creative Commons che ho scelto di applicare, e infine aggiungendo in Google Reader l'iscrizione al feed appena generato, tramite il quale il servizio mi avrebbe segnalato il riutilizzo dei miei contenuti man mano che lo avesse rilevato. Sinceramente non credevo proprio che avrebbe trovato alcunché... e invece, dopo un paio di giorni, ecco che salta fuori qualcosa. Chissà di cosa mai si tratterà?! Ecco cos'è apparso nel feed...


Ne risultava che ottantuno parole tratte dal mio blog (con tanto di link, a onor del vero) erano finite in un thread, aperto all'interno di un forum dedicato alle traduzioni, nel quale si discuteva riguardo alla corretta traduzione in francese del termine curiosona. Oltre al titolo del blog e alla descrizione sottostante, era stato copiato pure il contenuto del trafiletto intitolato Chi sono che puoi vedere in cima alla sidebar qui accanto. Tutte frasi che non mi rappresentavano poi così bene all'epoca in cui le scrissi, figuriamoci oggi a distanza di oltre tre anni e mezzo... ma per il momento intendo lasciarle così come sono, un po' a titolo di souvenir, un po' per pigrizia... e soprattutto perché non mi viene in mente nulla di meglio da scrivere! ;-) (Qualcosa del tipo «Chi sono io? E come faccio a riassumerlo in poche righe?» sarebbe onesto, ma un tantino inflazionato...).
L'esperienza di Teiluj insegna che FairShare sa essere un ottimo alleato per vegliare sulle opere dell'ingegno... ma può rivelarsi utile anche solo per scoprire che i contenuti messi online sono soggetti ad essere "riciclati" in modi che non si sarebbero mai immaginati. Nel mio caso ho imparato che, almeno secondo alcuni, la parola italiana curiosona (che è un accrescitivo) va resa in francese con l'espressione la petite curieuse (più affine a un diminutivo)... :-)

Update del 25 novembre (giornata di aggiornamenti, oggi! ;-)): FairShare è un ottimo strumento... però non lo definirei proprio "furbissimo", ecco. Quando ad esempio nel mio tumblelog ho citato con tanto di link alcune frasi tratte da un articolo pubblicato su The Economist, il servizio mi ha avvisata che secondo lui l'Economist aveva copiato i miei contenuti! ;-)